ARTENA E ITALIA, CONTE E FELICETTO

IL TEATRINO DELLA POLITICA IN REALTA’ E’ IL GRANDE PALCOSCENICO DELLA RAPPRESENTATIVITA’

Avete mai sentito un politico (sia uomo che donna) dire: “faccio questo perché penso che vada bene per me?” Tranne Razzi (che Crozza ha contribuito a rendere una maschera, quindi visto con umorismo e indulgenza), mai da nessuna parte lo ha detto, quindi, per converso ogni volta che tutti dicono “lo faccio per il bene di Artena, dell’Italia, dell’Europa…”, non vado oltre per ovvi motivi, ci troviamo di fronte a un proposito che non possiamo scartare se non in base a quello che pensiamo di chi lo afferma, quindi diciamo che è un giudizio-pregiudiziale. Ora, avendo seguito la crisi del governo italiano dovuta al ritiro delle ministre di Italia Viva (diciamo Renziane, per chi vuol metterla cosi, togliendo dignità alle persone in causa), al di là della mia opinione, sulla questione cosa ho capito? E che raffronti posso fare con la situazione politica di Artena, che una crisi simile l’ha vissuta alcuni anni fa? Esattamente quando quattro cosiddetti erminiani (seguaci di Erminio Latini) uscirono dalla giunta di Felicetto Angelini (sindaco), accampando come motivazioni un po’ le stesse delle ministre di I.V.: mancanza di ascolto e coinvolgimento e poco peso nelle decisioni. Ma anche per queste parole ‘poco coinvolgimento e poco ascolto’, vale lo stesso discorso se si fa per un nobile motivo, quindi diciamo che il terreno della politica è un terreno inevitabilmente di maschere, dove le parole non sono azioni dentro un processo produttivo materiale, ma azioni e parole in un palcoscenico teatrale, perciò, quando si dice ‘teatrino della politica’ si pensa di dire una cosa spregiativa, ma lo è solo perché si usa il diminutivo, la realtà è che si tratta di un gran teatro quello della ‘rappresentazione’ politica. Torniamo al parallelo tra Artena e Italia, cosa c’è di diverso (tranne la pochette) tra Felicetto che cercava consiglieri per puntellare la sua maggioranza e Conte che cerca senatori per puntellare il suo governo? Se qualcuno si alza in piedi e me lo spiega lo ascolterò in silenzio, e solo dopo aver sentito il suo discorso, prenderò a mia volta la parola per replicare se ne ravviso la necessità.

Cosà c’è di diverso tra la risposta di Domenico Pecorari che disse di andare in aiuto di Felicetto perché voleva contribuire a dare una amministrazione ad Artena e quelli che sono andati in soccorso di Conte, per il bene dell’Italia? Come prima, ascolterò chi ha l’ardire di provare a spiegarlo. Qual è quindi la questione che tento di porre? Provare a ragionare in modo più profondo e capire che, a volte, le cose che succedono nella nostra cittadina sono emblematiche di quello che succede a un livello più importante, e quindi comprendere che la cosa pubblica è sempre politica e politica importante; anche nelle crisi e nei cambi di casacca o assunzione di responsabilità, dipende da come osserviamo le cose in quel momento. Dopo aver visto Conte, PD e altri all’opera per il bene dell’Italia, favorendo spostamenti di senatori a loro sostegno, credo che l’operazione di Felicetto di qualche anno fa, vada rivista con occhio diverso, e anche Domenico Pecorari dovrebbe essere rivalutato per le sue scelte a favore dell’amministrazione. So bene che il bisogno di identità cerca sempre un avversario sul quale scaricare le proprie miserie, ma so altrettanto bene che è un esercizio deleterio per tutti, ma alcuni non se ne accorgono perché sono attraversati dalle ‘passioni tristi’ come le ha chiamate Spinoza, ma lo stesso Spinoza ha detto che si possono superare le ‘passioni tristi’ con l’esercizio e la volontà. Dai, abbiamo speranza.

La Politica, a volte è pregna di sostanza, altre volte è un guscio vuoto (solo forma), ci sono tanti stadi mediani per lo più, e bilanciare queste cose: ‘forma e sostanza’, è molto complicato, ma è il compito  di ogni buona politica. Ricordiamoci sempre, però, che lo sapremo solo dopo, dai ‘resti’ della sua azione, dai risultati che incidono sulle nostre vite.

Esattamente come una rappresentazione teatrale, si da un giudizio da come ci sentiamo dopo l’uscita.

renatocentofanti@libero.it