PER AMORE (SOLO PER AMORE) DI ARTENA

PUBBLICHIAMO TRE IDEE, PENSIERI, SUGGERIMENTI DI CITTADINI ARTENESI E NON. LE RIFLESSIONI DI ENZA PENNACCHI, MARIA ANTONIA FRAIOLI, CARLO NONES

VIAGGIO IMMAGINARIO NELL’ARTENA CHE VORREI. ENZA PENNACCHI

Questa mattina, aprendo le finestre, ho pensato che la giornata fosse troppo bella per starsene a casa, quindi decido di fare una passeggiata da turista nel mio bellissimo Paese. Con calma parto a piedi da casa mia e in pochi minuti mi trovo nel centro di Artena.
La prima tappa la faccio davanti al Museo archeologico Roger Lambrechts. Incuriosita dal solito gruppetto di turisti in attesa dell’apertura del museo, mi intrufolo tra di loro per sentire i commenti che fanno guardando il Paese in alto. Sono tutti affascinati: “Wonderful! How can I get there?”. Effettivamente, da quando la torre dell’acqua è stata demolita, il panorama del Centro Storico si apre meglio alla vista ed è impossibile non ammirarlo. Altri turisti sono in attesa della navetta che li avrebbe portati su a piazza della Vittoria, dove di solito partono le guide turistiche per chi vuole visitare il Centro Storico. Per un attimo sono tentata dalla pigrizia, vorrei prendere la navetta anche io… ma poi non lo faccio, voglio proprio godere della bellezza delle stradine per arrivare su, almeno fino a piazza della Resistenza.
Quindi passo per la via del Borgo e una volta arrivata all’Arco Borghese mi fermo per guardare il balcone del Palazzo dov’è stata girata la famosa scena di Romeo e Giulietta di Franco Zeffirelli. Mi fermo a pensare come lui, prima ancora di noi Artenesi, avesse capito la particolare bellezza di Artena se ha deciso di girare proprio qui una delle scene più famose del film.
Arrivo a piazza della Vittoria, dove trovo il mulattiere che aiuta un turista a salire sul mulo per una visita al Centro Storico a dorso dell’animale. Artena non è carrozzabile, o si va a piedi oppure a dorso di mulo! A questo punto ogni strada è buona per arrivare su a Piazza della Resistenza, ma io decido di passare davanti la Chiesa di S. Stefano perché, come ogni turista che si rispetti, voglio fermarmi in un negozietto di souvenir per acquistare le famose cartoline che raffigurano Artena e le sue bellezze, così da aggiungerne alla mia collezione. Avete presente le cartoline? Quelle che una volta si spedivano? Il negozio nel periodo estivo è sempre aperto, quindi faccio i miei acquisti e proseguo la mia passeggiata.
Via del Crognaleto è una delle più belle. Piena di vicoli e piccole case con terrazzi e tanti fiori, sembra quasi di stare in un’altra epoca.
Regna un silenzio di pace, rotto solamente dagli zoccoli dei muli che nel frattempo mi hanno raggiunto, con i turisti sul loro dorso e le loro sonore risate. Io un po’ li invidio ma, anche se comincio a sentire la salita, proseguo dritta e spedita sui gradini senza esitare: anche un po’ per orgoglio!
Arrivo a S. Croce, la nostra Cattedrale, dove trovo altri turisti che sono appena scesi dal mulo. Aspettano il loro turno per entrare nella Chiesa, dove la guida sta seguendo un altro gruppo. Io mi faccio il segno della croce, come faccio sempre, e lì arrivano puntuali le farfalle nello stomaco: già, perché sono arrivata a via Maggiore, dove sono cresciuta. In ogni angolo mi rivedo bambina: quanti ricordi!
E proprio mentre ci penso, mi rendo conto di essere a piazza della Resistenza. Li faccio la mia bevuta alla fontana con la Conchiglia, finalmente!
Mi siedo e guardo il bellissimo panorama.
Mi viene in mente che quando ero bambina un anziano mi disse che lì, da quello stesso muretto, anche Garibaldi si era affacciato per guardare la valle sottostante… sarà vero?
Ma che bella giornata che è stata oggi.
Mi piacerebbe proseguire ed arrivare fin su al parco archeologico, per me il vero gioiello di Artena. Ma sono stanca e decido che la mia passeggiata per oggi termina qui.
Ma il viaggio immaginario prosegue…

AMO ARTENA E LA SUA GENTE SEMPLICE E DIRETTA – MARIA ANTONIA FRAIOLI

Ho vissuto la mia prima fanciullezza fino all’età di 11 anni. Risiedo da 60 anni circa in una pittoresca cittadina in provincia di Como: Erba. Quando c’erano ancora i nonni vi tornavo ogni anno ad Agosto, assieme alla famiglia, per ritrovarci almeno una volta all’anno con tutti gli altri della parentela, piuttosto numerosa.
L’ho sempre trovata come l’avevo lasciata a 11 anni. La maggior parte dei parenti non esiste più, la vita ci dà e purtroppo ci toglie. Non ci torno da dieci anni circa, l’ho comunque trovata come sempre, pulita e accogliente. Alcune persone in là con gli anni, dopo il mio passaggio, li sentivo mormorare: “ma quella non è la figlia di Clara?” Al che tornavo indietro sui miei passi e rispondevo commossa si, ero proprio la figlia, Mi intrattenevo quindi piacevolmente a ricordare con emozione il vissuto di tanto tempo trascorso, delle conoscenze comuni e dei tanti aneddoti. In sintesi: mi piace che resti così, con gente ancora semplice e diretta.

ADORO IL PAESE, MA E’ PIU’ DI UN ANNO CHE E’ COSI’ – CARLO NONES

Mi presento. Mi chiamo Carlo Nones, sono un architetto di Pisa dove abito, ho 52 anni e di Artena conosco poche persone.
Ho parenti nel Paese, anche loro non artenesi, ma che vivono da Voi da un quinquennio.
Da quando sono venuti a viverci, mi hanno sempre cantato le bellezze di Artena, a tal punto che, incuriosito, sono venuto a trovarli una prima volta nel 2018.
Incantato dal borgo, dai vicoli, dalle losanghe a scomparsa, dagli archi e dagli archetti e, soprattutto, dagli esseri umani, ho voluto tornarci e l’ho fatto in un paio di volte nel 2018, un altro paio di volte nel 2019 e anche nel 2020 in estate, quando la pandemia lo consentiva.
Sempre affascinato dal luogo e da chi vi abita, l’ultima volta in cui sono venuto ho trovato Piazza della Vittoria transennata per un crollo della pavimentazione.
I miei parenti mi hanno inviato una foto (che vi giro) scattata a febbraio 2021 e con sorpresa ho visto che la piazza è ancora impedita. A distanza di un anno circa, nessuno ha ancora messo le mani a una situazione di facile risoluzione tecnica.
Non sò, nè mi interessa di sapere, a dire il vero, se vi sono particolare responsabilità, o se esiste un contenzioso su chi deve mettere riparo al danno (così mi è stato paventato dai miei parenti ), a me interessa farvi notare che quel crollo è su un luogo storico di una importanza fondamentale per la città. E’ su un luogo ideato e costruito da John Van Santen (Vasanzio) il più grande architetto del Rinascimento, che è già deturpato (il luogo) dalle decine di auto in parcheggio ogni giorno: uno sfregio alla storia, alla cultura, alle persone, all’eventuale turismo.
Quella piazza della Vostra Città, per una comunità toscana, ad esempio, sarebbe oro che cola, sarebbe il fulcro di ogni manifestazione culturale, sarebbe il luogo pulsante della vita cittadina.
Quello, sarebbe un luogo sacro per le comunità che conosco grazie al lavoro ma anche grazie al diletto.
Pensate la grandezza della Vostra Piazza e non parlo della grandezza fisica, quella è evidente, parlo di una grandezza culturale di quel posto, incastonato tra due palazzi seicenteschi e la verticalità del Paese, che ha un ingresso maestoso come l’Arco sottostante e una veduta mozzafiato.
Nel seicento la Vostra Città doveva essere per il signore di turno (Scipione Borghese ndr), talmente importante da realizzare una porta d’ingresso come se ne vedono solo nelle grandi capitali dell’antichità.
Pensate a quanti paesi o città, anche quelli vicini a Voi, possono fregiarsi di un ingresso così formidabile? E ancora: pensate a quante città o paesi hanno una piazza in quello che è definito il Centro Storico, grande come quella che è presente ad Artena?
Non se ne trovano!
Questi particolari mi fanno pensare che Artena è stata in un lontano passato, una città prevalente e importante, o almeno lo sarebbe dovuto diventare.
Non conosco la storia del luogo per essere più preciso, è certo però, che una Piazza come quella che io ho visto merita un trattamento completamente differente e, soprattutto, una manutenzione quotidiana efficace e che le dia lo splendore che merita.
Grazie per avermi ospitato nelle pagine del vostro giornale.