“LA MAGGIORANZA HA CONTINUATO IN QUELLO CHE ERA IL SUO DOVERE”

Abbiamo intervistato Lara Caschera, avvocato, Assessore alla Cultura e alle Politiche Sociali del Comune di Artena. Sia le domande che le risposte hanno il limite di essere state date non in presenza per ovvi motivi. “Non metto in dubbio che la situazione sia complessa, ma per quanto mi riguarda io sto al mio posto, facendo il mio dovere. Insieme agli altri componenti della maggioranza portiamo avanti, con tutto il nostro impegno, l’attività amministrativa

Abbiamo intervistato Lara Caschera, avvocato, Assessore alla Cultura e alle Politiche Sociali del Comune di Artena. Sia le domande che le risposte hanno il limite di essere state date non in presenza per ovvi motivi. I rilievi, le precisazioni e i doverosi distinguo li lasciamo ai nostri attenti lettori.
Sei mesi fa c’è stata la tragedia di Willy Monteiro Duarte: il Presidente della Repubblica gli ha conferito la Medaglia d’oro al valore civile; a Willy è stato intitolato un giardino all’Esquilino; La Regione Lazio ha istituito un premio dedicato alla memoria di Willy e un cospicuo fondo straordinario in materia di opere pubbliche da devolvere alla realizzazione del progetto; il Comune di Colleferro, teatro del brutale omicidio, non potendogli intitolare una strada (il R.D. 1911 sulla toponomastica vieta l’intitolazione di una strada pubblica a chi non sia mancato da almeno dieci anni), ha individuato nell’area dove è stato commesso il fatto il luogo deputato alla memoria del giovane Willy e alla presa di coscienza collettiva contro ogni forma di violenza e di discriminazione giovanile. Nella nostra cittadina abbiamo fatto, faticosamente, solo una fiaccolata. Perché l’Amministrazione e in particolare il suo assessorato che dovrebbe essere in prima linea su certi temi, non ha promosso nessuna iniziativa?
Innanzitutto non faticosamente, né semplicemente, una fiaccolata. Non so se Lei ha partecipato ma fu molto di più. Era un fiume di persone, giorni dopo lessi addirittura 2.000. Ricordo i familiari di Willy, la madre e la partecipazione accorata di tutta la comunità artenese. Per quanto riguarda la domanda, bene ha fatto il Presidente della Repubblica a conferire la medaglia al valor civile; per il resto, non credo debba farsi una corsa all’intitolazione di strade, piazze e luoghi pubblici. Peraltro, mi sembra di aver sentito come i familiari stessi del povero Willy, in più di qualche occasione, abbiano invocato il silenzio, che non è dimenticanza ma è, e deve essere, riflessione. Questa tragedia, come le altre simili (ricordo quanto accadde ai danni del povero ragazzo di Bastia Umbra) pongono questioni che attengono agli stessi modelli etico-valoriali che ci vengono posti, anzi, imposti, e che riguardano problematiche legate alla società, alla famiglia ed anche alla mancanza di controllo del territorio. Comunque, era ed è intendimento di questa amministrazione onorare Willy, il suo coraggio, il suo sorriso, ponendo in essere iniziative, quando certamente sarà consentito, condividendole con la collettività”.
Si intende fare qualcosa in futuro al riguardo?
“Proprio per quanto detto sopra, ritengo che per combattere simili tragedie, al di là della bontà del singolo evento, occorra un lavoro educativo-sociale lungo, che parta dai semi della cultura e del buon vivere civile (da parte di tutti, ad ogni livello) e che per germogliare richiede tempo e costanza. È per questo che credo nella cultura, nel ruolo della Scuola e della Famiglia. Ed è anche e soprattutto per questo che durante la mia esperienza amministrativa come Ass.alla Cultura ed ai Servizi Sociali ho voluto fortemente porre in essere così tante iniziative ed incontri culturali, condividendoli con la Scuola e con la cittadinanza. E spero di poter tornare presto ad operare in questo senso, non attraverso gli strumenti telematici, ma in presenza”.
Sulla faccenda del biometano, un consigliere è passato all’opposizione e si è dimesso dal suo ruolo il presidente del consiglio comunale, lei che considerazioni ha fatto su queste defezioni?
“Per quanto riguarda le dimissioni da Presidente del Consiglio del consigliere Angelini, io posso rispondere su quella che, a quasi 50 anni, è la mia visione del mandato elettorale ricevuto. Ognuno deve rispettare i propri elettori e la compagine in cui è stato eletto ed ognuno risponde ‘politicamente’ delle proprie azioni. Certo è che se dovessi ritenere di non continuare l’esperienza amministrativa, mi dimetterei e me ne tornerei a casa. Non amo molto i “passaggi” da una parte ad un’altra, soprattutto in politica”.
Ci sono reali possibilità di rimediare e rassicurare i cittadini sul fatto che l’impianto non sarà realizzato?
“Per quanto riguarda la questione biometano bisogna essere chiari: il parere, peraltro non vincolante e di natura endoprocedimentale, che fu dato dal Comune, in quanto non in linea con l’indirizzo politico amministrativo espresso, è stato revocato a suo tempo dal responsabile. Questa amministrazione ha espresso la sua contrarietà all’impianto di biometano al Colubro ed è contraria all’impianto. Certo è che la competenza nella decisione finale spetta alla Regione e tutto il relativo iter e procedimento è evidentemente sovra-comunale. Ma con tutti gli strumenti che l’ordinamento giuridico ci consente ci opporremo a questo impianto che contrasta con la “vocazione” dell’area in cui dovrebbe sorgere”.
Dopo gli arresti domicilari del Sindaco Angelini e dell’assessore Pecorari lei con il vicesindaco e il resto della maggioranza avete deciso di portare avanti questa consiliatura: sono passati cinque mesi e il paese è in stallo, non si riesce più a tenere neanche un consiglio comunale. Come e quando si uscirà da questa situazione?
“La maggioranza non ha deciso nulla. La maggioranza ha continuato in quello che era il suo dovere, ovvero l’esercizio del mandato, che per il nostro sistema elettivo, viene meno in caso di dimissioni o decadenza del Sindaco. Non metto in dubbio che la situazione sia complessa, ma per quanto mi riguarda io sto al mio posto, facendo il mio dovere. Vede, la nostra legislazione è molto attenta a questi meccanismi e non a caso solo con la sentenza definitiva di condanna per taluni reati è prevista la decadenza dal ruolo di amministratore. Insieme agli altri componenti della maggioranza portiamo avanti, con tutto il nostro impegno, l’attività amministrativa. Voglio ricordare che sono partiti e sta partendo la realizzazione di importanti lavori pubblici; il settore dei servizi sociali, per i quali sono delegata come Assessore, continua a svolgere il suo buon lavoro e per questo ringrazio gli uffici, soprattutto per quanto fanno in questo periodo così difficile. Abbiamo erogato, per quanto riguarda i fondi Regionali 9.268 buoni spesa e 11.771,80 con il finanziamento dello Stato, per un totale di 21.039 buoni spesa, assistendo in tutto 375 famiglie, oltre ad effettuare una capillare assistenza per le famiglie in difficoltà, che ormai ci caratterizza da anni, anche attraverso l’ausilio delle Caritas Parrocchiali. Certo, in questo particolare momento apprezzerei e gioverebbe di certo al paese avere un’opposizione che affrontasse i grandi temi in maniera collaborativa e propositiva. Certo non giova avere un’opposizione che strumentalizza le situazioni. Ma, che io ricordi, questo raramente ha caratterizzato la politica artenese (che tengo a precisare, non svolgo da tanti anni) ed a mio avviso è proprio questo uno dei motivi principali per cui Artena non riesce a fare quello scatto necessario per poter essere un paese competitivo, al passo con i tempi”.
A tutt’oggi gli arresti domiciliari non sono stati revocati e c’è un rinvio a giudizio, lei è un avvocato, giuridicamente questo cosa significa?
“Giuridicamente è semplice: che dovrà svolgersi il processo per accertare eventuali ed ipotizzate responsabilità e ricordo che l’Art. 27 Costituzione prevede la presunzione di innocenza”.

È realistico pensare che, poiché le accuse mosse attengono all’esercizio del potere derivante dal suo mandato, dopo il rinvio a giudizio il sindaco possa essere reintegrato nella sue funzioni?
Premesso che vale quanto sopra, due precisazioni. 1. Non è esercizio di un potere ma dell’ufficio, inteso nel senso etimologico del termine come “officium”, come carica, dovere, funzione pubblica; 2. Dopo il rinvio a giudizio non siamo noi a decidere se il Sindaco possa essere reintegrato o meno, ma è la legge. E poi reintegrato in cosa? Non è stato rimosso. Né il rinvio a giudizio per il nostro ordinamento equivale a responsabilità. Se la legge in siffatte ipotesi lo avesse ritenuto, avrebbe previsto essa stessa la rimozione. Come già ho avuto modo di dire, non si può essere garantisti a metà”.
Perché le dimissioni vengono lette come un’ammissione di colpevolezza e perché lei ha scritto che non si possono chiedere in uno stato di diritto? Non c’è differenza tra un avviso di garanzia e gli arresti domiciliari?
Personalmente non ho mai detto, né sentito altrove, che le dimissioni costituiscano un’ammissione di colpevolezza. Ognuno ha il diritto sacrosanto di determinarsi in merito come vuole, in base alla propria coscienza ed alle proprie convinzioni. Ripeto, laddove la legge non ritiene esservi i presupposti per essere rimosso dalla carica è evidente che corre l’obbligo dell’esercizio della continuità del mandato. Sa quante volte i Supremi Organi anche della magistratura si sono pronunciati su queste tematiche, ovvero sul rapporto tra esercizio del potere giudiziario, da un lato, sulla presunzione di innocenza, e sul diritto-dovere di svolgimento del mandato elettivo dall’altro? Ed il caposaldo delle conclusioni è sempre lo stesso: il principio della separazione dei poteri e dell’equilibrio dei medesimi che è in Costituzione e tutta la normativa si ispira ad esso. Ecco perché ho scritto che la richiesta, laddove continua e ripetuta, di dimissioni, sia in uno stato di diritto, quasi violativa delle prerogative fondamentali di un individuo, perché premesso quanto sopra, è chiaro che la valutazione sia prettamente individuale e riguarda la sfera più intima di una persona. Ognuno è libero di determinarsi in base al proprio convincimento. Certo che vi è differenza. Il primo, un avviso di indagine a tutela dell’indagato; i secondi sono una misura cautelare per definizione temporanea”.
Lei sa bene quali sono i tempi della giustizia, non crede che sia dannoso tenere il paese in questa sospensione a tempo indeterminato?
“Non a tempo indeterminato. Nelle more dell’iter giudiziario l’amministrazione sta andando avanti. Quali sarebbero le alternative ora come ora? Andare al voto? Qui, aprirei un capitolo a parte, se penso anche a quanto avvenuto a livello nazionale. Un commissariamento?

I cittadini non hanno scelto di essere governati dal vicesindaco, non pensa che sia giusto ridare a loro la parola?
La figura del ViceSindaco è destinata a fare le veci del Sindaco in modo temporaneo e con i poteri previsti dalla legge. Solo il tempo ed il necessario iter di legge potranno risponderle, non io. Non sta certo a me dire se sia o meno giusto ridare ai cittadini la parola…. sarebbe sicuramente cosa gradita per l’opposizione…Quello che posso dire è che vivo l’amministrazione della cosa pubblica come un servizio, un dovere e sin quando dovrò e potrò farlo, continuerò con buoni propositi e trasparenza”.