PER AMORE (SOLO PER AMORE) DI ARTENA

SECONDO APPUNTAMENTO IN DUE GIORNI. OGGI LE IDEE I PENSIERI I SUGGERIMENTI DI ALBERTO TALONE E FATMIR VEIZI

ALBERTO TALONE – SAREBBE STATO NECESSARIO RIGENERARE FORZE NUOVE IN OGNI CAMPO

Mi resta alquanto difficile in questo momento storico esprimere alcune riflessioni in merito al futuro della nostra città.
Artena ha una maledizione di un retaggio storico che la perseguita nei corsi e nei ricorsi storici.
Prevedere il futuro del nostro paese è un’impresa di non facile soluzione, ma cercherò di dare alcuni riferimenti.
Artena in questi ultimi mesi è alla ribalta nazionale per i noti eventi drammatici accaduti, ma nello stesso tempo è nota per la sua storia passata ricca di luci ed ombre.
La nostra cittadina è conosciuta come il borgo più grande d’Italia non carrozzabile, per i suoi monumenti e per le sue manifestazioni civili e religiose.
Artena ha un potenziale culturale paesaggistico tra i più importanti dell’intera vallata del Sacco, ha un patrimonio archeologico primo nella regione Lazio, insomma ha tutte le qualità per essere una cittadina vivibile in tutte le sue forme.
Però c’è il rovescio della medaglia, come già detto all’inizio noi artenesi siamo particolari abbiamo in eredità dei geni cromosomici che ci distinguono da tutti.
La nostra storia è stata costellata da eventi luttuosi e ricchi anche di glorie, noi Artenesi siamo fatti così creiamo, facciamo e poi distruggiamo e qui mi riferisco alle tante associazioni, ai tanti eventi, alle tante manifestazioni che nel corso di tanti anni hanno visto la luce e poi tutto è morto e sepolto.
Quelle poche manifestazioni che sono sopravvissute vedi processione Madonna delle Grazie e più recentemente il palio delle contrade, hanno delle radici più profonde che ci hanno tramandato i nostri avi e le radici profonde non gelano mai come diceva qualcuno, e spero che le nostre tradizioni secolari resistano al freddo e al gelo dell’indifferenza e dell’apatia che attanagliano la nostra società.
Tenere accesa la speranza in questo momento storico è d’obbligo guardare al futuro è una meta non impossibile ma secondo me ci vuole una rinnovata coscienza di approccio un cambio di mentalità culturale.
Artena può, Artena deve, Artena deve essere una città del cambiamento per noi che ci viviamo che la amiamo , perchè le nostre radici sono qui la nostra storia la nostra quotidianità deve far si che la speranza la ricrescita dipende da noi e da nessun altro .
Il futuro è delle nuove generazioni se non si ama la propria terra se non ci riconosciamo nella nostra identità di essere Artenese come possiamo cambiare questo paese? Il male dei mali del nostro paese è quello di non aver rigenerato forze nuove in tutti i campi della nostra società civile, i mali del nostro paese purtroppo atavici e secolari ci perseguitano , dobbiamo veramente scrollarci di dosso tutto il fardello dei pregiudizi e dei giudizi che da troppo tempo ci assillano, dobbiamo fare un salto di qualità nel futuro, e questo lo può fare soltanto una generazione nuova ,
Io credo che Artena ce la farà nonostante questo contesto attuale aggravato dalla pandemia, Artena deve risorgere e il suo motto ce lo ricorda, risvegliamo l’orgoglio della nostra appartenenza ,guardiamo al futuro con questo spirito e sicuramente il domani sarà radioso come lo è stato nel corso del passato e come i nostri avi ci hanno insegnato.

FATMIR VEIZI – UNA PARTE DEL PAESE RESA INVALIDA DAGLI UFFICI CHIUSI

E’ un piacere e un onore per me, come straniero, poter pubblicare una opinione su un periodico locale, che riguarda Artena e su come vedo alcune situazioni.
Veramente sono molte le cose che io, a modo mio di giudicare, attualmente non trovo corrette.
Non parlo di questo ultimo anno di pandemia, ma ho notato precedentemente, ad esempio, che le feste patronali e dedicate, erano un vero e proprio evento importante, da qualche anno invece vedo la città spenta a livello di partecipazione, questo per dire che non trovo più quell’entusiasmo che vedevo i primi anni che ero ad Artena. Io vivo da molti anni al centro del Paese, in via del Municipio, e vicino c’erano gli uffici comunali e l’ufficio postale. Con il loro trasferimento si è resa invalida una parte del paese, completamente abbandonato e sembra che il paese alla politica e all’amministrazione non interessi più. Per tanti cittadini di una certa età non è facile scendere giù in piazza e perdere tempo e soprattutto sopportare file lunghe tra posta e Comune. Un effetto collaterale dell’assenza degli uffici comunale postali all’interno del Centro Storico, è quello che l’ambiente sta degradando. In che senso? Le strade, ad esempio, non si puliscono più come prima, persone che hanno un malcostume nel loro modo di vivere, abbandonano i rifiuti per la via e altri, quando portano il cane a passeggio, gli fanno fare i bisogni tranquillamente per strada senza problemi, senza sentir minimamente vergogna e senza raccogliere gli escrementi dell’animale. Ogni mattina devi stare attento a non metterci i piedi sopra. Per non parlare degli amanti dei gatti randagi a cui danno da mangiare ma non curano la pulizia.
Un altro fatto che mi sento di far presente riguarda la segnaletica stradale precisamente in cima a via Prosperi, dove c’è il bivio per andare a via del santuario e via del convento. In quel punto c’è una rotatoria, io come guidatore trovo sbagliato le precedenze segnalate sul manto stradale, praticamente là chi sta in salita, che è bella ripida, si deve fermare per dare precedenza a chi sta per scendere, una cosa che per il codice della strada è sbagliata, ma immaginate quando piove o quando c’è ghiaccio.
Per ultimo segnalo e desidererei che cambiasse. Artena è un paese turistico, o sbaglio? Quindi è un paese dove si deve camminare. Camminare, però, stimola la diuresi. Il Comune ha fatto ripristinare i bagni pubblici situati presso l’arco Borghese, ma per entrare lì dentro ci vogliono i muscoli e massima attenzione che si rischia di rompersi il collo per una scivolata, a buon intenditor poche parole.