VIVERE IL NATALE CON SOBRIETA’, GIUSTIZIA E PIETA’

Regaliano a chi ha bisogno un po’ del nostro tempo e della nostra presenza. Condividiamo quello che abbiamo con chi non ha.
Amiamo e rispettiamo il prossimo che non è mai un ostacolo posto sulla nostra strada

«Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà».
Questa citazione è tratta dalla seconda lettura che si ascolterà durante la messa della Notte di Natale. Contemplando il Figlio di Dio che si è fatto bambino nella grotta di Betlemme, ascolteremo Paolo che ci ricorda che questa nascita ci indica la strada con cui vivere in questo mondo: «con sobrietà, con giustizia e con pietà».
Una vita sobria è una vita che si contrappone all’eccesso e allo spreco. Sappiamo bene quanto spreco c’è nel mondo e come questo causi povertà e diseguaglianza: chi ha molto getta via perché è nell’abbondanza e chi non ha nulla non ha neanche la possibilità di cibarsi dello spreco del mondo ricco. Giusto per dare una cifra, nel 2020 in Italia sono state gettate via quasi 2 milioni di tonnellate di cibo e nonostante questo c’è gente che non riesce a mangiare tutti i giorni e non può neanche cibarsi di quel cibo buttato. Vivere sobriamente, allora, significa non sprecare. Significa che, se sono a conoscenza di una famiglia che ha bisogno, quando cucino in abbondanza, metto da parte quello che è in più e glielo offro.
Insieme ad una vita sobria, Paolo ci ricorda di vivere con giustizia. Nella Bibbia, questo termine ha un significato diverso rispetto a quello a cui siamo abituati noi. Significa, essere amici di Dio, conformi alla sua volontà e retti moralmente. Vivere con giustizia significa, allora, fondare le proprie scelte sulla volontà di Dio che è, molto semplicemente, l’amore e il rispetto per l’altro, visto come un compagno di viaggio e non un ostacolo posto sulla mia strada. Ed ecco che, allora, anche la sobrietà di cui si è parlato prima trova il suo fondamento. La giustizia mi chiede di essere sobrio, perché la sobrietà mi permette di essere giusto, attento all’altro e amico di Dio.
Infine, il terzo atteggiamento che viene suscitato dal Natale è la pietà. Come per la giustizia, il significato biblico di questo termine non è quello a cui siamo ordinariamente abituati. Esso significa l’affetto e il rispetto nei confronti di Dio, ma non perché lo consideriamo come un potente che può punirci, ma come colui che ci ama. Ecco, la pietà è il sentimento di riconoscenza che scaturisce dal sentirci amati. E, se è vero, che è un sentimento che si rivolge a Dio, nulla vieta che possiamo rivolgerlo anche alle persone che ci amano. Sentire pietà vuol dire sentire riconoscenza, perché ci sentiamo amati e accolti.
Gli auguri che vorrei rivolgere a tutti noi per questo Natale sono proprio questi: che possiamo vivere questi giorni di festa con sobrietà, giustizia e pietà, meno sopraffatti da ciò che bisogna fare e più attenti ad assaporare ogni momento che la vita ci mette di fronte, specie quando possiamo condividerlo con qualcuno e, se siamo a conoscenza che qualcuno del nostro palazzo o del nostro vicinato è solo, regaliamoci un po’ del nostro tempo e della nostra presenza.
Così sarà veramente Natale per tutti.

DON ANTONIO GALATI