L’AFFRESCO MEDIEVALE DELLA “VIRGO LACTANS”

L’immagine più antica di una Madonna presente in Artena, giunta fino a noi, è quella del XIV-XV secolo e si conserva all’interno della chiesa del Rosario, si tratta della Vergine che allatta

Il mese di Maggio per i cattolici è il mese dell’anno in cui hanno luogo devozioni speciali in onore della beata Vergine Maria. Già nell’antica Grecia e nell’antica Roma il mese di Maggio era collegato alle dee pagane collegate alla fertilità e alla primavera, e in molte culture occidentali in questo mese venivano dedicate alle divinità,le celebrazioni per la nascita, la vita e la maternità.
Anche a Montefortino/Artena, il culto verso la Madonna è assai antico.
La prima citazione è riportata nella bolla di Lucio III del 1182, dove viene citata, come esistente nel feudo di Montefortino una chiesa dedicata alla Madonna: “….ecclesiam Santa Mariae….”
L’immagine più antica, giunta fino a noi è invece quella del XIV-XV secolo e si conserva all’interno della chiesa del Rosario, ma in precedenza l’Immagine, come scrive S.Serangeli, era all’interno di un’edicola sacra. Anche quello di edificare piccole costruzioni destinate al culto e alla venerazione religiosa ha origine antichissime. Aedicula già nell’antica Roma aveva un significato di sacralità. Era infatti questa, il Larario, una piccola costruzione, o una semplice nicchia presente in tutte le case degli antichi Romani, in cui erano conservate e venerate le immagini dei Lares, i numi protettori della casa e del focolare domestico. Alcune edicole, chiamate compita larum con all’interno immagini dei Lari e delle divinità protettrici, erano anche poste agli incroci di due o più strade, queste erano recintate e munite di sedili per gli offerenti.
Con il Cristianesimo le immagini delle divinità pagane furono sostituite con quelle della Madonna, di Gesù o di alcuni Santi, e l’edicole Sacre, continuarono ad essere costruite lungo le strade di campagna e negli incroci più bui nei borghi Medievali, e servivano anche a far luce, con i loro tenui lumini, illuminando nella notte la strada ai viandanti.
Ma torniamo alla nostra immagine, quella conservata nella seconda cappelle di destra nella chiesa del Rosario. Dobbiamo per un attimo immaginarci il panorama di una Montefortino medievale, com’era prima dell’intervento operato dal Cardinale Scipione Borghese, che ne ha modificato l’aspetto. Questo era un abitato tutto arroccato su un costone calcareo, con le rocce a strapiombo che declinava solo a valle, dove a poca distanza passava la via Latina. Era come un’appendice calcarea che iniziava dal bordo del dirupo sotto la chiesa di Santa Croce, passava sotto la chiesa di S.Stefano, ed arrivava fino al bordo della Rupe degli Asinari (di questo dirupo, oggi, se ne vede ancora un tratto dopo Porta Nuova, sotto la chiesa di S.Stefano). L’unica strada più comoda e meno ripida era quella a nord-est del paese, che partendo dalla via Latina, passava davanti alla dolina carsica, risaliva verso porta Vecchiae arrivava al palazzo baronale. A valle, sotto il paese, c’era anche un piccolo sentiero che inerpicandosi tra le rocce calcaree, si univa in cima, alla strada principale che proveniva da nord-est. All’inizio di questo sentiero era stata edificata una piccola edicola, forse su un muro dei ruderi di una vecchia stazione di posta lungo la via Latina, chiamata Pandochia e citata da S. Serangeli, che riguardo all’immagina dell’edicola scrive: “L’immagine della Madonna delle Grazie col Bambino, prima della costruzione della chiesa, era dipinta su di un muro rivolto dalla parte della strada. Nella edificazione della chiesa del Rosario, fu diligentemente tagliato il muro, rivoltato e collocata nel luogo ove sta ora. Questa immagine diede il motivo di fabbricare la chiesa, per la venerazione grande che continuamente aveva quando era esposta nella pubblica strada,come ho udito dai miei antenati.”
Padre Cadderi, nel descrivere la storia della chiesa del Rosario, ricorda anche questa immagine che adorna la seconda cappella di destra della chiesa e che cita come Madonna delle Grazie, ma che i lavori di restauro effettuati nella chiesa negli anni 80/90, nello studio di questa immagine hanno riconosciuto come la Virgo Lactans.
Nell’affresco, realizzato tra il XIV e il XV sec. la Madonna sembra che sia seduta su un letto a baldacchino, si notano nello sfondo un velario violaceo con nella parte alta delle frange dorate. Nella parte bassa a sinistra, si nota un muro in mattoni rossi, probabilmente la parete dove poggia il letto. La Madonna, con lo sguardo serio e severo, è rivolto verso l’osservatore, mentre con la mano destra accarezza amorevolmente il piedino di Gesù che tiene in braccio sulla sinistra. Gesù, nudo, con le manine sostiene il seno scoperto della madre e mentre si allatta guarda il suo volto. Gli autori del restauro hanno anche notato che: “il Bambino risulta piuttosto sgraziato nella posa, indice che l’affresco è il risultato di due momenti diversi di realizzazione”. Si potrebbe anche pensare che dopo essere stato messo all’interno della chiesa, sia stato ritoccato, oppure dopo essere stato ricoperto per la censura voluta dal concilio di Trento, in un secondo momento è stato riportato com’era in origine, togliendo lo strato di pittura che copriva “le parti sconvenienti allo sguardo”.
Nota:
Il culto della Madonna del Latte si diffuse intorno al XII-XIII secolo con il ritorno dei primi crociati, che riportarono con loro alcune di queste raffigurazioni che stimolarono la riproduzione iconografica negli artisti Europei e Italiani, trasformando, però, le immagini rigide orientali con immagini che ritraggono la Madonna in atteggiamenti più intimi con il figlio: mentre si guardano o si abbracciano o con lo sguardo rivolto verso l’osservatore.
Queste raffigurazioni le troviamo soprattutto nelle piccole chiese o lungo le strade in edicole o tabernacoli. Una immagine che si diffuse nelle campagne, tra le donne più umili. Per loro rappresentava un sostegno al parto e ai problemi della maternità e inginocchiarsi davanti ad esse e pregare dava sicurezza e conforto alle madri in attesa. Questo culto decadde dopo il concilio di Trento, dove fu emanato un decreto che proibiva alcune immagini ritenute “sconvenienti, perché distoglievano i fedeli dalla preghiera”. L’immagine della Madonna che allatta con il seno scoperto era una di queste, e fu cosi che molte di queste raffigurazioni così popolari furono ricoperte con ritocchi.