COME E’ NATO IL CALENDARIO

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RACCONTIAMO CON UN ARTICOLO DI VITTORIO BEGLIUTI COME E’ NATA LA CONTA DEI GIORNI. STORIA, LEGGENDA, CURIOSITA’

Il calendario è un’invenzione dell’uomo per riuscire a dare un ordine al tempo, partendo dalla suddivisione e dal succedersi delle stagioni, delle fasi lunari e della rotazione della terra intorno al sole. Nei millenni sono state alcune decine le “invenzioni”, partendo da quello dei Maya – uno dei più famosi e fra i più antichi – e basati su diverse interpretazioni del fluire dei giorni. Quello che ha avuto il maggior… successo, poiché ha avuto una valenza pressoché mondiale, è stato il calendario gregoriano, la cui storia è tutta italiana. Era il 1570 quando il medico e astronomo calabrese Luigi Lilio inizia a studiare un nuovo calendario che successivamente viene approvato da Papa Gregorio XIII – Boncompagni nel 1582, dieci anni dopo la sua salita al soglio pontificio. Questo calendario soppiantò i numerosi che nei secoli si succedettero: quello solare che si basava sul periodo di rivoluzione della terra intorno al sole e che durava 365,24 giorni; quello lunare che si fondava sulle diverse fasi lunari e che era pari a 354 giorni; quello romano repubblicano, voluto da Numa Pompilio o da Tarquinio il Superbo secondo alcuni studiosi, che si basava sulle fasi lunari e durava 355 giorni. Quest’ultimo però aveva un grande problema: le 12 lunazioni x 29 giorni ciascuna davano 354 giorni, mentre l’andamento delle stagioni (legate all’anno solare, cioè alla rotazione della terra intorno al sole, anno solare) ne aveva di giorni 365,24. Venne trovato, allora, un …compromesso, come diremmo oggi, per ovviare allo slittamento di avvenimenti e riti religiosi in date e periodi differenti con il trascorrere degli anni e addirittura dei secoli. L’inconveniente venne superato con l’introduzione di un mese aggiuntivo, detto “Mercedonius”, ogni due anni, mese della durata di 27 o 28 giorni e che aveva inizio il 23 febbraio. L’inconveniente, però, continuava ad esistere. Solo con Giulio Cesare, divenuto Pontifex maximus e come tale capo dei riti religiosi, venne introdotto – dopo un suo viaggio in Egitto e l’incontro con l’astronomo-matematico Sosigene – il calendario solare, detto “giuliano”, basato appunto sul movimento della terra intorno al sole. Si avrà così un anno di 365 giorni con un anno bisestile ogni quattro. Per l’introduzione del nuovo calendario nel 44 a.C. fu però necessario allungare il precedente anno 45 a.C. di 90 giorni, che diventerà l’anno più lungo della storia. Ciò fu dovuto per il riallineamento con le stagioni. Con il calendario gregoriano, che il Papa introdusse con bolla nel 1582, vennero risolti i problemi creatisi con quello giuliano: continueranno ad esistere gli anni bisestili ogni 4 anni, meno quelli centenari non divisibili per 400. Ad esempio l’anno 2000 è stato bisestile perché divisibile per 400.  Ma grande attenzione fu quella di dare l’inizio all’anno nuovo il 1° gennaio. Nasce quindi il “Capodanno” e l’anno bisestile avrà nel mese di febbraio il giorno 29. Nel giro di circa 4 secoli fino ai giorni nostri ci sarà l’allineamento dei Paesi europei che adotteranno il nuovo calendario gregoriano. Per primi saranno i Paesi cattolici ad aderire dal momento che fu un Papa a volerlo, seguiranno poi quelli protestanti – che l’avevano rifiutato in un primo momento – per motivi economici. I Paesi ortodossi, dopo una forte resistenza, lo adottarono nel 1918 con il Consiglio dei Commissari del popolo con la Russia per prima. Sarà la Grecia ad adottare il calendario gregoriano per ultima nel 1923, adeguandosi al resto d’Europa. Nel mondo, però, seguirono quasi tutti i Paesi nell’aderire all’uso del nuovo calendario.    

Una curiosità è quella che ci ha offerto il monaco matematico ed esperto di Sacre Scritture Dionigi il piccolo, vissuto nel VI secolo d.C. a Roma. Incaricato dall’allora Papa Giovanni I di studiare come fissare la data della Pasqua, arrivò a una prima conclusione: i calendari allora in uso erano da riformare poiché un avvenimento fondamentale per la Chiesa, la nascita di Gesù, non era presa in considerazione. Era l’Antico Testamento con la creazione del mondo che dava il via alle datazioni allora in vigore o la fondazione di Roma o, secondo una tradizione, l’inizio dell’impero di Diocleziano. Secondo il Vangelo di Luca, Giovanni Battista iniziò la predicazione “l’anno quindicesimo del regno di Tiberio Cesare”, Gesù venne battezzato all’età di circa 30 anni da Giovanni e quindi Dionigi il piccolo stabilì che la nascita di Gesù avvenne nell’anno 754 dopo la fondazione di Roma, cioè al primo anno dell’era cristiana. Il suo ragionamento sarebbe stato esatto senonché nasceva un problema non da poco: allora non si conosceva lo “zero”, introdotto solo più tardi dai matematici arabi. Ciò comportava il fatto che la datazione di Dionigi passa dal 31 dicembre dell’1 a.C. al 1° gennaio dell’1 d.C.. A parte questo calcolo inesatto, ma dovuto solo alla non conoscenza dello zero, studi moderni hanno spostato la data certa della morte di Erode il Grande – che ordinò “la strage degli innocenti” per uccidere Gesù – all’anno 4 a.C.. Pertanto da questa certezza gli studi ipotizzano la nascita del salvatore al 5 o al 4 a.C.. Da allora, però, anche per decisione di Carlo Magno che lo impose a tutto il suo impero, lo studio-proposta di Dionigi è ancora oggi valido.