SCELGO DI ESSERE INDIGNATA

IL CONSIGLIERE DI OPPOSIZIONE SOFIA FIORELLINI SCRIVE SUL NOSTRO GIORNALE: “SONO INDIGNATA PERCHE’ CONTINUO A CREDERE CHE LE ISTITUZIONI DEBBANO ESSERE GARANTI DELLA GIUSTIZIA, DELLA LEGALITA’ E DELLA DEMOCRAZIA, AVENDO COME UNICO INTERESSE IL BENE COMUNE

Alla luce dei recenti fatti che hanno coinvolto la nostra città, oggi abbiamo il diritto di essere indignati, abbiamo il diritto di pensare che non vogliamo che a rappresentarci siano amministratori accusati di corruzione, concussione, falso ideologico in bilancio. Anche se una sentenza non è stata ancora emessa, tutti noi abbiamo il diritto di non accettare tutto questo come la normalità, abbiamo il diritto di voler vivere in una comunità sana. Nei giorni immediatamente successivi, ho avuto modo di esprimere la mia indignazione su quanto accaduto attraverso i miei canali social, ma in questa sede intendo approfondire le ragioni di tale sentimento. Io oggi sono indignata perché – secondo fonti di stampa – quello che sta emergendo dalle indagini è che a una giovane e onesta professionista sarebbe stato chiesto di “lasciare libero il campo” perché non accettava di redigere un bilancio falso, come alcuni avrebbero voluto. Forse perché dichiarare il dissesto poco prima della successiva tornata elettorale non avrebbe garantito credibilità agli occhi di coloro a cui avrebbero chiesto il voto. Perché come “asfalto i voti”, se non ho soldi per farlo? Oggi sono indignata di fronte a qualche centinaio di euro in buoni pasto dati in cambio dell’affidamento di lavori pubblici. Sono indignata di fronte all’affidamento di lavori a ditte “amiche” attraverso gare truccate. Sono indignata perché le nostre risorse, i nostri servizi e i nostri luoghi di aggregazione, valgono molto di più. Ma evidentemente non erano oggetto dell’attenzione dei nostri amministratori. Diciamolo forte. Oggi sono indignata di fronte a concorsi e bandi pubblici cuciti addosso ad alcuni individui, ai quali quel posto forse era stato già promesso. Sono indignata perché un amministratore non può prediligere nessuno, un amministratore non può fare promesse o gli interessi del singolo. Oggi sono indignata perché, ripensando alla bellissima esperienza che è stata la campagna elettorale, ho la conferma di quanto il voto non sia stato libero, quanto quelle elezioni non siano state l’espressione libera della volontà degli elettori. Sono indignata perché credo che quella che è emersa sia solo la punta di un iceberg che rappresenta un modus operandi diffuso e reiterato negli anni. Sono indignata perché abbiamo pagato, e continueremo ancora a pagare, le conseguenze di una città messa in ginocchio, perché chi doveva prendersene cura l’ha usata per fare gli interessi propri e di pochi altri. Ecco perché paghiamo tasse altissime, perché abbiamo una posta che funziona a metà, perché abbiamo penato per avere uno straccio di semifarmacia aperta, perché il palazzetto non l’ha finito mai nessuno, perché non abbiamo un’isola ecologica o luoghi di aggregazione. Perché alla mala politica i nostri bisogni non interessano. Alla mala politica interessano “gli amici”, lo scambio di favori, il guadagno spiccio a danno della comunità, delle nostre tasche. Dunque, oggi io scelgo di essere indignata perché continuo a credere che le istituzioni debbano essere garanti della giustizia, della legalità e della democrazia. Chi sceglie di amministrare una città può e deve fare una sola promessa a tutti i cittadini: farlo con responsabilità, nel rispetto della legalità, avendo come unico interesse il bene comune. Oggi è il tempo di dissociarsi a gran voce da questo modo di amministrare. E dico “oggi” perché evidentemente tutto quello che è stato fatto finora non è bastato. In virtù di questo, il Sindaco e la sua maggioranza si dimettano, facciano un atto di responsabilità, un atto dovuto alla nostra comunità, soprattutto in un momento di così grande difficoltà e smarrimento. La nostra comunità è stanca di tutta questa illegalità latente. Liberateci da questa macchia di disonestà e mediocrità. Liberateci, perché abbiamo voglia di costruire un’alternativa.