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RENATO CENTOFANTI SCRIVE UNA RIFLESSIONE SULL’UDIENZA DEL GUP (CHE E’ STATA RINVIATA) PER L’OPERAZIONE FEUDO, CHE VEDE COINVOLTI IL SINDACO ANGELINI, L’ASSESSORE AI LLPP PECORARI E ALTRI DICIANNOVE PERSONE.

I mesi scivolano lenti e inesorabili, il Sindaco Felicetto Angelini e l’Assessore Domenico Pecorari, continuano a stare chiusi nelle loro case per la restrizione della loro libertà, decisa dal Pubblico Ministero, in seguito all’Operazione Feudo che ha sconvolto l’amministrazione di Artena.

Venerdì 9 scorso era in programma un’udienza e tutti pensavamo ad un minimo di chiarimento della situazione, invece come nella migliore tradizione italica si è rinviato verso la fine del mese. Pazienza.

Sembra che la richiesta di rinvio sia venuta dall’avv. Perugini difensore del comandante della Polizia locale, per una mancata notifica, come riportato dal quotidiano Latina Oggi, ovviamente ogni avvocato sviluppa una strategia difensiva per difendere al meglio il proprio assistito e questo è fin troppo ovvio.

Però, quello che a noi cittadini artenesi ci tocca e ci riguarda è il risultato di questo stato di cose, la sensazione di stare ai margini di un intricato sistema giudiziario che tutto ha, tranne che la chiarezza e la comprensibilità intuitiva da parte delle persone. Al di là di come la pensiamo sulla politica amministrativa portata avanti dalla Giunta Angelini, e qui è legittimo avere opinioni differenti anche forti, quello che sembra obiettivamente eccessivo è, la persistenza della restrizione della libertà per Angelini e Pecorari.

Possibile che, dopo diversi  mesi ancora sussistono i rischi di fuga o di inquinamento delle prove?  Possibile che non basterebbe interdirli dall’amministrare, in quanto i reati contestati sono in relazione all’amministrare il Comune, e permettergli di fare la loro vita in attesa di un processo o altro?

Queste domande da cittadino che ha visto in molti anni, il rapporto tra Politica e Magistratura molto conflittuale,  dove di errori e anche molto marcati se ne sono visti molti, ci impone di porre le questioni in modo molto chiaro e determinato. A tutti noi artenesi non ha fatto piacere, e forse possiamo pure dire che ci ha disturbato, leggere spezzoni di verbali riportati dalla stampa dove l’impressione di un linguaggio a volte squallido era prevalente, combinato con atteggiamenti, diciamo, faciloni che davano l’impressione di impunità generalizzata; certo questo lo abbiamo vissuto con grande dispiacere e senso di sconforto. Ma questa è la nostra sensazione dovuta a ciò che la stampa ha potuto riportare, ed ovviamente è parziale, ed è una cosa disgiunta dalla partita che si giocherà in tribunale dove le accuse devono dimostrare di avere fondamento certo. Tenendo fermi questi criteri, direi che lo sconforto cittadino e anche la desolazione di molti, debba lasciare spazio a una vita politica e amministrativa che, lasci la dialettica processuale alla sua strada e non si inchiodi a questa Operazione Feudo, altrimenti restiamo bloccati e rancorosi. La Politica, la dialettica tra le parti della nostra collettività cittadina, i rappresentanti in Consiglio Comunale, dovrebbero guardare al presente e al futuro e saper trovare altre forme di discussione e su altri temi, altrimenti parliamo, tutti, solo di questioni che non possiamo controllare e ci incatenano.

Nelle due interviste sul nostro giornale AltraArtena, il vicesindaco Loris Talone ha detto chiaramente e con nettezza che, finché i numeri sostengono questa maggioranza si va avanti, e si cercherà di realizzare ciò che era in cantiere; questo è una dato da tener presente, piaccia o no, e bisogna farci i conti. Tutti sono chiamati a farci i conti, i consiglieri comunali e i cittadini. Un comportamento maturo impone di rapportarsi con la realtà delle cose, e non sperare continuamente (gli avversari) in un collasso della Giunta. Anche l’assessore Lara Caschera, figura di primo piano dell’amministrazione, è stata chiara nell’intento di portare avanti la consiliatura, questo è un fatto e va tenuto presente. Chi ritiene che, senza il Sindaco eletto la Giunta sia come fosse senza ‘anima’, forse non ha tutti i torti (e anche io mi trovo a pensarlo) ma la democrazia fa prevalere i numeri, la quantità rappresentativa alla sostanza dei valori – reali o supposti che siano-  e aggiungo per fortuna.

Certo, speravamo che il Sindaco facesse un gran gesto nel dimettersi – il nostro giornale  ha chiesto con due lettere aperte, una scritta da chi scrive l’altra scritta dalla Prof.ssa Gioia De Angelis, chi volesse può trovarle nel sito editoriale – ma, ha scelto di non farlo e anche di questo la politica e i cittadini ne devono prendere atto. Cosa significa prenderne atto? Una cosa semplice da parte della politica, considerare come riferimento la maggioranza che ci si trova di fronte e con essa discutere, confrontarsi, scontrarsi, ma non basta. Serve capire che bisogna da adesso, pensare a percorsi di progettualità nuova per questo paese bloccato da diverse cose, di cui abbiamo scritto in diverse occasioni. A volte bisogna avere l’umiltà di guardarsi intorno e cogliere le possibilità e le proposte che hanno la forza di un progetto visionario, anche se soffrono di un po’ di ideologismo. A cosa mi riferisco?

Ieri ho letto su Fb un post di Alessandro Coltrè, ampio e ben argomentato,  visionario abbastanza da essere un buon tracciato da battere e sviluppare per chi vuol promuovere dal basso un’alternativa progettuale maggioritaria ma, produttiva e creativa. Tale tracciato, da corroborare certamente, è una valida base di partenza per un Rinascimento Culturale, Sociale e Politico della nostra cittadina.

Inutile pensare a spallate e collassi della giunta, bisogna lavorare con intelligenza e apertura al futuro partendo da pratiche e comportamenti che sviluppino partecipazione e senso della collettività, ma chi ha tempo non aspetti tempo. Basta con questa politica chiusa.  Apritevi,  andate in piazza, confrontatevi e cogliete gli stimoli innovativi che si avvertono in giro. Come scriveva G.B. Vico a proposito dei Giganti della Selva che, uscendo dalla foresta e sentendo il fragore dei tuoni ‘alzarono gli occhi e percepirono il cielo’.