BENVENUTI A MACERE

Da questo numero iniziamo questa nuova rubrica. Abbiamo ascoltato alcuni cittadini della Contrada più popolosa di Artena. “Ci sentiamo artenesi al cento per cento, ma molti di noi frequentano Lariano perchè trovano migliori servizi”. “Non c’e attenzione alla nostra realtà, siamo emarginati e lontani dai pensieri degli amministratori locali, ma non da oggi, ormai da decenni”

Lo scorso numero del giornale abbiamo sintetizzato una serie d’interviste effettuate nelle Contrade di Artena per introdurre, da questo numero, una serie di incontri nelle frazioni del territorio.
Cominciamo con Macere che è la Contrada più popolosa con i suoi circa 1300 residenti.
Ci sono Comuni – ci ha detto Luigi – che sono ben più piccoli e meno popolosi di Macere, eppure fanno comune autonomo. Dico questo non per rivendicare chissà quale autonomia, ma solamente perché un territorio così vasto deve avere la giusta attenzione”.
E non ne ha?
Assolutamente, ma questo è un fatto che si ripete da decenni”
Ma avete avuto un vostro residente che è stato sindaco di Artena per oltre quindici anni (Erminio Latini)?
Certo, eppure le fogne non ci sono, eppure l’illuminazione pubblica è scadente, eppure le strade sono alla vista di tutti. Voglio dire – prosegue Luigi – che sindaco o non sindaco, il nostro territorio è sempre rimasto ai margini”
Le Macere è Contrada da sempre, in precedenza il suo territorio si chiamava Tre Are, così come lo conoscevano al tempo dei romani, ed è stato uno dei territori occupati da un vicus dopo l’abbandono di Piano della Civita intorno al III secolo a.C.
Quindi – dice Giulio – ci troviamo di fronte a un territorio storico, che proprio per la sua storicità andrebbe salvaguardato”
E cosi non è ?
Faccio eco a quanto detto in precedenza. Nessuno si rivolge a noi con l’attenzione che meriterebbe una comunità di 1300 abitanti. Eppure abbiamo avuto e abbiamo consiglieri comunali espressi da questo territorio, che se vuole può regalare almeno 300 preferenze e spesso è stato così, ma poi i nostri regali vengono disattesi dal detto fai del bene e scordati.
Ditemi la verità, voi quanto vi sentite legati ad Artena?
Io mi sento artenese al cento per cento – ci dice Maria – in realtà tutti o quasi sentono scorrere il sangue artenese. Poi ci sono anche famiglie più vicine a Lariano, perché usufruiscono dei maggiori servizi della Città limitrofa
Volete mettere le farmacie? – Aggiunge Margherita. “A Lariano ce ne sono tre, sempre fornite e sempre aperte, per non palare dei negozi…”
“Erminio
– dice Silvano – ha avuto il merito di farci conoscere più approfonditamente e comunque i servizi li ha creati. Guardate l’acqua che prima mancava sempre, poi con la costruzione dei serbatoi ha risolto questo problema. Il dopo Erminio è stato e fino ad oggi è cosi, un tempo di assenze
Avevamo una squadra di calcio – interviene Ludovico – ma ora nemmeno il campo sportivo è più nostro”.
A dire il vero e per la precisione, il campo sportivo è sempre stato dell’amministrazione pubblica e le società ne usufruivano e ne usufruiscono previa autorizzazione.
Ciò che manca sono i servizi basilari e fondamentali”.
Ma come, noi c’è la scuola?
Certo, ma a Macere ci sono oltre 80 bambini in età scolare, penso che la scuola sia stato doveroso farla, ci mancherebbe non ci fosse! Ma la Posta? Ma le fogne? Ma una sede comunale? Uno studio medico? Voi direte: tutte le contrade hanno questi problemi, ed è vero, ma non contrade di 1300 residenti, cioè un Paese a tutti gli effetti”.
Voi andata a votare con quale speranza o con quale ambizione?
Io voto – continua Maria – perché mi hanno insegnato che il voto è una libertà imprescindibile, ma sai quante volte ho avuto il desiderio di fregarmene. Non c’è stato mai uno che ha guardato alla contrada in maniera benevola dopo aver promesso. Tutti hanno dovuto fare i conti con un sistema che prevede che le Contrade votino i loro rappresentanti ma che al tirar delle somme, quando stanno in Comune, hanno le mani legate da interessi generali, e il particolare va a farsi friggere
Io mi soffermerei – conclude Luigi – sulle strade interne piene di buche, anche se fino a poco tempo fa pure la via romana (si dice per indicare l’Ariana e la Tuscolana) aveva gli stessi problemi. Eppure a Macere fino al 1966 c’era una stazione ferroviaria, segno che a quel tempo la contrada era ben più considerata di oggi”.
Il territorio di Macere è vasto. All’interno, infatti, insistono le Tre Are, il Colle della Chiesa, il colle Anghetto, il Colle Castagna, il Colle Pastora, la zona di Cinquantuno, la Valle della Tuscolana, il Colle Rapello, Tagliente e tutta la zona della Macchia fino al passo dell’Algido al confine tra Palestrina e Rocca Priora.
Vogliamo parlare di Tagliente? Delle signorine che vi stazionano? Della immondizia gettata ai margini della strada? Vogliamo palare di quel mortificante degrado? Vogliamo parlare della Valle della Tuscolana? Dove per anni non hanno ricevuto il segnale TV e per guardare la televisione dovevano montare sui tetti delle case antenne sostenuti da pali alti oltre trenta metri? Vogliamo parlare della Centrale Enel di Valmontone, costruita, però, a un metro dal confine con Macere e che ogni tanto veniva scossa dagli scoppi dell’energia elettrica con tutto quello che ne consegue a livello di salute? Vogliamo parlare della strada che dalla Chiesa arriva fino alla Piazza, sempre piena di buche mai riparate, eppure strada di grande percorrenza considerato che unisce l’Ariana alla Tuscolana facendo risparmiare tempo e chilometri?
E i ragazzi, i giovani di Macere?
Questa è la nota più dolente – avverte Margherita. ”Passano il loro tempo seduti su qualche sparuta panchina senza che nessuno sappia offrire loro un’alternativa valida e quindi una possibilità di emergere, di elevarsi. Poi, a diciotto anni, prendono la patente e se ne vanno da qui, lasciando il loro posto ai giovani che vengono dopo”.