Quando transita un bilico da 25 tonnellate a Valle dell’Oste, oltre al rumore e alle polveri, si producono vibrazioni che se dapprima infastidiscono, alla fine si insinuano in ogni azione che si compie in casa
Le considerazioni da fare in merito, o piuttosto in demerito, a via Valle dell’Oste sono molte. Nella realizzazione della strada non si è probabilmente tenuto conto fino in fondo della natura geologica del territorio. Se è vero che in profondità sono presenti strati tufacei, è pur vero che procedendo in superficie si alternano strati di lapilli ed elementi piroclastici seguiti da argille, limi, sabbie e ghiaiette alluvionali recenti che ne inficiano la qualità strutturale. Non per niente la zona era identificata con il toponimo “laghetto”. Probabilmente nella progettazione non è stata affrontata neanche una reale stima dei carichi che la strada avrebbe dovuto sopportare. Qui ogni giorno, oltre ad un intenso flusso automobilistico, transita qualche migliaio di mezzi pesanti, carichi e stracarichi di merci. Cosa è successo quindi ben presto? Che i tombini della rete idrica e fognaria sono sprofondati. Il fondo stradale ha ceduto. La regimentazione delle acque non ha tenuto. Quando piove tutto viene coperto da uno specchio d’acqua torbida sotto cui giocano a nascondino le voragini. A spaccare una gomma ci vuol poco. Chi ci passa tutti i giorni ha una specie di mappa topografica in mente e sa che, in qualche decina di coordinate è meglio non passare. Via valle dell’Oste è ormai da anni vergognosamente impraticabile e, nonostante ciò, pericolosamente praticata. Se quindi da un lato la strada produce rischi legati allo stato dell’infrastruttura, dall’altro è il tracciato ad aumentarne la pericolosità. La strada caratterizzata da tre rotonde (una in entrata, una in uscita ed una intermedia) oltre ad una curva a 90° costringe a brusche virate in cui prima si rallenta e poi si ridà gas. Il percorso strozza il quartiere residenziale che lambisce, facendo pelo e contropelo ad abitazioni e a zone commerciali. Quando transita un bilico da 25 tonnellate su un fondo come quello appena descritto, oltre al rumore e alle polveri si producono vibrazioni che se dapprima infastidiscono, alla fine si insinuano in ogni azione che si compie in casa. Se va male provocano fessurazioni. Le finestre delle residenze che insistono su questo versante hanno come perenne decorazione il cartello “vendesi”. In molti infatti desistono e decidono di cambiare casa. In merito al discorso smog si va a constatazioni empiriche. Forse una certralina di monitoraggio dell’Arpa sarebbe necessaria. A valle dell’Oste ci vivono diverse centinaia di persone. Si arriva sicuramente a qualche migliaio se si considerano le residenze a ridosso di via Velletri dove, se è pur vero che il fondo stradale è migliore, in quanto a vibrazioni, rumore, fumi di scarico e pericolosità in genere, la situazione non cambia poi molto. Lo stesso dicasi per il Plesso scolastico di via Ponte del Colle. Siamo stati molto fortunati quando, nell’ottobre 2018, si è rovesciato un carico di legname invadendo i marciapiedi adiacenti un supermercato. Gli enormi tronchi non hanno causato danni a persone ma solo bloccato la circolazione.
La necessità di apportare interventi è chiara a tutti e negli ultimi anni ne sono stati promossi diversi. Scorrendo la stampa locale ho trovato alcuni articoli in cui se ne è parlato:
-5 settembre 2019: via Valle dell’Oste sarà interessata da un profondo restyling. Con 200 mila euro finanziati dall’astral si stenderà un nuovo manto di asfalto con predisposizione per una nuova illuminazione e nuova segnaletica orizzontale (LatinaOggi).
-7 marzo 2020: L’assessore Pecorari afferma che grazie alla scelta di non aver più speso i 200 mila euro si è in grado di rifare completamente la strada. Quel fondo, è dirottato al rifacimento delle canalizzazioni utili ad evitare l’allagamento della strada nei periodi di pioggia. Parte dei 6,5 milioni di euro stanziati dalla regione Lazio saranno utilizzati da Astral per il completo rifacimento della strada (il Quotidiano del Lazio).
-29 giugno 2020: Si ribadiscono i contenuti su riportati (La nuova Tribuna)
E’ evidente e superfluo dire che, a parte la “leccatina di asfalto” di qualche giorno fa stiamo ancora aspettando. Tra l’altro non ho reperito aggiornamenti più recenti. Al contrario c’è stata una svolta in merito alla leggendaria infrastruttura che potrebbe cambiare l’assetto viario del nostro territorio. E’da decenni che si parla della Bretella Valmontone-Cisterna di Latina per indicare l’infrastruttura stradale che più precisamente dovrebbe collegare la SS 148 Pontina (altezza Campoverde) con l’autostrada A1 (altezza Labico). Il progetto è contenuto nell’elenco grandi opere e la realizzazione è considerata strategica a livello nazionale. Ma in Italia tutto, si sa, è maledettamente lento. Ciò che per un governo è nevralgico, per un altro può aspettare. La notizia comunque è questa: il 21 gennaio, il premier uscente Conte ha nominato Commissario l’amministratore dell’Azienda Strade Lazio, Antonio Mallamo. Suo compito sarà seguire, con poteri speciali, l’iter per la realizzazione dell’infrasttuttura. L’opera che fino ad oggi era stata considerata accessoria alla Roma-Latina avrà una storia a sé.
A questo cambio di rotta, ha fatto eco la voce dei comitati promotori del “NO”. Ho letto motivazioni legate all’ambiente, così come critiche tipiche dei BastianContrari. In molti casi si sostiene che il solo potenziamento della rete esistente possa bastare a risolvere i problemi connessi alla mobilità (abbattendone i rischi?). Qui mi lascio ad alcune riflessioni. C’è una parte di popolazione che aspetta quest’infrastruttura osannata, pubblicizzata, strumentalizzata ma finora rimasta un evanescente miraggio. Sono convinta che l’intera città abbia da guadagnare dalla realizzazione di questo bypass viario. Artena potrebbe trasformarsi in una piccola isola felice, a due passi dalle principali infrastrutture di collegamento, capace di godere dei benefici connessi alla sua posizione, ma finalmente libera da quel solco che da anni la deturpa. Penso che la nostra città debba essere in prima linea in qualsiasi tavolo di concertazione. In passato il Sindaco Angelini si è dimostrato concorde all’intervento, partecipando ai tavoli promossi di concerto con gli altri comuni interessati; oggi che sembra si sia giunti ad una svolta, mi auguro che si lèvi una voce ferma che sappia ascoltare, gestire, confrontare ed informare la cittadinanza, nonché insistere affinché nel tempo necessario al nuovo assetto, si possa godere di maggior sicurezza in via valle dell’Oste. Prestare attenzione allo sviluppo degli eventi, alle contestazioni, avere un tavolo aperto potrebbe far scongiurare ritardi e rinvii.
Così come evidenzio l’urgenza di alleggerire la strada da cui siamo partiti. Questa la mia opinione. Ora mi chiedo quale sia quella della nostra amministrazione. E soprattutto saprà intervenire affinché, durante questa trasformazione infrastrutturale venga messa in sicurezza la strada e la zona su cui grava?In altri termini: avremo un garante leader nel tavolo delle concertazioni e portavoce verso la sua cittadinanza?