In questo numero siamo andati a sentire i residenti dI Maiotini, la terza Contrada per ordine di popolazione di Artena. “Non c’è un’iniziativa amministrativa che coinvolga la comunità che vive qui. La qualità sociale della vita non è quella che ci attendevamo. E’ così da anni, ormai, però è anche colpa nostra che non sappiamo aiutare adeguatamente chi ci amministra”
Non ci sono molte novità sotto il sole a parlare di Contrade di Artena. Dopo aver letto delle rimostranze dei residenti di Macere e Colubro, in questo numero ci siamo recati a Maiotini che è la terza contrada in ordine di popolazione. E’ la contrada più vicina al centro urbano di Artena, ed è quella che confina, con la sua parte alta, con il Centro Storico.
Parlando di Maiotini intendiamo rachiudere anche la Maddalena, lo Schiavo, i Lombardi, Casal di Mondo, fino a Canalicchi e al confine con il territorio della provincia di Latina, la Cambogia, fino a Pozzo Novo, passando per il Cavone e Fontallafico.
E’ una zona che ricopre la parte sud del monte Patrarquara, digradando fino alla valle sottostante.
“A Maiotini c’è una scuola – comicia Giovanni – una chiesa e null’altro. Nel senso che si sentono più le assenze che le presenze”.
“Molte volte ovviamo a queste assenze – prosegue Maddalena – con i nostri comitati di zona: quello che si occupa degli aspetti organizzativi e quello che, invece, si occupa del Palio”.
“Ma la Contrada è talmente vasta con il territorio – dice ancora Giovanni – che certi servizi stanno al centro di Maiotini, ma non nelle altre zone”.
Questa, come ripetiamo ormai da due numeri del nostro giornale, è una mancanza che è prerogativa dell’intero territorio che è vastissimo, e che è ampio anche all’interno della Contrada stessa.
“Certo – dice ancora Maddalena – non è che pretendiamo che scuola o chiesa o altri servizi importanti possano stare in ogni zona della Contrada, ma l’attenzione, quella la pretendiamo”.
“Per attenzione – chiosa Luigi – vogliamo dire che almeno una volta alla settimana si possano vedere in giro gli organi della Polizia Municipale o qualche operatore ecologico nei punti nevralgici, di fronte alla scuola o di fronte alla chiesa, ad esempio”.
“Questo basterebbe e sai perchè? Perchè ci sentiremmo almeno considerati. Avremmo qualcuno con cui lamentarci”.
Questo non è il Paese del lamento, anche se queste tre intreviste parrebbero far pensare al contrario. Piuttosto chiediamoci perchè tutti quelli che abbiamo ascoltato, fino ad oggi, si sono lamentati?
“Forse perchè la visione amministrativa – aggiunge Rossella – è limitata al singolo e non alla collettività. Voglio dire che si è sempre pensato all’interesse dell’amico che vive in Contrada piuttosto che alla Contrada stessa”.
Questo, però, è un malvezzo italiano che in un piccolo Paese si amplifica.
“Se una città deve scegliere di eleggere un rappresentante della Contrada vuol dire che non si fida e che ha necessità di qualcuno che guardi gli interessi di quella comunità”
Ma siamo sicuri che poi questi rappresentanti poi lo fanno ?
“Ecco – prosegue Rossella – non siamo sicuri se lo fanno, perchè quando arrivi al Palazzo gli interessi sono molteplici e tra le priorità la Contrada non c’è”.
Questa situazione Artena la coltiva da anni (forse accade anche negli altri luoghi) Si cerca, cioè, di inserire nelle liste elettorali personaggi delle varie Contrade per accapararsi il voto di quella zona, e le persone scelte a volte rappresentano famiglie grandi di numero e quindi con tanti voti, ma poi, in qualche caso, manca la qualità. Per carità, questo è un discorso molto generale, non applicabile nel contesto di questa intervista, non fraintedete.
“Nessuno dovrà pretendere ma tutti dovranno ritenersi responsabili se queste Città ha mostrato grossi problemi – esordisce Franco -. Di cosa dobbiamo parlare? Delle strade della Contrada? Dei frattoni d’Estate? Dell’acqua che non arriva? E una situazione talmente incancrenita che non ha soluzioni. Non c’è un progetto al Comune che parli di Maiotini. Non c’è un’iniziativa amministrativa che coinvolga i cittadini di qui”.
In realtà non sembra che anche a Macere o al Colubro, sia stato garantito un tenore di vita sufficiente.
“Infatti nessuna Contrada – prosegue Franco – ha il tenore di vita che si aspetta all’interno di una comunità. Qui ci sono case e non negozi, persone e pochi servizi, giovani e nessun ritrovo. A me non interessa, ad esempio, la rete fognaria nuova o l’utenza idrica di rilievo, è evidente che queste sono cose importanti ma che dovrebbero essere il lavoro corrente per un’amministrazione che, quando riesce a farle le fa passare come qualcosa di straordinario. A me interessa di più la qualità sociale della vita. Ecco, a Maiotini sono insufficienti i servizi ed è totalemente assente il cuore del Comune”.
E con cuore Franco intende tutte quelle iniziative che portano una crescita morale e civile di una comunità.
“Oltre a questo – suggerisce Maddalena – io sono più concreta e sono interessata a quello che si tocca e si vede. Quindi strade e illuminazione pubblica, ad esempio, che sono carenti. Le strade si riparano grazie alle votazioni e quindi ogni lustro, l’illuminazione pubblica, invece, è insufficiente, visto che ci sono zone completamente al buio. Per non parlare dei fossi. A Maiotini ci troviamo sotto la montagna e ad ogni pioggia i fossi presenti si riempono di qualsiasi materiale e non vengono mai puliti, poi però c’è chi ci chiede la gabella”.
Vi siete fatti una ragione di questo stato di cose?
“Ci siamo fatti una ragione che questo stato di cose non cambia. Ormai c’è rassegnazione – chiude Giovanni – la sorpresa sarebbe se qualcosa cambiasse in bene. Credo che non sia nemmeno e solo responsabilità amministrativa, le colpe, infatti, vanno ricercate in entrambi gli interlocutori: il Comune con la sua burocrazioa e con i suoi burocrati, ma anche noi cittadini di Maiotini, siamo certi di esserci comportati sempre come in una comunità?”
Giovanni è stato onesto, perchè se le cose non vanno in una famiglia, non è sempre colpa degli altri. Probabilmente in quella famiglia chi è delegato non sa esserlo nella giusta maniera, e chi lo ha delegato ha sbagliato grossolanamente il giudizio.
In concclusione, gli amministratori sono lì perchè qualcuno li ha votati. Ecco, oltre al voto diamogli anche il nostro aiuto, è fin troppo semplice togliersi la corresponsabilità e lavarsi le mani quando le cose vanno male.