IL PREFETTO “SMONTA” IL COMUNE

LA DICHIARAZIONE E’ CHIARA E PERENTORIA. TALONE NON PUO’ VOTARE. LA DELIBERA DEL RENDICONTO DEVE ESSERE RIFATTA ENTRO SETTE GIORNI ALTRIMENTI SI POTRA’ ARRIVARE ALLO SCIOGLIMENTO DELL’ASSISE COMUNALE, MA I FATTI ASCRITTI ALL’EVENTUALE SCIOGLIMENTO SAREBBERO BEN PIU’ GRAVI, SI PARLA DI ATTI CONTRARI ALLA COSTITUZIONE, O GRAVI VIOLAZIONI DI LEGGE O PER GRAVI MOTIVI DI ORDINE PUBBLICO

Finalmente la lettera della Prefettura dello scorso venerdì è stata consegnata ufficialmente alle opposizioni. E’ successo oggi poco dopo le ore 14.00 ma non crediate che sia stato facile. Erminio Latini, per il terzo giorno consecutivo si è recato nel Palazzo Municipale e come negli altri giorni precedenti aveva trovato ancora difficoltà a farsi consegnare la comunicazione del Prefetto. Ed è una cosa davvero incredibile che uno che è stato sindaco per quindici anni di questa città, che è oggi un consigliere comunale, che ha 73 anni e che viene da un ictus di qualche mese fa, resti seduto nei corridoi del municipio in attesa di un documento che gli spetterebbe proprio per la sua qualità di consigliere comunale, rosso in volto dalla rabbia, accalorato dalla scarsa considerazione, uno che oggi avrebbe dovuto festeggiare per essere diventato nonno per la prima volta la scorsa notte, era lì perché rappresenta una parte della comunità che va considerata sempre come prioritaria. Poteva starsene a casa dalla nipotina e invece era al Comune, ligio al suo dovere di consigliere comunale. Era lì in attesa, senza che nessuno in questo comune avesse un momento da dedicare a lui e fosse colpito nel vedere un uomo come Erminio Latini, baluardo di ogni ingiustizia e di ogni angheria nella sua carriera amministrativa, essere trattato come l’ultimo degli ultimi con la seria preoccupazione per la sua salute. Poi sono stati alcuni dipendenti comunali che sentendolo urlare lo hanno tranquillizzato, comprendendo tutta la sua rabbia e il suo dolore per quanto sta accadendo al Comune di Artena. Dopo aver sbrigato ulteriori iter burocratici chiesti anche oggi a Erminio Latini, dopo le due del pomeriggio è arrivata la lettera del Prefetto. Ed è una mazzata per il Comune di Artena. Una comunicazione che è davvero dura e non è proprio simile a quanto ha dichiarato da Loris Talone, vice sindaco reggente.

Desideriamo partire dalla fine della lettera del Prefetto che dice: “… in difetto, si riterrà sussistente l’ipotesi di cui all’art. 141, comma 1 lettera a) per la conseguente adozione dei provvedimenti di legge da parte di questa Prefettura”.

Questo fatto è di una gravità assoluta. Solitamente i comuni sciolti per inadempienze sull’approvazione dei documenti contabili, vengono assegnati ai commissari prefettizi in base all’art. 141 comma 2. Questo articolo è quello che prevede lo scioglimento qualora non sia approvato il bilancio, con l’organo regionale di controllo che nomina un commissario affinchè lo predisponga d’ufficio per sottoporlo al consiglio.

Ma il Prefetto è stato chiaro, passati i sette giorni i provvedimenti di legge saranno intrapresi in base all.art 141 comma 1 lettera a), che nello specifico recita: “I consigli provinciali o regionali vengono sciolti con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministero dell’Interno, quando compiano atti contrari alla Costituzione o per gravi e persistenti violazioni di legge, nonché per gravi motivi di ordine pubblico”. Cioè, se capiamo bene, se passano sette giorni senza che venga regolarizzata la delibera di Consiglio Comunale dello scorso lunedì 6 settembre, lo scioglimento non avverrebbe per non aver approvato il bilancio, ma per atti contrari alla Costituzione o per motivi gravi di violazione di legge o per ordine pubblico. Non è grave questa cosa? Non è davvero un ulteriore spartiacque per la storia di questa Città? Come si fa a dormire tranquillamente con una spada di Damocle sulla testa, e non sulla vostra di testa, ma su quella dell’intera comunità.

Veniamo alla lettera del Prefetto sull’argomento specifico e cioè se il vice sindaco poteva o non poteva votare. Anche in questo caso il Prefetto è chiaro e perentorio e ricorda a questi Consiglieri Comunali: “che in data 13 aprile 2021 questa Prefettura ha trasmesso il parere negativo reso dal Ministero dell’Interno del 12 aprile 2021 in ordine al quesito relativo alla possibilità che il Vice Sindaco non consigliere, reggente di codesto Comune, presieda il Consiglio Comunale….Nell’occasione il Ministero dell’Interno ha puntualizzato che il Vice Sindaco esterno all’assise cittadina non può svolgere  le funzioni di componente, con diritto di voto, nel Consiglio Comunale, in quanto appare difficilmente concepibile che esse vengano esercitate di volta in volta dal Sindaco o da chi ne fa occasionalmente le veci….. Peraltro, avendo optato l’ente per l’affidamento del consiglio comunale a un presidente e a un suo vice, il Sindaco è automaticamente spogliato anche della prerogativa di convocazione, che come detto, tra l’altro, non può essere svolta da non componenti dell’assemblea. Pur nella ritenuta assodata conoscenza di tale parere, dalla succitata relazione (si tratta della relazione che la prefettura ha chiesto al Segretario Comunale all’indomani del Consiglio Comunale dello scorso 6 settembre ndr) resa da codesto Segretario risulta che il Vice Sindaco reggente abbia partecipato alla votazione sulla base di un mero parere pro veritate, reso da legale incaricato su un quesito non pienamente pertinente alla questione in parola. Rilevato pertanto che in forza dell’assenza di legittimazione al voto da parte del Vice sindaco reggente, l’approvazione della proposta di delibera in discorso non appare in alcun modo sorretta dai relativi presupposti normativi, si invita e diffida codesta amministrazione a rimuovere con la massima urgenza, e comunque non oltre sette giorni dalla notifica della presente, le violazioni riscontrate, se del caso riconvocando il Consiglio per l’adozione di una nuova delibera a norma di legge”.

Alla luce di questa comunicazione che pensiamo non abbia bisogno di ulteriori chiarimenti, non sarebbe meglio rassegnare le dimissioni, uscendo dalla vicenda senza perdere ulteriormente consensi e considerazione? Immaginate soltanto se il Comune venisse sciolto per atti contrari alla Costituzione o per gravi e persistenti violazioni di legge, nonché per gravi motivi di ordine pubblico? Che marchio vi portereste sulle spalle?

Eppure c’è qualcuno che ha detto che forse gli Amministratori attuali stanno decidendo se ricorrere al TAR, ai Consigli di Stato, ecc. ecc. Siete liberi di farlo ma usate i Vostri soldi per cortesia e non quelli della comunità.