La Città è solo più vecchia e viaggia verso l’unica direzione possibile: il deperimento. Speriamo in un dialogo politica-cittadini che passi attraverso il confronto e il dibattito pubblico
Quando si parla di Artena la si descrive come una città immersa in un’energicà realtà; come un luogo dalle eccezionali potenzialità pronte ad esplodere. La vita dei suoi abitanti viene descritta affogata nelle mille opportunità pronte ad essere colte al volo. Da quando la conosco è così e, naturalmente, assaporo il gusto di questa “propaganda” soprattutto in prossimità delle elezioni. Eppure, nonostante i mille colpi di scena. I vergognosi scandali. Le promesse, i comizi, i giochi di potere, le divisioni, i cambi di schieramento, le nuove alleanze, le proteste, le manifestazioni, le illazioni, gli scambi di battute rigorosamente social, le notizie trapelate, i contenziosi legati alle varie gestioni rifiuti, le concessioni cimiteriali, i chiacchiericci, le denunce, le controdenunce, i prefetti, i colpi di scena, le licenze antidemocratiche, le retate per droga di notte con gli elicotteri (anche se poi qui di droga: Giammai!), i cavilli legislativi, la violenza, il fragoroso scandalo che sembra…ma si … ma poi… Ecco, nonostante tutto, Artena è come era il primo giorno in cui l’ho conosciuta. Circa dieci anni fa. L’unica differenza che scorgo è che: oggi è più vecchia. Perché quando non ci si sa rinnovare. Quando c’è un programma triennale delle opere pubbliche statico ed imploso su se stesso. Quando ci si accontenta. Quando si vuole trasformare l’ordinario in straordinario. Quando si iniziano mille progetti, anche ambiziosi, senza tuttavia portarne uno a termine. Quando non si offrono le infrastrutture ed i servizi di cui si ha bisogno, la direzione verso cui viaggia la città non può che essere una. Il deperimento.
Artena arranca. Nei due anni di pandemia l’unico evento in grado di offrire frizzantezza all’estate, il Palio, è stato sospeso e non è stato proposta alcuna alternativa valida ad aggregare nel rispetto della normativa covid vigente. I nostri vicini hanno proposto iniziative diversificate e qualitativamente interessanti, sperimentando, producendo stimoli nuovi e ricevendo una gradita risposta da parte della cittadinanza.
Artena è smembrata. Comizi politici a parte, penso che l’iniziativa organizzata da Altra Artena per Willy sia stata l’unica occasione che ho avuto in questi dieci anni, per partecipare ad un evento nella principale piazza del paese. Questa tra l’altro si è dimostrata imbarazzante nei suoi connotati spaziali e nella sua non capacità di accoglienza. Se la piazza non è un attrattore, fatico a trovarne altri diversi dai supermercati dove si riesce ancora a fare un incontro fortuito e a scambiare due parole.
Artena è priva di un progetto che indichi la direzione. La nostra amministrazione non prova neanche più a parlare di una vision verso cui muovere la propria azione. Non è il marciapiede su entrambi i lati di una strada ad essere progetto per il futuro. Del resto se a breve Colleferro ci verrà incontro con una pista ciclabile e noi rispondiamo con due marciapiedi di saliscendi mi sembra che non si parli la stessa lingua delle città limitrofe. Figurarsi la lingua del resto del mondo!
Artena sembra svuotata della funzione costituente una città. Il palazzetto fermo. Le tribune inesistenti. Via valle dell’Oste oscena. Il consultorio incompiuto. I famosi giardini pubblici tanto promessi e mai realizzati. Il recupero del centro storico realizzato solo in qualche breve tratto di strada ma in rigorosa difformità ad un regolamento studiato e formulato a sua misura. La puzza di plastica bruciata che entra in casa una notte sì e l’altra pure. I centri di aggregazione inesistenti. L’isola ecologica una dispendiosa chimera. Un’area archeologica dimenticata e deturpata in ogni modo possibile.
Prima con il danneggiamento, poi anche con il furto. Il servizio della farmacia comunale che dopo anni e colpi di scena non trova ancora pace!
Artena cosa per pochi. Un dialogo politica-cittadini che non passa MAI dal confronto e dall’incontro pubblico e che non è mai stata favorita dalla trasmissione della diretta del consiglio comunale. Più volte richiesta e istituzionalmente organizzata solo un mese fa circa. Vergognose le immagini occultate dalle due persone fatte mettere davanti per impedire le riprese, questo in uno degli ultimi bollenti consigli comunali.
A Siena, nel palazzo Pubblico c’è una rappresentazione allegorica di Ambrogio Lorenzetti, pittore del 1300, in cui viene descritto il Buon Governo. E’ un’immagine inondata di luce con al centro la Giustizia accompagnata poi dalla Concordia, dalla Prudenza e dalla Temperanza. Fa da sfondo una città vivace, organizzata con un brulichìo di persone occupate, ognuna secondo il proprio mestiere. Evidente è l’elevato valore architettonico ed urbano. Voltandosi, dall’altro lato, la rappresentazione del Mal Governo. Non voglio sostenere che le rappresentazioni di Guerra, Tradimento, Frode, Crudeltà, Rabbia siano il ritratto di questa nostra città, perché sarebbe fare un torto a quanti sono assolutamente lontani da questa posizione. Sarebbe un torto per la gente e per la laboriosità che caratterizza gli artenesi. Però penso che quell’immagine debba essere l’ammonimento a cambiare direzione! A disfarsi della zavorra che immobilizza Artena! Sfido chiunque a sostenere che in questi ultimi dieci anni abbiamo avuto un avanzamento urbano o socio-culturale. Sfido chiunque a sostenere la parola rinnovamento. A sostenere la politica della valorizzazione perché, laddove c’è stata, ha preso forza da un’iniziativa privata mai convenuta e coordinata in un unitario programma politico che rimane, a mio avviso, frammentato e privo di una vision.
Guardo il paese appoggiato ed intriso nella prima foschia quasi autunnale e penso: quanto vorrei vederti libero da quell’aura stanca che grava sul tuo volto. Quanto vorrei che ci fosse una nuova primavera di speranze!