ITALIA – GERMANIA 4-3 E PALLA AL CENTRO

IL RICORDO DI QUEI GIORNI DI CINQUANT’ANNI FA.

Cinquant’anni dopo quel famoso, fantastico e inaspettato risultato, quanti ricordi tornano alla mente e al mio cuore oggi, giovanotto quasi ottantenne.

Quel giorno, quei giorni, erano davvero fantastici, colmi di emozioni, di attesa, di gioia, di preparazione. Era il tempo della nostra vittoria sulla Germania. Con i Tedeschi non è mai corso buon sangue, fin dai tempi dell’antica Roma, ma era anche e soprattutto il periodo in cui mi stavo preparando per un passo decisivo per il mio futuro: dopo circa 80 giorni da quella partita avrei portato all’altare la mia ragazza.

Era la partita del secolo, così la definirono non soltanto i giornalisti sportivi, ma era per noi la partita del cuore, i nostri, quello mio e della mia compagna.

Italia – Germania era una parentesi – senz’altro dolce – che ci separava e ci distoglieva dai preparativi attesi da tanto tempo, ma faticosi ed entusiasmanti, eccitanti ed emozionanti. Il cuore, in quei giorni – un cuore di giovanotto – batteva più per quel fatidico momento piuttosto che per la nostra vittoria pallonara. Anche se davanti alla TV in bianco e nero, il pasticciaccio di Albertosi e Rivera mi fece piombare improvvisamente nello sconforto. Fu l’”Abatino” (Rivera ndr), però, a segnare il gol della vittoria. Per un momento, un breve momento, la gioia per il sorpasso cancellò per incanto i pensieri per il grande mio, nostro, giorno, che sarebbe arrivato da lì a poco. Grande fu la soddisfazione per aver battuto la Germania, tanto che, forse per la prima volta, si vide nelle piazze e nelle vie lo sventolio festante del nostro tricolore: Italiani folli sbandieratori, calciofili ancora in erba. Ero felice per quella vittoria, ero felice perché si avvicinava il momento di quel SI che mi accompagnò, però, per soli 33 anni.