Buche sulle strade. C’è una ragione

La vita dei guidatori è resa sempre più difficile, non solo dal traffico, ma anche dalla presenza di buche che a volte assomigliano più a delle vere e proprie voragini. Questo problema è ben noto agli automobilisti. Il materiale utilizzato per la realizzazione del manto stradale è l’asfalto; tecnicamente si tratta di conglomerato bituminoso, ottenuto miscelando opportune quantità di inerti a grana grossa (ghiaia), grana fine (sabbia) e bitume che ha la funzione di legante. Il bitume è ottenuto dalla lavorazione del petrolio, ha una consistenza che varia proporzionalmente con la temperatura e risulta essere appiccicoso, ma soprattutto è economico. L’applicazione del manto stradale viene effettuata a caldo, dopo aver grattato via il manto preesistente ed infine compattato attraverso un macchinario apposito. A fine lavorazione il bitume si rapprende e mette in pratica tutta la sua lezione legante. Ma perché le buche? Ci sono cause naturali che possono compromettere la tenuta del manto, come escursioni termiche e precipitazioni. Le escursioni termiche comportano un continuo riscaldamento e raffreddamento del conglomerato che lo rende più elastico e deformabile con il caldo e più rigido e fragile con il freddo. Con il tempo questo processo favorisce la formazione di crepe. Le precipitazioni piovose comportano un peggioramento ulteriore della situazione in quanto l’acqua si insinua nelle crepe ed esercita una pressione, allargandole. L’acqua, a causa del continuo passaggio dei veicoli, scava letteralmente la base su cui poggia il manto stradale, aumentando i cedimenti strutturali e quindi favorendo la formazione delle buche. Le cause principali per la formazione di buche sono antropiche, è compito delle amministrazioni manutenere continuamente le strade utilizzando materiali adatti e tecniche di applicazioni corrette. Gli errori più frequenti che si commettono sono: utilizzo di materiali scadenti, stesa del manto stradale su manto preesistente senza averlo adeguatamente rimosso o peggio ancora direttamente su terreno. Si interviene tappando le buche con bitume a presa rapida a freddo, ma le fessure rimaste in profondità a breve si ramificheranno e creeranno di nuovo la buca. Questo tipo di materiale non è propriamente scaldato ed è di conseguenza poco malleabile: in pratica non aderisce in maniera adeguata al resto della superficie stradale favorendone il distacco. Tappare le buche è fondamentale in caso di emergenza ma non è l’intervento definitivo, serve solo ed esclusivamente a livello temporaneo. Combicons. La macchina tappabuchi. La riparazione si suddivide in: pulizia, emulsione bituminosa tra i 50 e i 60 gradi, riempimento e finitura. La buca viene riempita con un getto di pietrisco e rifinita con uno spargimento di sabbia e ulteriore graniglia fine e asciutta. L’operazione termina con eventuale livellamento a macchina per consentire di ripristinare la viabilità in tempi molto stretti. Un ulteriore vantaggio di tale processo è quello estetico poiché dopo appena 30 minuti la zona riparata tende ad assumere lo stesso aspetto del manto stradale circostante. La durata garantita rispetto alla riparazione convenzionale sarebbe di 2 anni.