E’ APPENA ENTRATO MARADONA

IL CALCIO PIANGE IL DIECI ARGENTINO.

C’è un luogo, in alto, molto in alto, dove tra monti, valli, ruscelli, fiumi, laghi, insiste una immensa e piatta distesa verde di erbetta appena tagliata.

In un angolo Johan Cruijff, rigoroso olandese, sta facendo squot. All’angolo opposto George Best, capellone irlandese rubizzo, continua a palleggiare da anni ininterrottamente. Al centro di quella distesa Ferenc Puskas e Alfredo Di Stefano si stanno mettendo d’accordo su chi deve stare avanti e chi deve appoggiare la difesa. Sulla fascia Gigi Meroni ha messo sette birilli e li sta driblando in continuazione in andate e ritorno. Dietro a tutti c’è Gaetano che li guarda sorpreso e pensa: “Sarà dura metterli d’accordo?”. A fianco a Meroni compare “uccellino” Garrincha, assiste ai dribling di Gigi scuotendo la testa, poi lo sposta, prende il pallone e fa altrettanto. Garricha condisce i dribling con i doppi passi, con gli arresti e le ripartenze improvvise. Meroni guarda compiaciuto e accarezza la sua gallina.

E’ in quel momento che si sente un boato e una luce violenta squarcia il cielo.

Sul campo tutti si fermano, si guardano e poi applaudono inchinandosi: è appena entrato Diego Armando Maradona.