SFIDANO LA GRAVITA’ IN UN TURBINIO DI COLORI

INTERVISTA AGLI SBANDIERATORI E MUSICI DEL CARDINALE BORGHESE

Mi hanno sempre affascinato le esibizioni degli sbandieratori:i volteggi delle bandiere,simili a voli di grandi farfalle che con le loro ali variopinte ricamano nel cielo mille motivi, in un vorticoso turbinio di colori che si intrecciano, si sfiorano, sembrano voler sfidare la gravità. Per saperne di più, mi rivolgo a Matteo Riccelli, segretario e socio fondatore dell’associazione “SBANDIERATORI E MUSICI ALFIERI DEL CARDINAL BORGHESE”.
Innanzitutto grazie per la disponibilità. Quando hai deciso di fondare anche ad Artena un gruppo di sbandieratori, e cosa ti ha spinto?
“È nato tutto nell’estate/autunno del 2006. In quel periodo infatti con un gruppo di amici tutti molto giovani abbiamo iniziato ad incontrarci tutti i pomeriggi presso il campetto de Lo Schiavo per imparare a sbandierare e creare qualcosa di diverso ad Artena. Qualche anno prima alcuni di noi avevano partecipato alla formazione di un primissimo nucleo di sbandieratori voluto dal Comune da inserire all’interno del corteo del Palio, progetto interessante e stimolante ma che naufragò dopo nemmeno un anno, e cosi dopo aver riunito un po’ di quei ragazzi e attirandone di nuovi, siamo riusciti a comprare le prime bandiere e un paio di tamburi. A gennaio 2007 sfilammo per la prima volta ad Artena in occasione della festa di S.Antonio Abate e nella primavera di quell’anno arrivò il primo nucleo significativo di ragazzi e ragazze che ci permise di aumentare il nostro numero e di partecipare a luglio al nostro primo campionato nazionale per sbandieratori, esperienza che non portò ovviamente grandi risultati ma che ci lanciò nel mondo della Federazione Italiana Sbandieratori della quale risultiamo ancora attualmente l’unica Associazione iscritta nella provincia di Roma e unici rappresentanti della Regione Lazio insieme agli Sbandieratori di Cori, con i quali siamo gemellati”.
Avete avuto qualche difficoltà iniziale a livello logistico-organizzativo o prettamente materiale?
“Le difficoltà iniziali sono state legate soprattutto all’acquisto del materiale nonché al fatto di dover fondare un’associazione cosa non facile vista la nostra giovane età. Inoltre avevamo la necessità di avere degli spazi a disposizione per organizzare le nostre prove, cosa che negli anni è stato uno dei problemi ricorrenti. La nostra passione e la nostra voglia ovviamente non bastavano a superare le difficoltà economiche e burocratiche, e per questo inizialmente ci appoggiammo ad un’altra associazione di sbandieratori del comprensorio grazie alla quale abbiamo potuto fare esperienza ed iniziare a svolgere le nostre attività ad Artena. Dopo qualche tempo abbiamo fondato ufficialmente l’Associazione attuale”.
Quanti sono gli sbandieratori e i musici e avete ruoli o compiti definiti, ad esempio particolari specializzazioni?
“Negli ultimi anni il numero dei nostri membri attivi oscilla intorno alle 30/35 unità a fronte di un numero di soci complessivo che si attesta intorno alle 50/55 unità. Infatti la nostra associazione è composta non solo da coloro che realmente svolgono attività di sbandieratore o musico ma è aperta anche ad ex atleti, simpatizzanti, e soci che svolgono altre mansioni e che partecipano comunque alle attività dell’associazione che non riguardano solamente allenamenti, gare ed esibizioni. Se parliamo di specializzazioni, i membri attivi si dividono in sbandieratori, tamburini e trombettisti”.
Come si svolgono i vostri allenamenti,in che consistono?
“Ovviamente il 2020 è stato un anno drammatico anche per noi e attualmente anche la nostra associazione è ferma nonostante avessimo tentato di ripartire con gli allenamenti ad ottobre dopo un’estate fatta un po’a singhiozzo. Le nostre prove si svolgono generalmente due volte a settimana, all’aperto in estate e al chiuso in inverno, in tutti i settori ci si dedica in parte al miglioramento della tecnica individuale e poi tutti insieme ci si dedica alle prove degli spettacoli o alle prove degli esercizi da portare in gare durante tornei o campionati nazionali. I ragazzi che si dilettano in singolo e coppia, si allenano anche al di fuori di questi giorni quasi quotidianamente perché vi posso garantire che utilizzare contemporaneamente 4-5 bandiere è qualcosa che richiede grande maestria e notevole sforzo fisico. E i nostri atleti migliori in questo campo posso dire che sono adesso dei veri e propri maestri apprezzati in tutta Italia”.

Come nascono i movimenti coreografici delle bandiere,e chi ne è l’autore?
“In realtà si cerca sempre di condividere le idee in fase di preparazione di uno spettacolo o di una gara, ma i movimenti base sono quelli che vengono fuori dalla tradizione e dalle scuole di bandiera storiche italiane. Nel nostro caso, pur avendo a pochi chilometri di distanza la famosa scuola di bandiera Corese, inizialmente decidemmo di ispirarci a scuole di bandiera diverse per cercare di non creare un clone degli sbandieratori di Cori, cosa che avviene sistematicamente nella nostra zona. Cercammo di trarre spunto dalle scuole di bandiera emiliane, toscane e marchigiane per creare il nostro stile, proprio questa è stata la nostra fortuna perché ci ha dato modo di creare qualcosa di tradizionale ma allo stesso tempo ben caratterizzata e strutturata nella sua tipicità. Utilizzare una tecnica diversa e più diffusa a livello nazionale di quella che viene utilizzata nelle nostre zone, ci ha permesso di poter gareggiare e confrontarci con città molto più grandi di Artena, ci ha permesso di calcare piazze importantissime e ci ha fatto conoscere le grandi realtà di Palio Italiane come Ascoli, Ferrara, Faenza, Asti etc etc”.

Parlami dei musici: vederli e sentirli è come fare un viaggio a ritroso nel tempo,ai tornei medioevali,emozionante.
“Nonostante io sia uno sbandieratore, ammetto che tamburi e trombe sono la parte più affascinante dell’intero gruppo. Suonare un tamburo o una tromba richiede tantissima applicazione e una conoscenza molto approfondita dello strumento.
L’atmosfera che si respira durante un’esibizione o durante una gara è possibile viverla solamente grazie alle marce e ai brani che vengono suonati dai nostri ragazzi, senza il gruppo musici le sole bandiere non potrebbero suscitare nello spettatore le stesse emozioni. Questi ragazzi diversamente da quel che si pensa, devono affrontare un periodo di gavetta molto duro prima di esibirsi in pubblico, infatti suonare uno strumento storico non è assolutamente paragonabile al suonare uno strumento in una normale banda cittadina e richiede molto impegno prima di poter vedere risultati concreti, infatti si suonano note diverse, c’è un approccio totalmente diverso allo strumento, si suona in costume storico con tutte le difficoltà che ne derivano”.

Di quali premi si fregia il vostro palmares? So che avete sempre avuto grandi soddisfazioni e riconoscimenti vari. Avete fatto anche tournèe?
“Come detto in precedenza, siamo uno dei gruppi della Federazione Italiana Sbandieratori e questo significa che annualmente partecipiamo a tornei e campionati di caratura nazionale. Abbiamo girato praticamente tutta l’Italia partecipando a questi eventi, dalla Sicilia al Piemonte, e in questi anni complessivamente abbiamo portato a casa circa 70 trofei portando sempre in alto il nome della nostra città. Molti dei trofei sono stati conquistati dai fratelli Alessandro e Leo Latini che si sono ormai ritagliati un posto d’eccellenza tra i più forti sbandieratori di tutta la penisola, ma tutti i ragazzi che hanno indossato il nostro costume hanno sempre dato grandi soddisfazioni alla nostra associazione. Oltre alle gare contiamo all’attivo più di 200 spettacoli ed esibizioni nel Lazio e fuori regione”.

Quali sono i vostri programmi per quando torneremo alla normalità,quali appuntamenti vi aspettano?
“Sarebbe sufficiente poter tornare alla piena normalità e continuare ciò che fin qui abbiamo costruito. Cercheremo di riprendere le nostre attività puntando soprattutto a far aderire nuovi ragazzi e ragazze alla nostra associazione. Tra gli obiettivi al di fuori dell’attività propria con bandiere, tamburi e trombe c’è la maggior valorizzazione della nostra sede a Santo Stefano che ci ha concesso la Parrocchia che stiamo cercando di fare diventare una centralità nel Centro Storico, e l’organizzazione di qualche manifestazione a tema storico o torneo di bandiera che da qualche anno manca ad Artena”.
Per finire,immagina di dover convincere un ragazzo o una ragazza ,ad entrare nel vostro gruppo:quali argomenti useresti,cosa gli diresti ?
“Far parte di un’associazione è sempre un bene per un individuo, al di là dello scopo dell’associazione che può sembrare a volte “superfluo” o poco importante. Credo fermamente che dedicare del tempo ad un’associazione significhi innanzitutto entrare in un micro mondo fatto di regole ed impegni che fanno crescere i giovani nella consapevolezza che esiste in generale il rispetto delle norme dello statuto, delle norme per lo svolgersi delle attività ma soprattutto il rispetto per i propri compagni, ed esiste il confronto civile tra individui diversi per risolvere problematiche o affrontare diverse situazioni. Stare in un’associazione come la nostra significa, anche imparare a fare un’attività non convenzionale, imparare la storia e la cultura della propria città che riviviamo quotidianamente attraverso i nostri simboli e i nostri colori, conoscere persone di altri gruppi in tutta Italia. Stare con noi significa potersi dedicare anche ad altre attività come organizzare eventi o curare uno spazio di Artena ben definito come può essere la nostra sede, ma anche imparare a girare e conoscere altre città con le loro tradizioni e culture. Sicuramente far parte degli Sbandieratori e Musici di Artena è tutto questo, ma significa principalmente far parte di qualcosa che nel corso degli anni può diventare parte integrante della propria vita poiché a differenza delle attività sportive classiche le nostre attività non hanno limiti di età e soprattutto ognuno può esprimersi come meglio crede e secondo le proprie attitudini in tutti i campi delle nostre attività sociali. In ultimo direi soprattutto ai genitori dei ragazzi più giovani che far parte di un gruppo come il nostro, permette a ogni singolo individuo di diventare un ingranaggio fondamentale di un meccanismo complesso, ogni atleta ha un ruolo preciso all’interno di uno spettacolo o di una gara in cui il gruppo si muove e agisce come un unico corpo, e questo modello mentale della nostra attività può agevolare il singolo nella vita di tutti i giorni in cui tutti noi siamo chiamati ad essere parte di qualcosa di più grande. Imparare ad essere un buon atleta singolarmente, saper suonare e sbandierare per contribuire alla riuscita di uno spettacolo che si fa tutti insieme e che nessuno da solo non potrebbe fare, sembra la metafora del modello a cui dovrebbe tendere la nostra città in cui ogni singolo individuo si adopera per essere un cittadino esemplare e per far del bene alla collettività, nella consapevolezza che senza la comunità ogni singolo cittadino non avrebbe modo di esistere”.

Ti ringrazio Matteo, ti confesso che ho sempre un pò invidiato la vostra abilità, ho provato qualche volta a casa ad imitare i movimenti più semplici ,ma ho smesso subito per non finire in traumatologia…

AMBRA CIPRIANI