CHISTO E’ GLIO PAESE ‘GLI SCORDATI

È una Città sola Artena, fuori da ogni logica sociale, fuori da ogni logica civica. Attenzionata dalle Istituzioni Statali come lo era più di un secolo fa e per questo scarsamente aiutata nel cammino di crescita. Sembra quasi un “vedetevela voi, noi ci siamo rassegnati ai vostri comportamenti”. Ma vedercela da soli noi non siamo capaci, abbiamo sempre necessità di un capofila e noi non siamo quasi mai capo, troppo spesso siamo fila, a volte gli ultimi della fila

Quante volte avete sentito dire dai nostri nonni, in tempi non sospetti: “chisto è glio paese ‘gli scordati”. Mai questa affermazione è stata così attuale come in questo momento storico, con una pandemia che ha scoperchiato il vaso di Pandora e ha messo a nudo tutte le nostre manchevolezze. Artena è un paese pieno di crepe dove si insinuano delinquenza e malaffare che minano sempre più a fondo le basi del Paese stesso. Ma Artena è davvero il Paese degli ultimi? Ne abbiamo avuto conferma (anche se non avevamo bisogno di conferme) la scorsa settimana quando alcuni amici per effettuare il tampone antigenico rapido, sono dovuti recarsi nella farmacia comunale di Lariano. Come è possibile che in un tempo in cui tutti si sono industriati per permettere ai cittadini di avere una risposta rapida e sicura sul covid, Artena non lo ha fatto? Da una rapida indagine, ci siamo accorti che per il tampone gli artenesi si sono rivolti a Colleferro, a Lariano, a Velletri, al Piglio e in altre strutture della zona. Non certo ad Artena! Restando in tema non va dimenticato che per molti mesi il nostro territorio è stato sprovvisto di farmacia e per averla si sta facendo i conti con la Magistratura. È sorprendente, davvero lo è, che si sia scritto dell’apertura della farmacia e poi del dispensario come se fosse un atto di chissà quale straordinarietà, quando averne (di farmacie) rientra nell’assoluta normalità. Piuttosto il contrario è abnorme e contro natura. Ecco, questo è il Paese, oltre che degli scordati, anche delle cose normali e correnti, che diventano straordinarie ed epocali. Da oltre mezzo secolo si fa passare la realizzazione di una fogna o di un tratto idrico, ad esempio, come se fosse l’uovo di Colombo, ma nella realtà sono lavori che rientrano nella corrente quotidianità di ogni Comune che si rispetti. E della Posta ne vogliamo parlare? È immeritevole per una Città di quindicimila abitanti, che l’ufficio postale di Artena sia rimasto aperto in questi mesi di emergenza sanitaria solo al mattino (apertura pomeridiana tornata in vigore dal 18 gennaio). È indecente che ce ne sia solamente uno, ed è ancora più vergognoso che per le restrizioni sanitarie si permettano, invece, assembramenti esterni, file chilometriche soprattutto di anziani con il freddo e la pioggia. Tutto questo è distinguente in negativo, considerato che in altri Comuni non si è agito in egual maniera e che gli uffici postali sono rimasti aperti anche nel pomeriggio. Non è una decisione che ha preso la direzione dell’ufficio di Artena, di questo siamo certi, ma arriva dagli uffici centrali. Il problema è che nessuno ha mai sollecitato tali uffici a comportarsi in maniera differente e in rispetto della popolazione di Artena. Appare chiaro questo distacco della nostra Città anche sul fronte del commercio. Non parliamo delle strutture piccole e medie, che hanno sofferto la crisi e stanno tuttora raschiando il fondo del barile per tirare avanti. Parliamo delle grandi strutture di vendita, quelle delle multinazionali che pure sono presenti ad Artena. Ebbene se vi fate un giro nelle stesse strutture che sono nei paesi e città limitrofe, vi accorgerete che vi è una differenza con quelle presenti ad Artena, una differenza non solamente fatta dalla grandezza dei locali, ma anche dal prodotto a disposizione degli acquirenti. Senza dire delle scuole. Questo è l’unico centro che non ha un istituto superiore, né pubblico né privato. Sull’argomento le promesse dei vari amministratori che si sono susseguiti ad Artena, sono state decine e decine, nessuna però è giunta a compimento e quel che più stona della faccenda è che non c’è stato alcuno che dopo le promesse non mantenute, abbia avuto il desiderio di spiegare ai cittadini il motivo di questa perdurante assenza. L’impiantistica sportiva, poi, è sotto gli occhi di tutti. C’è un articolo su questo numero del giornale che descrive la situazione del campo sportivo. Una squadra in serie D che sono tre campionati che gioca raminga in altri stadi. Da quest’anno gioca ad Artena, certamente, ma rigorosamente a porte chiuse per il covid. Sarebbero state chiuse ugualmente però, perché il campo non ha la tribuna e per questo non è inquadrato nei parametri della federcalcio. Un Paese, Artena, dove ci siamo fatti mancare tutto, solo il degrado sociale e morale sono ben presenti e rappresentano il vero scoglio da superare, così, per non restare ultimi e scordati in eterno!