BENVENUTI AL SELVATICO

Continua la nostra indagine nelle contrade di Artena. dopo macere, colubro e Maiotini, questa volta siamo andati al selvatico. lo abbiamo fatto in maniera diversa, ci siamo affidati a Sandro Palone, che al selvatico c’è nato e ci vive. una persona che al Selvatico ha realizzato una compagnia teatrale e che rappresenta un’eccellenza del territorio

Aspettiamo tempi migliori, come tutti. Siamo in silenzio, viviamo nelle nostre case, tutte colorate, una distante dall’altra. Aspettiamo che finisca questo periodo particolare, e ci salutiamo a distanza, contenti ancora una volta di vederci. Vivere nella mia Contrada Selvatico vuol dire amare la natura. Dalla mia finestra vedo i campi marroni appena arati e campi ancora verdi, di un verde intenso che ti fa strizzare gli occhi nello sguardo. La campana della piccola chiesa della Madonna del Buon Consiglio, dove gli Angeli disegnati nella abside centrale sembrano cantare nei giorni di festa, ci raduna nella preghiera dove c’è sempre un sorriso da ricambiare. A volte rumori lontani rompono l’armonia della quiete, ma poi torna il silenzio che ci appartiene nell’anima e ti riempie le narici dilatate, per assaporare ogni piccolo istante. Sono nato qui, tanto tempo fa e ho imparato ad amare questo posto a poco a poco. Lo porto sempre con me nei miei viaggi di fantasia, come un amico da ricordare. Terra per me benedetta èamata senza fatica”. Appena superata quella curva, vedo la vita che mi appartiene, le case, gli alberi, i sentieri e la roccia bianca, dove gli uccelli appena nati imparano a volare, si lanciano nella valle immensa ancora selvaggia, quasi a toccare l’infinito, Prima da soli e poi stormi di uccelli che ombreggiano davanti al sole. Il tuo nome Selvatico, da una fonte di acqua, una sorgente naturale tra due montagne, dove donne antiche, con le gonne ancora lunghe, riempivano le Conche di rame, da portare sulla testa. Da bambino con i miei calzoni corti, amavo stare disteso in mezzo ai filari dell’uva acerba della nostra vigna, guardando il cielo per aspettare il rombo di un aereo e poi amare l’affievolirsi del rumore ormai lontano, poi il silenzio, e in quel silenzio aspettavo la notte per ringraziarti e dedicarti la mia poesia, come ad una sposa in quella piccola chiesa. Sempre amata, nel mese di maggio, quando fioriscono le rose.

Il fiore di maggio

Il cielo di maggio si apre, e l’aria è serena,

un raggio di sole s’affaccia dietro una chiesa.

Gocce di brina, accarezzano una rosa,

e aprono il fiore, di una giovane sposa.

Fiorisce di maggio la rosa più bella,

 vestita di petali bianchi come una stella

e danza in mezzo tra tutte le rose,

un amore profondo, l’amore più grande,

più bello di tutto il mondo.

Annaffia la rosa ogni giorno che passa

e cresce più alta di tutte, la più innamorata,

quando il sole più caldo, dall’alto la bacerà vivrà

per un istante di più, solo per farsi amare.

La mia Contrada, nei miei ricordi di bambino non è cambiata molto. Una sola strada che ci unisce e tanta natura. Le scuole elementari che io avevo frequentato non ci sono più. Le persone che ci vivono oggi amano la campagna con onorato affetto. Tutti ci rifugiamo ormai aldilà della curva.  Tante sono le persone che hanno amato questa Contrada, e tutti hanno fatto del bene, curata e abbellita nell’aspetto, sin dai primi anni del 900. A volte mi basta alzare lo sguardo, per sentire intorno l’eco bellissimo della vita. È qui il mio rifugio e trovo la pace sincera con la solitudine della mia poesia. Tutto orchestrato da sapienti musicisti che narrano la nostra storia. Tanti ricordi di una vita, nella mia mente, alcuni sbiaditi e altri indelebili, mi appartengono dopotutto. Come la primavera che verrà, così dalla mia finestra vedrò il glicine in fiore, il mio orto preparato alla semina. Bambini che giocano e ci daremo abbracci che abbiamo dimenticato.

SANDRO PALONE

ALTRE PAROLE DAL SELVATICO

Oltre alle parole di Sandro Palone, abbiamo, comunque, ascoltato anche altri residenti del Selvatico. “Fatevi un giro sulle strade della Contrada- dice Carla – e vi renderete subito conto di come la Contrada non ha alcun interesse nella considerazione del Comune”. Questa delle strade è una riflessione che abbiamo finora riscontrato dappertutto. “E l’illuminazione pubblica? – Fa eco Giovanni – per non parlare delle scuole. A Macere, al Colubro, a Maiotini ci sono, qui c’erano, ma poi hanno pensato di toglierle” Ma quante scuole sarebbero servite ad Artena, se in ogni contrada ci sarebbe stato da realizzarle? “In Italia- prosegue Giovanni – ci sono paesi che hanno un numero di abitanti inferiori alla nostra Contrada, e in questi paesi le scuole ci sono”. “Ma qui manca tutto- subentra Carla – non solo le scuole. Manca uno studio medico, ad esempio, manca un negozio, manca ogni servizio che può essere utile alla comunità. Si vive in campagna con le bellezze della campagna ma anche con i difetti della campagna, che sono le assenze di ogni normale servizio, compreso quello della raccolta dei rifiuti”. Perché non viene fatta? “Si viene effettuata, non fraintendete, ma le strade sporche chi le pulisce e quando? Ad Artena ho visto passare un mezzo che fa la pulizia delle strade, quello stesso mezzo io al Selvatico non l’ho mai visto. E se eventualmente passasse non lo fa con frequenza”.