ECCLESIAM SAN PETRI IN VERSA ACQUA

La storia ricostruita della chiesa di San Pietro. Ne parla già Lucio III nel 1182. Forse è la chiesa più antica esistente nel territorio di Montefortino e si trovava nella pianura sottostante il centro abitato.

L’archeologo Lorenzo Quilici scrive: “Nel costruire la scuola media comunale, a sinistra della via di Valmontone, a circa 450 m. a nord dall’incrocio dell’attuale via Latina, nel 1973, si sono incontrati e distrutti i resti di un grande fabbricato con murature in opera quadrata di tufo e calcestruzzo”.
Potrebbero essere i resti della Chiesa di San Pietro

Una delle più antiche chiese esistenti nel territorio di Montefortino era quella di San Pietro. Questa chiesa viene citata per la prima volta in un documento dei primi secoli del basso medioevo.
…in castro Montis fortini ecclesiam San Petri in versa acqua cum cappella San Silvestri, et omnibus pertinentiis suis…
Così era scritto nella bolla di Lucio III (Ubaldo Allucingoli), emanata nel secondo anno del suo pontificato. Con questa bolla, “et ordo rationis expostulat” del 2 dicembre 1182, il pontefice poneva sotto la giurisdizione del vescovo di Segni Pietro I, tutte le chiese esistenti nel territorio della diocesi, comprese quelle appartenenti al castro Montis fortini.
Una chiesa dove c’era anche una cappella dedicata a S. Silvestro, dotata di molti privilegi e oggetto di devozione degli abitanti di Montefortino.
Della chiesa si conosce poco, anzi, molte non ne conoscono neppure l’esistenza. Oltre alla bolla di Lucio III, alcuni dati ci vengono riportati dal Serangeli.
Ma dov’era questa chiesa? Secondo alcuni storici, l’edificio di culto doveva essere nella contrada Valli vicino alla cosiddetta Pozzariga. Ma esaminando alcune mappe antiche e leggendo attentamente il testo di S. Serangeli, a mio parere, la chiesa stava in un posto diverso, da individuare nell’area tra la scuola media S. Serangeli, il campo di calcio e la via di Valmontone.
Il primo di questi disegni dove è riportata la chiesa di San Pietro lo troviamo nella galleria delle carte geografiche nei musei Vaticani. Questa colossale opera voluta da papa Gregorio XIII ed eseguita da artisti paesaggisti di talento fra il 1581 e il 1585. Tra gli oltre 40 paesaggi realizzati con la prospettiva a volo d’uccello, nel pannello di Lazio e Sabina vediamo Montefortino ripreso da sud e nella vallata tra Montefortino e Valmontone si riconoscono due strade ed un fiume e tre edifici quasi allineati. Nel primo sotto Montefortino è da riconoscere la chiesa di S. Pietro, al centro la chiesa di S.Nicola, ed in fondo, posta tra l’incrocio di due strade con dietro un fiume è la basilica di S.Ilario.
In un’altra mappa, anche questa del 1600 circa, vediamo Montefortino con sotto il rettifilo di una strada ed un ponte. Questa potrebbe essere l’antica via Latina pedemontana che oggi, proveniente dalla via di Giulianello passa sotto Artena e prosegue per Colleferro. Ne è testimone il ponte romano ancora esistente (Il ponte del Vaso). Ecco, in questa mappa, proprio sotto Montefortino, si diramano due strade, quella per Valmontone e l’altra per Velletri, e al centro di queste due strade un grande edificio con torre o campanile che assomiglia tanto ad una chiesa. La mappa più chiara, è quella fatta tra la fine del XVI sec. e gli inizi del secolo successivo, conservata nell’archivio Borghese, dove, (confrontandola con una mappa di oggi) si riconosce l’esatta ubicazione della chiesa di S. Pietro.
Al centro della mappa è riportato Montefortino con le sue case e le sue chiese, sotto una strada che proviene da Belitri e prosegue per Segni, passando sotto la chiesa del Rosario. Da sotto questa chiesa si dipartono tre strade che poi hanno delle strade di collegamento tra di loro. La prima a destra di chi osserva la mappa è da riconoscere nel percorso, con quella che oggi va a Velletri, questa a una prima diramazione verso l’interno e poco più avanti un’altra diramazione che passa dove oggi è colle Cadelino e poi ritornare sulla strada principale. La seconda strada è quella che va a Valmontone, ed una terza strada, quella che va alla contrada Valli, che passa vicino alla cosiddetta Pozzariga (si vede nelle mappa ). Ed ecco la prova che la chiesa non era vicino alla Pozzariga. Osservando bene la mappa, la strada di Valmontone si unisce a quella di Velletri, attraverso la prima diramazione di questa, comunemente conosciuta come via del laghetto. Nell’area racchiusa da questo incrocio è riportato un grande edificio con una croce, è questa la chiesa di San Pietro.
Riguardo alle notizie dell’esistenza della chiesa, ce le fornisce S. Serangeli agli inizi del 1700 quando scrive dei monumenti esistenti a Montefortino. Nel descrivere il percorso della via Latina sotto Montefortino scrive: “…da questo luogo (colle Cadelino) poi la detta via Latina, traversa per le vigne della contrada le Valli, dirimpetto alla terra di Montefortino, ove come ho detto può giudicarsi fusse il fundus stagni, (laghetto) vicino alla proprietà del Beneficio di S.Pietro, tagliando la moderna strada, che guida a Valmontone, dove fu ritrovata stesa a terra la colonna miliaria con il numero XXXIV e la scritta D.N.IMP.CLAUD. (ora posto a destra del portone d’ingresso del palazzo Borghese). Scrive ancora il Serangeli: “..che in questo luogo fu trovata una cassa con coperchio (un sarcofago) e all’interno il cadavere di una donna adorna di gioielli che se ne impossesso il proprietario….e aggiunge:..- in una vigna vicino dove dicono fosse l’antica chiesa di S.Pietro, sono stati discavati molti sassi e pezzi di colonne antiche con due lapidi, alquanto rustiche e quasi simili di figura…..” (questo potrebbe far pensare ad un piccolo cimitero vicino alla chiesa). Serangeli torna a parlare della chiesa di S. Pietro in un’altra pagina del suo manoscritto descrivendo dettagliatamente tutte le chiese di Montefortino. “La chiesa di S. Pietro era presso la via latina, dove oggi è la vigna di Barlam, figlio di Giosafat Bucci. Vicino ad essa vennero ritrovati resti di antichità”. Con questo testo, l’autore ci indica l’esatta ubicazione dove era la chiesa, confermandoci che al suo tempo ormai non esisteva più. Ulteriore conferma della chiesa in questo luogo si è avuta dai resti di murature venute alla luce durante la costruzione della scuola Serangeli che ho visto personalmente insieme al prof. Lorenzo Quilici, notizie riportate nel suo libro La civita di Artena dal quale riporto parte del testo. “Nel costruire la scuola media comunale, a sinistra della via di Valmontone, a circa 450 m. a nord dall’incrocio dell’attuale via Latina, nel 1973, si sono incontrati e distrutti i resti di un grande fabbricato con murature in opera quadrata di tufo e calcestruzzo. Da me esaminati personalmente nel 1981. La costruzione doveva essere assai vasta, perché la sua demolizione ha interessato anche la costruzione delle case che sono sorte vicino alla scuola”.
Non sappiamo quando la chiesa sia stata abbandonata, ma si potrebbe pensare dopo la distruzione del 1557 quando venne proibito al clero la celebrazione dei riti ecclesiastici.