LA BANALITA’ DEL MALE

ARTENA NON SI PUO’ FERMARE DI FRONTE ALLA VIOLENZA

Nonostante i cambiamenti sociali e culturali ci troviamo ad assistere nel nostro tempo al perdurare del male. Unde malum? Si chiedeva Sant’Agostino. Così come molti dopo di lui si sono posti la stessa domanda: Perché esiste il male? 

Tra questi Hannah Arendt ha affrontato il tema del male indagandolo in profondità. Nel 1961 partecipò come inviata della testata giornalistica New Yorker al processo contro il criminale nazista Eichman responsabile dei trasferimenti di migliaia di ebrei nei campi di sterminio. Hannah Arendt parla della “banalità del male” perché il male non possiede: “né profondità né una dimensione demoniaca. Esso può invadere e devastare il mondo intero, perché si espande sulla superficie come un fungo. Esso sfida il pensiero perché il pensiero cerca di raggiungerlo in profondità, di andare alle radici, e nel momento in cui cerca il male, è frustrato perché non trova nulla. Questa è la sua banalità”

Per compiere il male basta allontanarsi dal pensiero critico. Basta ammutolire le emozioni. Aderire al conformismo dominante. Scartare tutto ciò che è etico, utile alla convivenza civile e alla stabilizzazione emotiva con gli altri. Compiere il male vuol dire non sforzarsi, non impegnarsi faticosamente nella costruzione di sé nel mondo. Vuol dire allontanarsi da quello sforzo che giorno per giorno , tra riflessioni su di sé e sul mondo, tra piccoli successi e grandi delusioni ci permette di trovare una nostra originale collocazione nel mondo e con gli altri.

Il male indica sentieri agevoli, già tracciati. Facili da percorrere anche da chi non vuole farsi carico di quella fatica. Facili da percorre da chi non ha gli strumenti emotivi per sopportare quella fatica. Il male si poggia sulle nostre debolezze e promette (senza richiedere sforzo e senza regalare consapevolezza) l’adesione al modello di consumo. Rende possibile l’illusione di padroneggiare il mercato, di essere al centro del potere e del profitto. Di trovarsi re in una dimensione in cui l’altro non esiste. L’altro non esiste perché non si è in grado di unirsi alla sua dimensione, di entrare empaticamente in contatto con lui.

Pur non rientrando in questa dimensione del male siamo spesso spaventati ed abituati a fatti di cronaca di questo tipo e questo rischia di anestetizzare le emozioni di solidarietà. Rischia di porre una società in un altro baratro: quello dell’indifferenza. “Odio gli indifferenti. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.” Così Gramsci in una sua affermazione ha colpito e centrato tutti coloro che passano davanti agli altri come si fa accanto ad un muro.

Noi non vogliamo essere indifferenti. Artena ha bisogno di capire. Vuole capire e vuole correggere il tiro lì dove ce ne sarà bisogno. Artena ha bisogno di iniziare un camminno di riflessione e di intraprendere un patto in cui gli adulti si impegnino su ogni fronte: educazionale, politico, genitoriale, scolastico. Dare un’opportunità concreta a tutti i nostri figli. Con il confronto ed il sostegno. Dispiegando ogni forma d’intelligenza e favorendo lo sviluppo della capacità intrapersonale (riuscire a guardarsi dentro) ed interpersonale (riuscire a relazionare con gli altri) di questi ragazzi che devono entrare con gli attrezzi giusti nella complessa società del nostro tempo. E’ questa una strada che si allontana dalla triade: denaro, potere, successo. 

Si ha bisogno di un impegno continuo, fatto di piccoli impegni giornalieri affinché anche inavvertitamente, anche negli spazi più irraggiungibili arrivi la contaminazione dell’empatia, della solidarietà, dell’alfabetizzazione emozionale, della capacità critica.

Per iniziare un percorso di questo tipo l’associazione Altra Artena sta organizzando un momento di riflessione su quanto accaduto. Siamo convinti del potere delle parole. Della potenza deimessaggi che tanti hanno lanciato alla ricerca del bene e del discernimento. Siamo convinti che molto si può fare e che questo va fatto con l’aiuto di tutti. Artena non si può fermare davanti alla violenza. 

Nei prossimi giorni vi aggiorneremo su questo appuntamento a cui chiedo di partecipare con consapevolezza. E’ solo questa che può renderci una società migliore.