DALLA TRAGEDIA WILLY ALL’OPERAZIONE FEUDO, DALLA SOSPENSIONE DEL CONSIGLIO ALLA REVOCA DELL’ATTO, DALLE POLEMICHE SUL VOTO DI TALONE ALL’APPROVAZIONE DEL BILANCIO, DALLA TENTATA VENDITA DELLA FARMACIA ALL’ALIENAZIONE DEL GRANAIO ANCHE SE IL VICE SINDACO DICHIARA CHE IL GRANAIO NON E’ IN VENDITA
Un anno, l’ultimo, senza senso per la nostra Città. Un anno sprecato, un anno da dimenticare, vuoto, che la storia non ricorderà, anche se dovrebbe perchè anche gli aspetti più negativi fanno esperienza e permettono di guardare avanti con fiducia. Peggio di quest’anno non potrà mai andare; peggio di quest’anno non è mai andato in tutta la storia moderna della Città. Settembre 2020 resterà per sempre come l’anno e il mese dell’omicidio di Willy. Un clamoroso accadimento davvero senza alcun senso, senza logica, senza alcuna spiegazione plausibile, se non quella della crudeltà, della spietatezza, della legge del più forte. C’è in questi giorni un processo da dove emergono particolari inquietanti che fanno rabbrividire. Un fatto che ha segnato la comunità, che continua a segnarla, anche se pare non aver sortito alcun effetto se c’è chi nega che in questo Paese ci sono violenze, c’è droga, c’è prostituzione minorile, c’è disagio, c’è povertà, ci sono atti di bullismo, c’è abbandono scolastico, c’è una maleducazione diffusa, e un’etica morale al di sotto degli standard.
L’anno horribilis è proseguito ad ottobre, quando è scattata l’operazione feudo che ha costretto il Sindaco, l’assessore ai Lavori Pubblici e un tecnico comunale agli arresti domiciliari e successivamente a varie restrizioni, per reati presunti, legati alle loro cariche amministrative.
Anche questo fatto non è cosa di tutti i giorni, anzi, ad Artena non era mai accaduta e ha contribuito a spingere sempre più in basso ogni tipo di considerazione e la Città, già nell’occhio del ciclone per la vicenda Willy, è stata nuovamente sbattuta sulle prime pagine dei giornali.
Non sappiamo come la giustizia valuterà i due accadimenti, quindi nessuna sentenza sarà da noi proclamata che siamo per natura garantisti, ma è pur vero, e questo nessuno potrà mai disconoscerlo, che i due fatti in questione hanno causato reazioni e sdegno in ogni altra comunità. Secondo la logica di certe nostri politicanti questi fatti non si possono descrivere perchè facendolo metterremmo Artena in cattiva luce e loro, che amano il Paese al punto da aver pensato di vendersi una farmacia “perchè il giorno dopo la Regione ce ne da un’altra” (dichiarazione Talone), non possono permettersi che si parli male di Artena, cioè della Città che governano.
Ma la verità è questa: per far quadrare i conti del bilancio hanno prima concretizzato l’ipotesi di vendita della farmacia comunale, atto poi ritirato, e ora, approvando un bilancio in Giunta comunale, tra gli immobili posti in vendita risulta esserci anche il Granaio Borghese.
Ci arriviamo dopo a questa ipotesi contro natura e contro la Città.
L’anno è proseguito con la decisione del vice sindaco di votare in Consiglio Comunale, lui che non è consigliere comunale e quindi per legge non può votare. A supporto di questa decisione, avallata dal presidente di consiglio comunale e dai consiglieri di maggioranza. Loris Talone ha dichiarato di avere un parere pro veritate, e quando la Prefettura ha espressamente dichiarato che avrebbe sciolto il Consiglio Comunale per gravi violazioni alla legge se la delibera del rendiconto 2020 non fosse riportata in Consiglio Comunale per essere nuovamente votata, questi (il vice sindaco) l’ha rivotata ancora con l’avallo del presidente del Consiglio Comunale e dei consiglieri di maggioranza, supportando il voto da alcuni pareri del Consiglio di Stato e da una sentenza del TAR. Nemmeno 24 ore dopo il Prefetto ha sospeso il consiglio comunale in attesta del decreto di scioglimento, ma lo ha fatto per la mancata approvazione del bilancio previsionale, spendendo ad Artena un Commissario Prefettizio. Dopo 48 ore il Ministero degli Interni ha comunicato al Prefetto che la prassi, in questo caso, è un’altra, che per la mancata approvazione del bilancio previsionale entro i termini, è necessario, prima di sciogliere il consiglio comunale, inviare un commissario ad acta che in 15 giorni avrebbe dovuto redigere lo strumento contabile e portarlo in Consiglio Comunale. Il Prefetto ha revocato il precedente atto di sospensione e ha inviato ad Artena il Commissario ad Acta. Anche in questo caso la confusione è regnata sovrana, alimentata da manifesti della maggioranza e dichiarazioni dell’opposizione, che hanno ulteriormente abbassato la soglia di comprensione di una Città stanca, sfinita, sfibrata, violentata, posta alla berlina, dove tutti si sentono in dovere di parlare e in molti casi a sproposito. Ma il bello deve ancora arrivare. Giunge la mattina dell’arrivo del Commissario ad Acta, che al suo arrivo si ritrova uno strumento contabile (il bilancio 2021-2023) approvato in giunta comunale il 26 settembre con i pareri tecnici e contabili del segretario comunale e pronto per essere portato in consiglio comunale. Ma come: il Prefetto manda un commissario proprio per redigere il bilancio che non si è riusciti a fare in nove mesi e questo appena arriva trova il bilancio redatto e approvato? La domanda è: ma non potevate pensarci prima della scadenza naturale? O ancora: Vi siete scervellati per cercare una figura per firmare il bilancio e non lo avete mai trovato mentre invece adesso il segretario comunale, avendo un decreto del vice sindaco, lo ha firmato in maniera così immediata? Ma ‘sto decreto il vice sindaco non lo poteva fare prima del 6 settembre? Ci saremmo risparmiati tutte queste belle figure. E ancora: la prefettura cosa dirà di un bilancio previsionale redatto dopo la scadenza naturale, non dal commissario inviato ma dalla giunta comunale?
A noi pare tutto senza alcun senso, o ci sbagliamo?
Le sorprese non sono ancora terminate, considerato che dal bilancio appare che la giunta comunale, tra gli immobili posti in vendita per risanare le casse comunali, ha messo anche il Granaio Borghese. Sede del museo archeologico, del museo dello strumento antico, centro policulturale e sede del Consilgio Comunale la più alta Istituzione cittadina. Palazzo storico settecentesco appartenuto alla famiglia Borghese, acquistato dal Comune con fatica e sudore e ristrutturato con altrettanta fatica, sudore e denaro. Non crediate che l’atto di vendita del Granaio sia così tanto distante dalla famiglia che vende i figli o, per essere meno melodrammatici, della famiglia in chiara difficoltà finanziarie che vende o impegna i gioielli di casa. Una famiglia, cioè, che cerca denaro per non finire in pasto ai creditori. Il problema, però, che la famiglia ne risponde autonomamente senza coinvolgimento di terzi, mentre un Comune che vende un suo bene per quadrare i bilanci, vende un bene della collettività senza che la stessa possa proferir parola.
Alla sollevazione generale che ne è scaturita, supportata dai vari social, subito ha risposto il Vice Sindaco Talone, che, attraverso l’organo di stampa Roma e Dintorni Notizie, ha diramato una nota in cui dice: “mai avuto in mente di vendere il Granaio Borghese. Nemmeno abbiamo avuto il minimo pensiero di farlo. E’ un bene prezioso e prestigioso a servizio della nostra comunità“. Talone nella nota ha specificato che l’amministrazione intende vendere i beni – segnalati da tecnici esterni – che al catasto sono contrassegnati con le categorie A e C e si tratta di magazzini e terreni agricoli. L’alienazione continua Talone rientra in un progetto per la creazione di nuove proposte lavorative per tutti quei giovani che desiderano intraprendere la carriera agricola o agro-alimentare. Nella nota poi si scaglia contro l’opposizione rea, secondo il Vice Sindaco, di strumentalizzare le attività comunali e ridicolizzare ogni azione della maggioranza che “mira a costruire l’Artena di domani, più forte, più sviluppata in ogni settore…” . Poi se la prende con un non ben identificato gruppo di persone che continua a generare odio sociale.
Non si è fatta attendere la risposta dell’opposizione affidata a Silvia Carocci che da par suo parla di un giochetto da scaricabarile: “per la seconda volta scaricano le colpe sui tecnici come successe per il Biometano. Le dichiarazioni del vice sindaco lasciano basiti. Lui e gli altri assessori, hanno approvato con delibera di giunta il piano per la vendita del patrimonio tra cui rientra il Granaio e oggi dicono che non era loro intenzione. La gente non è scema!” . Silvia Carocci non usa mezzi termini: “Il giochetto dello scaricabarile non regge più perchè ormai è chiaro a tutti che stanno vendendo il patrimonio per coprire i buchi di bilancio…“.
Forse questa polemica va letta in un’altra maniera. Brevissimamente ricostruiamo un’ipotesi che potrebbe essere reale. In pratica i tecnici esterni hanno fornito un elenco con le proprietà del comune, in special modo terreni di poco valore e magazzini, e in questo elenco c’è finito anche l’ex Granaio Borghese, perchè all’edificio storico non è stata cambiata la categoria catastale rimanendo ancora nella categoria dei magazzini/granai. I tecnici esterni non conoscendo la storia né il prestigio del Palazzo, hanno pensato si trattasse davvero di un magazzino. Questo non è per spezzare una lancia a favore dell’amministrazione che comunque avrebbe dovuto controllare tutti i beni ascritti nel documento di alienazione per verificare cosa ci fosse capitato all’interno.
Se, come dice Talone, l’amministrazione non ha alcun desiderio di vendere il Granaio, crediamo sia facilmente risolvibile togliendo tra i beni alienabili il granaio borghese. Lo si potrà fare in tempi rapidi con l’approvazione di un atto che sostituisca il precedente elenco dei beni alienabili. Il Vice Sindaco quindi dovrà far seguire alle sue parole un atto così come è stato fatto per la farmacia comunale, al contrario, l’eventuale vendita segnerà per il resto della vita quelli che l’hanno ordita e approvata. Quelli che eventualmente approveranno questa scelta, avallata da appena quattro persone, senza un controllo e una verifica dei beni alienabili, saranno per sempre quelli che hanno venduto il Granaio di Artena, si porteranno appresso questo che sarà un marchio indelebile e che fra un secolo risuonerà ancora e chiederà vendetta e magari a chiederla, la vendetta, saranno i nipoti o i pronipoti di quelli che alzeranno la mano in consiglio comunale. Non pensate a Voi, ormai siete sorpassati, pensate ai Vostri figli ai vostri nipoti, alle generazioni future che dovranno rincorrere gli errori fatti in questo tempo. Mostrate concretamente che quello che ha detto Talone è vero e fate un passo indietro, eliminate quel bene dall’elenco. Non ce ne frega nulla se date o non date le dimissioni, se resterete attaccati alla poltrona o ve ne libererete, questa è una cosa che attiene alla Vostra coscienza, ma, vi preghiamo, la comunità va trattata meglio, va informata, e le vostre scelte fatele in condivisione, siate i difensori del popolo senza credere che il popolo sia così idiota da non comprendere da che parte stia la ragione.