AD ARTENA LA MUSICA E’ NEL DNA CITTADINO DA OLTRE UN SECOLO

SUONI E CANTO SONO SEMPRE STATI UN VALORE AGGIUNTO DELLA VITA NELLA NOSTRA CITTA’

Per tutto il XX secolo (ma anche prima), Artena è stata Patria della musica e dei musicisti. L’affermazione non è campata per aria, come potrebbe pensare qualche lettore meno attento, ma risponde perfettamente alla realtà dei fatti.

E’ storia, ad esempio, quella che racconta della presenza di due, a volte anche tre, bande musicali cittadine, che se le “suonavano” di santa ragione ogni domenica mattina, nella piazza della Vittoria dove le amministrazioni del tempo allestivano concerti bandistici per tutto il periodo primaverile ed estivo. Veniva montato un palco prospiciente la vecchia farmacia la domenica mattina della festa della madonna delle Grazie, per permettere il concerto del pomeriggio, e poi il palco veniva lasciato montato fino a metà settembre, e ogni domenica, dopo la messa delle dieci, la piazza si riempiva di persone che assistevano al concerto della banda di turno.

Questo servizio-spettacolo è andato avanti fino ai primissimi anni sessanta e poi si è interrotto non riprendendo mai più!

Immaginate, però, quanto fascino ancora oggi susciterebbe una manifestazione del genere.

Uno de concerti a Piazza della Vittoria, con Banda e Coro

La nostra tradizione bandistica prende il via alla metà del XIX secolo, si conferma per tutto l’ottocento grazie al maestro Luigi Sfrondini che, chiamato da Suor Luisa “Mammere”, allestì una banda musicale con i giovani della Città. Quando arrivò ad Artena padre Bartoli, anche lui, tra le altre cose, volle allestire una banda musicale. I servizi bandistici delle due formazioni erano chiamati durante le manifestazioni folcloristiche di Artena e dei paesi vicini. Teofilo De Angelis, musicista tra i più valenti a cavallo del XIX e XX secolo, artenese di nascita ebbe la sua ispirazione proprio dalla presenza delle due bande musicali, a cui aggiunse passione e talento che lo porto a dirigere nei più grandi teatri d’Italia.

Intorno agli anni sessanta del secolo scorso, le bande furono soppiantate dai gruppi musicali che in quel periodo nacquero sulla scia del movimento beat e dei tanti complessi che si erano formati e cominciavano a frequentare anche la televisione italiana.

Rappresentavano un movimento giovanile che si diffuse dalla Gran Bretagna e arrivò anche in Italia, rimanendo in auge fino alla fine di quel decennio, quando presero piede forme più sofisticate di musica rock.

Per fare esempi italiani, desidero ricordare i Camaleonti, i Corvi, i Dik Dik, l’Equipe 84, i Giganti, le Orme, i Nomadi, i Quelli, i Delfini, Giuliano e i Notturni.

Ad Artena nacque una serie di formazioni che ancora oggi restano impresse nell’immaginario collettivo di quelli che erano giovani al tempo.

Era un susseguirsi d’entusiasmo per la musica moderna – ci ha detto Giuseppe Mattozzi, che fu un validissimo interprete di quegli anni musicali artenese -. C’erano formazioni che avrebbero meritato palcoscenici ben più nobili per la qualità della musica proposta e per il modo di farla

Il primo complesso fu l’ARTEN JAZZ BAND, che col nome richiamava il genere musicale, ma che in repertorio aveva anche altri generi. Quella prima band, col passare dei mesi e l’ingresso nel gruppo di nuovi elementi, divenne i NOTTURNI, e con questo nome partecipò a molti concorsi musicali, uno in particolare che vide la band artenese confrontarsi con altri gruppi provenienti da Roma e da tutta Italia, alla Casina Valadier, e ritagliarsi uno spazio importante, sottolineato anche dal mitico Domenico Modugno, che appena sentì suonare il complesso artenese volle conoscere quei ragazzi così bravi e talentuosi. Ci sono foto, nella barberia di Carletto Lanna, elemento magistrale di quella band, che testimoniano il momento nel quale Mimmo nazionale desiderò vedere e conoscere quel complesso.

Poco dopo ad Artena nacquero due altre band, i RED STONES e le OMBRE.

I Red Stones in concerto
I Notturni alla Casina delle Rose con Domenico Modugno
I Selvaggi

La musica cominciava a essere più ricercata, perché le esigenze giovanili crescevano e i gruppi rock inglesi e americani cominciavano a lasciare il segno.

In quel periodo– prosegue ancora Mattozzi – attraverso una fusione tra i RED STONES e i NOTTURNI, vide alla luce una band altrettanto storica per Artena, i SELVAGGI

Quel complesso registrò anche una serie di canzoni e arrivò vicino anche alla pubblicazione di qualcuna di esse.

Facevamo Ritm’n’blues – dice Mattozzi – avevamo in repertorio tutto Otis Redding, ma anche molte nostre composizioni”.

Altro complesso dell’epoca furono i LEONI che nacquero subito dopo l’esperienza dei SELVAGGI.

Eravamo davvero bravi– conclude Mattozzi – perché tutti questi complessi locali erano chiamati tutti i sabati sera e le domeniche pomeriggio nei vari circoli culturali e studenteschi disseminati nella provincia romana”.

A margine mi fa piacere anche ricordare la presenza di un gruppo che si chiamava i LEONCINI, che aveva fondato il mitico Talone “Federicuccio”, composto da giovanissimi musicisti.

Quell’esperienza terminò con la fine del decennio, perché la musica italiana ebbe un ricambio generazionale e di genere. Ai gruppi beat e rock si sostituirono prima i cantautori e poi, alla metà degli anni settanta, nacque una serie di complessi melodici quali Alunni del Sole, La Bottega dell’Arte, il Giardino dei semplici, gli Homo Sapiens, i Cugini di Campagna, ecc. e tanti altri che ricevettero un buon riscontro di pubblico, ma non emulatori, almeno ad Artena. In effetti, i ragazzi della generazione degli anni settanta ad Artena, pur seguendo la musica, non furono mai in grado di formare una band musicale di cui ci si ricordi. E’ come se si fosse saltato un paio di generazioni, considerando che ora, Artena è tornata a essere molto prolifica in fatto di musica.

Innanzitutto ci sono solisti che hanno suonato e suonano con band o artisti di fama internazionale o che sono loro stessi artisti di una certa notorietà. Poi è forte anche la presenza di band locali, molte delle quali si sono esibite in una delle kermesse culturali più importanti della Regione, il Live Artena.

Ci sono oggi delle vere eccellenze della musica, da Luca Trolli a Simone Talone a Adolfo Valeri, considerati tra i più bravi percussionisti italiani, oltre a Patrizio Palombi che ha accompagnato i big della musica italiana. Da Alessio Pizzotti, forse il più bravo in Italia nel genere Easy Listening, a Luca Carocci, un cantautore della nuova generazione che è tra i più bravi della nuova scuola cantautorale romana. Da Bruno Coltre a Roberto Bucci, ottimi performer jazz. Per finire con il maestro Massimiliano Ciafrei, direttore della famosissima banda musicale di Carabinieri e musicista di grande talento, e con il maestro Igor Conti, autore di opere rock come Inferno di Dante, o Odissea, il viaggio di Ulisse, rappresentate nei teatri italiani. Tra il repertorio classico e sinfonico ci preme rilevare la presenza del nostro concittadino, il maestro Filippo Cianfoni, flautista di valore nazionale, oltre a tanti altri bravi concertisti o solisti classici.

Oggi ad Artena la musica è ben presente anche per le doti canore di alcune nostre concittadine, il soprano Maria Di Re, ad esempio, che oltre ad interpretare le grandi arie liriche, ha cantato nei cori che hanno accompagnato artisti monumentali come i Pink Floyd o il coro diretto dal maestro Ennio Moricone. Altra bravissima interprete lirica di valenza nazionale è Francesca Angelini, anche lei molto versatile nel canto da proporre arie liriche da solista e canto lirico in coro. C’è anche Chiara Talone, che al contrario della mamma (Maria Di Re), è cantante pop. Fa parte del gruppo Jumpin’Ladies, che ha partecipato già a trasmissioni televisive importanti. Tra gli interpreti maschili, il vero boom, è rappresentato dal diciannovenne Nikkas, Niccolò Pecorari, rapper di Artena che scrive canzoni ispirandosi a Dante o Leopardi. Bello, molto, il suo nuovo album “Pensieri di una qualsiasi notte insonne”.

In Città nascono e crescono scuole musicali, che sono vere e proprie fucine per i nostri giovani talenti, che si affermano sia nell’ambito classico, sia nel panorama musicale leggero. Testimonianza del ritrovato feeling tra Artena e la musica è l’allestimento del premio canoro “Città di Artena” che da tre anni è effettuato durante la festa della Santa Patrona il 22 luglio. Oltre alla presenza di una banda musicale e di un coro che si esibiscono correntemente ad Artena e fuori. Senza disconoscere la presenza del museo dello strumento antico realizzato dall’associazione borgo dell’arte e dedicato a Pasquale Talone e Raffaele Marchetti.

Che la musica sia presente nel DNA della nostra Città lo confermano anche i numerosi concerti allestiti per alcune tra le feste più importanti della nostra Città.

Per tutti gli anni cinquanta e sessanta, durante le feste dedicate alla Madonna delle Grazie, era previsto un grande concerto bandistico prima con le bande di Artena e poi anche con formazioni esterne. In seguito la festa si caratterizzò per il concerto di qualche grosso calibro della musica italiana. Ricordo una piazza stracolma durante l’esibizione di Claudio Villa, ad esempio. Il concerto del cantante romano si svolse a piazza Galilei, perché si prevedeva un clamoroso afflusso. In realtà la festa della Madonna delle Grazie prevedeva che il concerto finale si svolgesse a Piazza della Vittoria, mentre gli organizzatori della manifestazione dedicata a S. Antonio si riservavano il fine-festa a piazza Ginepro Cocchi. Le feste di partito: l’Amicizia, l’Avanti, l’Unità, si effettuavano, invece, a piazza Galileo Galilei (piazza del mercato). Oggi al Colubro si svolge la festa di san Giovanni Battista il cui clou è rappresentato dal concertone finale che prevede sempre la presenza di artisti di fama internazionale. Al Colubro, tra gli altri, si sono esibiti Cocciante, Venditti, Mannoia, Ruggeri, Bennato, Carboni, Spagna, gli Stadio e tantissimi altri.

Ci fu un biennio, però, dove si superò ogni limite a livello di concerti. Nel 1983 e nel 1984, il presidente del comitato dei festeggiamenti della Madonna delle Grazie era l’imprenditore Vittorio Fiorentini, che, insieme al parroco don Amedeo, che si occupava della parte religiosa, componeva una coppia pragmatica e, sul piano organizzativo, concreta e affidabile, decise, dopo aver parlato con tutti gli altri organizzatori, di allestire un programma musicale sotto l’egida della Rai, che registrò l’evento e lo programmò per la fine di giugno di quegli anni in più puntate.

La trasmissione si chiavava “Estate Disco – Da Artena canzoni in vacanza”. Il primo anno la sigla iniziale fu affidata al violino del maestro Pier Giorgio Farina che suonava tra le rovine archeologiche di Piano della Civita. Nel secondo anno la sigla fu di Gianna Nannini che interpretava Fotoromanza tra le “Pallotte” di Artena e nei vicoli del Centro Storico.

Era stato allestito un mega palco a Villa Borghese, dove oggi si festeggia il palio, con oltre mille sedie che riempivano l’intero campo di gara del palio. Dietro il palco erano stati predisposti, box, gazebo, caper e roulotte, dove trovarono posto i tecnici Rai e gli oltre cinquanta cantanti che parteciparono all’evento. In quei due anni arrivarono ad Artena Gianna Nannini, Zucchero, Franco Simone, Fiordaliso, Iva Zanicchi, Mimmo Cavallo, Marco Armani, Toni Esposito, Flavia Fortunato, Matt Bianco, Marcella, Patty Pravo, Albano e Romina, Giuni Russo, Donatella Milani, Loredana Bertè, Raf, Sandy Marton, Scialpi, Mario Castelnuovo, Gianni Togni, Pupo, Elisabetta Virgili, Rio, Steffany, Carlos Cosmos. Grace Jones, Amanda Lear, Crazy Gang, i Rockets e tantissimi altri che in quegli anni avevano i loro dischi in classifica.

Cominciarono a cantare alle ventuno fino ad arrivare alle due del mattino, perché, come detto, si dovevano registrare tre puntate.

In un’occasione di quelle, facendo parte di una radio privata, andavo alla ricerca di cantanti da intervistare. Quando arrivai di fronte al camper dove era stata sistemata Iva Zanicchi, lei mi chiese una sigaretta. Io le regalai tutto il pacchetto di MS che avevo con me, e lei in cambio mi diede un bacio di fronte al suo compagno e al suo manager. Divenni rosso come un peperone senza saper dire una parola e per me, già allora (avevo ventitré anni), era un esercizio difficile stare muto. Durante quella trasmissione fu realizzato anche un documentario su Artena presentato dall’attore Corrado Tedeschi, che raccontava la storia di Artena attraverso interviste a personaggi dell’epoca, che la Rai mandò in onda per dividere una canzone dall’altra.

Quelle due serate (1983 – 1984) tornarono alla luce nel 2010, quando Vittorio Fiorentini si candidò come sindaco della Città, e per l’intera campagna elettorale allestì un teatro tenda da duemila posti, dove ogni sera rimandava in registrata su mega schermo quelle serate di ventisei anni prima.

Questo che vi ho raccontato è la testimonianza di quanto forte sia stato il legame di Artena con la musica. Un legame che è strettamente continuato dalle realtà musicali attuali.