PER AMORE (SOLO PER AMORE) DI ARTENA

L’anno che ci ha lasciato è completamente da dimenticare. Da oggi, però, rimettiamo al centro la nostra Città con la forza delle idee che dovranno essere il motore trainante per la rinascita

Vittorio Begliuti. Penso all’arricchimento dello spirito, alle facoltà individuali e alla capacità di giudizio. Per questo sogno per Artena un TEATRO

Il nostro illustre concittadino Giorgio Colangeli in un suo articolo su “Altra Artena” ha affermato che “il teatro spesso è come una medicina”.  Certo una affermazione forte in periodo di Covid 19 pandemico. Ma è proprio così. I politici e il pensiero di molti ritengono che il teatro, come luogo in cui si fa, anzi, in cui c’è Cultura e Arte, in genere sia un orpello perché con esso “non si mangia”. In questo ultimo anno di pandemia i teatri sono rimasti chiusi. Molti diranno “…ma manca il lavoro, sono aumentati i cittadini in povertà assoluta, ci sono file lunghissime alla Caritas, Al Banco alimentare, a Il Pane quotidiano… e tu pensi al teatro?”. Si. Io sogno per Artena un suo teatro, non certo dalle grandi dimensioni, ma una piccola bomboniera in cui poter svolgere attività culturali e artistiche, magari per solo un centinaio di persone. Anche solo sognare la realizzazione di un luogo dove gli artenesi possano trascorrere momenti di svago…artistico-culturale, un luogo di aggregazione per giovani e meno giovani che aspirano – perché capaci o non – ad avvicinarsi alla cultura, all’arte. Il teatro che ho in mente potrebbe essere lo shaker che mescola rappresentazioni teatrali, presentazione di libri, convegni, congressi, mostre di pittura, di fotografia, spettacoli musicali, lettura di brani di poeti e di scrittori. E credo che ad Artena e nel territorio gruppi musicali e compagnie teatrali che potrebbero esibirsi ce ne sono! La nostra cittadina non può, non deve servirsi per le occasioni descritte sempre e solo della sala nell’ex Granaio o del Palazzaccio, quest’ultimo veramente non confacente per gli spettacoli.  Comprendere e gustare la bellezza di un’opera teatrale o musicale – qualunque essa sia – in un ambiente…naturale che è il teatro è fondamentale. L’arte e la cultura contribuisce ad “arricchire lo spirito…e a migliorare le facoltà individuali e…le capacità di giudizio” (TRECCANI). E noi esseri umani ne abbiamo tanto bisogno. Un teatro per Artena, quindi. Sognare è un poco vivere. E io sogno!

Vittorio Aimati. Un vero piano turistico-culturale che metta in luce l’Oro del Centro Storico

Un sindaco della zona, particolarmente visionario, deceduto qualche anno fa, in visita al Centro Storico di Artena mi disse: “Vedi Vittorio, se io avessi tutto questo ben di Dio (indicando quello che lo circondava), Artena l’avrei cambiata da così a così” (girando il dorso della mano). E ho creduto fermamente che avesse potuto farlo, perché aveva capito che la rinascita della Città sarebbe eventualmente passata solo con un progetto turistico/culturale a lungo raggio che avesse posto al centro proprio il Borgo Antico di Artena. Penso davvero che l’unico appiglio per una nuova crescita cittadina debba essere ricercata nel passato e, quindi, nella valorizzazione profonda, assidua, intensa del Centro Storico. Si può fare attraverso un progetto che possa rafforzare l’offerta culturale e potenziare i sistemi di fruizione turistica, tramite il recupero e la riqualificazione delle zone del centro storico artenese che versano in condizioni di degrado; con interventi su grandi contesti edilizi con destinazioni d’uso culturali; attraverso il recupero e la riqualificazione di grandi attrattori e dei luoghi della cultura. Sarebbe necessario ampliare i sistemi economici e collegarli alle attività culturali con l’intento di finanziare produzioni audiovisive e manifestazioni incentrate su luoghi, personaggi, eventi storici, con iniziative e attività per la celebrazione di personaggi di particolare rilevanza per la storia del Paese.

Barbara Fontecchia. Solidarietà e rispetto per tutti aspettando che finisca…‘a nuttata

Cosa augurare a questa città per il futuro? Partendo da Valle dell’Oste, quartiere che mi ospita, auguro a tutti di non spaccare le gomme finendo in uno dei tanti crateri. Di trovare nei nostri piazzali i cestini per le deiezioni dei cani. Di avere uno spazio di verde attrezzato in cui sostare nelle calde sere d’estate: due panchine, tre alberi una giostrina. Il piazzale del mercato pulito. All’intera città auguro di non subire più il traffico pesante che ci strozza. Di poter usufruire dei locali del consultorio in costruzione, riuscendo a risparmiare i circa 20.000 euro di affitto annuo. Di poter contare su queste risorse per interventi nel sociale. Le auguro una città dello sport che sappia offrire oltre al proprio servizio, l’immagine di una società che sa rinnovarsi nello spirito e che sa ridare una conformazione qualitativa alla propria espansione urbanistica. Le auguro il parco della villa comunale usufruibile per tutto l’anno. Le auguro mille occasioni di aggregazione e di confronto. Di dialogo e di ascolto. Le auguro i conti in ordine. La trasparenza. Le auguro l’entusiasmo dei progetti nuovi e la speranza di vederli realizzati. Le auguro di restare lontana dalla cronaca nera. Le auguro eventi culturali attraverso cui distinguersi. Un centro storico frequentato. Le auguro attività commerciali vivaci. Ma se proprio non dovesse andare così… auguro ancora a tutti la solidarietà ed il rispetto individuali che ci permettono di ricostruirci come collettività e di andare avanti. Come diceva Eduardo: “A da passà ‘a nuttata”

Davide Vendetta. Cambiamo la concezione con cui guardiamo ciò che ci circonda

Per amore di Artena mi piacerebbe vederla cambiare, seppellire la nomina criminale e vederne nascere una culturale. Da una città come questa non mi aspetto che la corruzione sparisca con uno schiocco di dita anche se lo vorrei. Per farlo c’è bisogno di rinnovare la concezione con cui guardiamo ciò che abbiamo attorno, non perché le persone non ne siano in grado ma perché una vita di paese chiuso può appassire persino le proprie passioni. In primo sarebbe bello vedere più decoro per i nostri spazi verdi, da una maggior cura da parte del comune per la Villa, a una vera raccolta dei rifiuti che spesso vengono abbandonati nel menefreghismo assoluto. Per i ragazzi, invece di lasciarli desiderare di diventare mafiosi, dovremmo incoraggiarli alla ricerca delle passioni che sono dentro di loro. In molte città si cerca di creare dei luoghi di interesse che non abbiano una casta di popolarità ma basati sulle idee e programmi di attivismo sociale che si vuole intraprendere. Vorrei spazi concessi ai ragazzi per attività di gruppo e crescita personale. Creiamo iniziative verdi, proiettiamo documentari nelle piazze e a scuola, creiamo tanti eventi. Vorrei vedere mostre pubbliche piene di dipinti del paese, strumenti e racconti della tradizione, un susseguirsi di sagre con prodotti artigianali come avviene a Lariano, eventi di cinema organizzati come drive-in. Artena non cambierà da sola, sono le persone a doverlo fare, altrimenti manteniamo il degrado e lamentiamocene inutilmente finché di questo paese rimarranno macerie.

Ambra Cipriani.  Chiedo un maggior senso civico e un rispetto per la “cosa comune” da parte dei cittadini

Penso che il primo passo per la rinascita o ricrescita di Artena sia un maggior senso civico e rispetto per la cosa comune da parte dei cittadini: la città non è pulita? Certo, se la sporchiamo, se non raccogliamo le deiezioni dei cani… Giardinetti e spazi comuni, sono pochi? Ma se i vandali si divertono a distruggere e sporcare anche quei pochi… Piano della Civita, un patrimonio archeologico inestimabile, non valorizzato? Sorvoliamo, è meglio! Piscina comunale, strutture sportive, ricreative, culturali di aggregazione per tutte le età, sarebbe bello, ma mi tornano in mente i vandalismi e i furti a cadenza annuale nelle scuole, le piantine divelte dalle aiuole, le panchine fracassate, i giochi dei bimbi abilmente smontati, i cestini dei rifiuti rovesciati o distrutti… Per questo per prima cosa maggior rispetto per Artena, è nostra, è CASA NOSTRA, il resto lo lascio agli amministratori. Faccio mie le parole di J.F.Kennedy: “Non chiederti cosa Artena può fare per te, ma cosa tu puoi fare per Artena”.

Renato Centofanti. Un parco pubblico attorno al Palazzetto dello Sport, per apportare una storia nuova nel panorama cittadino

Artena ha bisogno di molte cose, ma alcune ‘Istituzioni Sociali’ sono imprescindibile se si vuole avviare un ‘Rinascimento’ complessivo della cittadina. L’Idea che propongo è: La creazione di un parco pubblico da realizzare nei dintorni del palazzetto dello sport in via Valmontone. Un parco con alberi e cespugli che generi una macchia cromatica tale, da assomigliare all’effetto che crea Central Park (fatte le debite differenze di grandezza). Perché un Parco Verde del genere? I motivi principali sono tre: 1) la necessità di avere un luogo di incontro intergenerazionale per il tempo libero, lo sport e il divertimento dei più piccoli. 2) la creazione di un luogo di assoluta bellezza naturale e cromatica, renderebbe la nostra cittadina unica nel circondario e potrebbe diventare un elemento caratterizzante del buon vivere. 3) tale creazione e realizzazione emanciperebbe il paese dalle catene dei lasciti dei Borghese, a partire da una ‘Villa’ che, di fatto non è vivibile o non lo è stata finora, se non per il periodo del Palio. Tutte le strutture importanti della cittadina sono di creazione del periodo storico riferito ai Borghese, e ciò è ovvio in quanto Montefortino (poi Artena) era feudo dei Borghese. Ma avere l’ambizione di apportare una storia nuova nel panorama cittadino, è importante per avere un futuro e una visione nuova. Tale opera sarebbe di grande impatto e ambizione civile e sociale per la collettività.

Brunello Gizzi.  Ripartire dalle scuole come luoghi di Cultura

Della serie: “… eppur tornammo a riveder le stelle…” Ripartirei dalle Scuole come luoghi di cultura e servizi. Immaginare i plessi scolastici come luoghi di aggregazione post-lezione, con corsi aperti, spazi di socialità e per lo sport, la lettura, l’informazione e la cultura. Il covid ci penalizza, gli amministratori sono sotto inchiesta, ma l’educazione spetta ai genitori, agli insegnanti, ai nonni e a tutti coloro che hanno da proporre modelli positivi. Se poi, vogliamo parlare e costituire piani di lavoro su: piazze, centro storico, torre dell’acqua, viabilità, sede internet comunale, scuole, associazionismo… OK!

Giulia De Castris. Ciò che vorrei per tutti i giorni del nuovo anno e per l’intera Comunità di Artena

Questo è ciò che vorrei tutti i giorni del nuovo anno nella mia Artena migliore: coraggio, dinamicità, apertura, tolleranza, colore, cultura, informazione, riconoscere le differenze per esaltare l’uguaglianza, verità, flessibilità, luce, ecologia, trasparenza, scelte quindi libertà, un centro sportivo polivalente, arte, verde pubblico praticabile, musica, rispetto, cinema, inglese e tutte le lingue del mondo, respirare internazionalità, Europa, mondo, trasporti pubblici funzionali, poesia, allacci alla rete fognaria per tutti, decoro urbano, arredo urbano, spazi attrezzati per i bambini, illuminazione, passione, gioco, leggerezza, fluidità, diminuzione dell’abbandono scolastico, possibilità e alternative, lavoro, librerie, concerti, politiche sociali di reale sostegno, cura per l’altro, amore, strade pulite, una piazza vera, più istituti scolastici, inclusione, un centro storico pulsante, incubatori di impresa, spazi di coworking, rispetto per tutti i cittadini, cooperazione, legalità, sana competizione che porta competenza, negozi di dischi, Piana della Civita finalmente scoperta tutto l’anno e manutenuta e visitabile, integrazione, prospettiva, orizzonti su un futuro europeo, un’amministrazione senza macchia, letteratura, bellezza, cittadinanza attiva, sostegno all’associazionismo, trasmissione del sapere tradizionale e diffusione delle novità, spiritualità, teatro, immaginazione, danza, solidarietà, una pista ciclabile, fantasia, orientamento e sostegno alle scelte professionali e percorsi professionalizzanti, una scuola politica e filosofica, dignità, senso di comunità, togetherness, allegria, gentilezza, condivisione, benessere, socialità, armonia, felicità.

Sofia Fiorellini. Ripartire dalla costruzione di veri e sani luoghi aggregativi

Ad Artena purtroppo sono ancora molte le mancanze, quelle di cui una città non dovrebbe soffrire. Se si facesse un elenco, verrebbe una lista non troppo diversa da quella di una spesa: strutture per i giovani e per i più anziani, luoghi destinati alla fruizione della cultura in tutte le sue forme, luoghi dove poter praticare sport e far crescere le proprie passioni, momenti e luoghi addetti all’educazione dei più piccoli e non solo. Si dovrebbe, insomma, stilare un elenco e stabilire le priorità, per iniziare a mettere un mattoncino alla volta, fino ad arrivare ad una “Artena delle possibilità”, una città in grado di offrire a tutti uno spazio e un modo per realizzare le proprie aspirazioni, i propri sogni e necessità e il proprio benessere, migliorando così la vita di ogni cittadino. Ma una mancanza di cui non possiamo più fare a meno credo sia il senso di comunità. Se potessi scegliere da dove iniziare a costruire, partirei da qui. Viviamo in una città in cui spesso il tessuto sociale è stato distrutto e fratturato, e tra queste fratture si è insinuato l’individualismo, portando all’incapacità del vivere comune e civile. Troppo spesso ci troviamo di fronte ad atti o parole di odio, alla predilezione di sé stessi di fronte all’interesse comune, tra il pubblico come tra il privato. Questo porta ad una pericolosa disgregazione della nostra comunità. Questo processo, oltre che da strutturali difficoltà, è stato acuito dalla mancanza quasi totale in questa città di luoghi di aggregazione. In un mondo che cambia così velocemente, le piazze virtuali si sono sostituite a quelle fisiche, che da secoli svolgono il fondamentale ruolo di luoghi di incontro, di confronto e dialogo: i luoghi in cui le persone diventano comunità. Credo dunque che si debba ripartire dalle persone, dalla comunità e soprattutto dalla costruzione di veri e sani luoghi di aggregazione, di cui non fanno parte i parcheggi o il retro dei negozi o i centri scommesse, ma le piazze, i giardini e i luoghi di cultura.

Gioia De Angelis. Il mio desiderio per Amore di Artena: una serie di SPAZICURA, dove le persone possano incontrarsi e… rinascere”

Qualsiasi cosa, per nascere o rinascere, ha bisogno di cure, cioè di essere curata ma anche di prendersi cura. Per questo la mia idea è quella innanzitutto di uno spazio, che io chiamerei proprio SpazioCura: cioè un insieme di spazi articolati dove le persone possano incontrarsi. Tutto ruoterebbe intorno ad un Caffè/Libreria, che però sia anche biblioteca (la biblioteca comunale). Poi uno spazio attrezzato per bambini/ragazzi, uno per i giovani/adulti/anziani, con altrettanti spazi esterni per i giochi, per prendere aria nella bella stagione e per un orto. Una cooperativa (retribuita dal comune proprietario degli spazi) dovrebbe occuparsi di tenerlo aperto e pulito, e magari di gestirlo, nel senso che, oltre all’incontro puro e semplice, ognuno possa mettere a disposizione i propri talenti, quello che sa fare. In una sorta di banca del tempo e delle competenze, si potrebbe far incontrare la domanda e l’offerta, dove la domanda può essere di un idraulico, una baby sitter, un informatico, un infermiere, un legale, ma anche un poeta o una persona di buon senso per un consiglio, tutto pubblico e gratuito. Potrebbe essere utilizzato dalle associazioni culturali del paese per l’organizzazione delle loro attività ma anche per incontrarsi tra associazioni. Immagino un aiuto per mamme in difficoltà, bambini e ragazzi per un doposcuola, anziani o stranieri che devono sbrigare pratiche amministrative; come un pronto soccorso sociale-culturale. Dove si possano organizzare corsi di disegno o di pasta fatta in casa. Dove si possa discutere e fare letteratura, filosofia, musica, politica, cinema. Dove le persone possano sentirsi accolte. E dove magari, ma questo è davvero un sogno, ci sia un Teatro.

Allegra Perugini. Desidererei una proposta politica che coinvolga l’associazionismo e concepisca la Villa Borghese come un investimento e un’opportunità

Il benessere di un paese si misura anche dalla qualità e dalla quantità di aree verdi site in quel luogo: infatti in quanto spazi condivisi, aperti alla fruizione collettiva da parte di una comunità, essi sono veicolo di valori positivi come la socializzazione, l’integrazione, la condivisione delle esperienze e la responsabilizzazione verso il bene comune; e ciò potrebbe contribuire, di conseguenza, alla costruzione di un senso civico e del sentimento di appartenenza a una comunità solidale. Infatti durante l’epidemia da COVID-19, soprattutto a seguito del DPCM del 26 aprile dove veniva permesso l’accesso ai parchi, alle ville e ai giardini pubblici per passeggiare o svolgere individualmente attività sportiva o motoria, la presenza di aree verdi nelle città è apparsa come una benedizione. Infatti uno studio coordinato dall’Istituto per la bioeconomia del Cnr, pubblicato su Urban Forestry & Urban Greening ha evidenziato come l’esistenza di polmoni verdi nelle città sia correlato alla diminuzione di stress, ansia e depressione, oltre che al rafforzamento del sistema immunitario. Alla luce di ciò è lecito chiedersi perché ad Artena, che comunque ha in dotazione il parco di Villa Borghese concesso dall’omonima famiglia, il cittadino non possa godere di tale bene: o meglio può, ma solo durante la prima settimana di agosto quando diventa teatro per i giochi contadini del Palio delle Contrade. Escluso questo particolare periodo dell’anno, alla “nostra” Villa non è neanche concesso di essere relegata a una mera funzione estetica: da parco lussureggiante provvisto di una rigorosa vegetazione, oggi è difficile concepirlo come luogo dove farsi tutt’uno con la natura per via dell’erba incolta e delle panchine di ghisa ormai distrutte. Attualmente la manutenzione e la valorizzazione del parco sono affidate ad alcune iniziative volontarie filantropiche, per esempio l’associazione Artena è casa mea e voglio viverla a colori, che a proprie spese tenta di garantire le condizioni minime per fruire di quel grande spazio verde organizzando attività ludiche che passano persino attraverso la pulizia e la riscoperta del fascino della Villa. È però del tutto assente da decenni una proposta politica che potrebbe coinvolgere l’associazionismo esistente sul territorio ma che, dal canto suo, si faccia carico al livello istituzionale di un progetto, indicando soluzioni praticabili in tempi brevi. La verità è che si dovrebbe iniziare a concepire la Villa come un investimento, un’opportunità e non come una sovrastruttura da liquidare con irrilevanti interventi sporadici.

Massimo Vitelli (editore). È necessario ascoltare le esigenze dei commercianti artenesi

Lo spettro del lockdown sul Natale e nove mesi di covid hanno cambiato il mondo, e inevitabilmente hanno cambiato anche la nostra piccola realtà artenese. Lo stato di cautela, di responsabilità e di sacrificio al fine di arginare quello di disagio, hanno prodotto dei risvolti a mio avviso positivi tra i commercianti, seppur tra mille difficoltà. Le piattaforme nate recentemente sui social, proprio per contrastare questa situazione ne sono la testimonianza; poi è ovvio che le problematiche sono innumerevoli, dalla dislocazione commerciale del nostro paese, alla mancanza di “turismo commerciale” dai paesi limitrofi, alla mancanza di un piano programmatico a medio lungo termine tra amministrazione e commercianti, dovuta sia all’immobilità della prima, sia all’incapacità di noi commercianti (vedi recente passato) di dotarci di una vera associazione che riesca ad essere coesa e propositiva ma soprattutto che funzioni. Credo che ora come ora sia arrivato il momento di sederci insieme a un tavolo (cosa mai avvenuta purtroppo), al fine di affrontare e discutere di tutti i temi e problematiche che affliggono la nostra realtà. Solo ascoltando le esigenze di chi vive e lavora giornalmente in questo contesto si potrà provare a piantare un piccolo seme oggi nella speranza che domani ci siano dei frutti da raccogliere.

Augusto Iannarelli. Ai giovani chiedo di amare il Paese, la sua storia, la sua cultura, le sue tradizioni

Artena è bella così com’è. Viviamo in un paese ricco di storia, dove durante l’anno si tengono numerose manifestazioni sia civili sia religiose che tengono viva la vita del paese e delle sue contrade. Eppure manca qualcosa di permanente. Le manifestazioni sono momentanee, una settimana, massimo dieci giorni.  Quello che manca ad Artena, sono quei punti di ritrovo che sono vivibile durante tutto l’anno è per tutti gli abitanti del paese. Cose che una volta erano presenti: un cinema dove passare una serata, o ancora un teatro dove assistere a manifestazioni musicali, teatrali e altre manifestazioni culturali, senza dimenticare qualche locale per i giovani.   Mancano luoghi all’aria aperta per bambini, per giovani, per gli anziani, dove giocare, fare sport, passeggiare.  Sono tutte cose che abbiamo, in realtà, come il famoso palazzetto dello Sport e la villa Borghese, questi, per quanto mi riguarda, sarebbero già sufficienti, anche se per ora sono inutilizzabili.  Sarebbe un mio desiderio vedere realizzare queste cose per la mia Città. E poi far conoscere, amare e rispettare agli Artenesi il nostro patrimonio storico culturale. Le chiese con le loro bellezze, il Paese con i suoi vicoli, la Civita di Artena con i suoi segreti, il museo archeologico.  Il più grande desiderio, però, è quello di far capire ai giovani di amare il paese, la sua storia, la sua cultura, le sue tradizioni, e, soprattutto, abituarli al rispetto per il prossimo, quello che oggi a tanti manca