CARO SINDACO LE SCRIVO

LETTERA APERTA DEL NOSTRO PERIODICO AL PRIMO CITTADINO DI QUESTA CITTA’

Artena vive una crisi dovuta a un’inchiesta della magistratura che ha posto agli arresti domiciliari il Sindaco Felicetto Angelini: sono circa tre mesi che si protrae la situazione e non sembra sbloccarsi. Ad Artena viviamo una situazione di realtà amministrativa e cittadina ‘sospesa’ nel vuoto, in attesa che arrivi qualche decisione della magistratura, che ha tempi diversi da quelli delle necessità amministrative. Personalmente mi auguro un’archiviazione ma, detto questo, ripeto, la magistratura ha i suoi meccanismi e tempi, che stridono fortemente con le esigenze amministrative di Artena. A partire da tre mesi ad oggi, l’attività di giunta si è ridotta di oltre il 50%, le decisioni sono ridotte ai minimi termini, c’è un segretario comunale che viene ad Artena un giorno ogni tanto, non c’è fisso; come se la vita di 14000 persone fosse un diversivo e non un impegno giornaliero, costante e ben organizzato. Di altre lacune organizzative degli uffici nemmeno parlo, perché mi interessa un discorso più importante, quello della presa di coscienza del problema da parte dei rappresentanti della maggioranza di una cittadina ‘sospesa’ nell’incertezza e nella pochezza di governo. Facendo un esercizio puramente teorico, e immaginando che il Sindaco Felicetto Angelini possa leggere queste poche parole, sapendo che non può rispondere per ovvi motivi, mi accingo a porre la questione.
Egregio Sindaco Perché tenere incatenata la Sua vicenda giudiziaria, creatasi nell’esercizio della sua alta funzione, alla vita cittadina che, di questo incidente di percorso sta pagando le conseguenze, con un’amministrazione che mostra insufficienti standard deliberativi e una perdita di consenso cittadino molto consistente? I malumori sono diffusi, i cittadini si sentono privi di una guida, la cittadina sta scivolando verso una non amministrazione, la sfiducia sta prendendo il sopravvento sul resto. Questa situazione è negativa per tutti e per Lei prima di altri, perché se le cose perdureranno e gli standard amministrativi continueranno a essere insufficienti e inadeguati, certamente poi, la
responsabilità di questa situazione sarà Sua e non di altri, a Lei resterà questa macchia amministrativa, di una cittadina lasciata in una situazione di degrado diffuso. Capisco la Sua volontà di voler e poter dimostrare la Sua estraneità alle accuse, e ciò è sacrosanto, ma forse è il caso che prenda in esame di separare le due cose: la Sua difesa, e la guida di Artena. Il problema che pure Le si pone è: Fino a quando può legare il Suo destino personale al destino di una collettività cittadina? A questo dovrebbe rispondere, in cuor suo e nelle riflessioni che sicuramente starà facendo. Lei è il Sindaco di Artena, a Lei tocca la scelta da fare, soppesando tutti gli aspetti in questione e cioè, la difesa della sua onorabilità e la funzione amministrativa che, stante cosi le cose non può svolgere. Certo c’è il vicesindaco che gode della sua fiducia, ma un conto è la fiducia che lei riponeva nel vicesindaco con Lei in posizione di Sindaco, un altro con Lei in una condizione di non libertà di azione. Una cosa è certa però, la sua scelta è sotto gli occhi di tutti gli artenesi e ognuno la valuterà, in base agli effetti prodotti su Artena, non in base al Suo sacrosanto diritto di difendersi e uscire con onore dall’inchiesta. Perché ogni agire politico si giudica dai risultati e non dai principi, qualunque essi siano, da ciò che resta dopo una fase amministrativa e non da altro. Legittimo, e lo difendo, il Suo diritto a difendersi nel migliore dei modi possibili, ma questo diritto non deve ricadere su una cittadinanza allo sbando, perché senza una guida riconosciuta; Lei è stato eletto Sindaco, altri no. La invito a decidere per quanto tempo pensa che un suo delegato possa sostituire la sua funzione, confido nella sua coscienza civica di trovare una soluzione a questa situazione. Personalmente, Le auguro che possa uscire dalle accuse quanto prima e senza macchia.