Artena vive da un anno e mezzo in un limbo amministrativo dopo che Felicetto Angelini è stato coinvolto nell’operazione Feudo insieme all’allora assessore Pecorari e ad alcuni dirigenti e dipendenti del Comune. Invece delle dimissioni, il sindaco ha preferito che a governare il paese ci fosse il suo vice. Ci vuole il coraggio di andare oltre gli steccati per dare futuro al paese, coinvolgendo persone, associazioni e forze produttive che aspettano di essere coinvolte in un percorso di rinascimento di questa cittadina, che ha storia e deve avere anche la fiducia in un futuro di cui potremmo essere orgogliosi
Un anno della vita civile, politica e sociale di Artena, è passato. È passato nel peggiore dei modi, avvolto dalla minaccia e dalle morti dovute al Covid, dallo sfrangiamento sociale dovuto alle ricadute di una situazione generale difficile e straniante, dalla situazione di una politica e una vita amministrativa locale che peggiore non si può immaginare. Sono ormai 16 mesi dall’operazione Feudo che ha tolto dalla guida del Paese il Sindaco Felicetto Angelini, raggiunto da accuse su diversi reati in relazione alla sua funzione di Sindaco, e per queste accuse è stato rimosso. Solo di passaggio faccio presente che l’operazione Feudo ha coinvolto molte persone tra assessori e dipendenti comunali a vario titolo, facendo trasparire un opaco e squallido sistema di condotta amministrativa; è ovvio che tali accuse dovranno trovare chiarimento in un processo. Felicetto Angelini a dare le dimissioni per poi difendersi in tribunale non ha pensato minimamente, ha preferito e sta preferendo che a guidare l’amministrazione di Artena sia il suo ViceSindaco Loris Talone – esterno al Consiglio Comunale, in quanto dopo le elezioni del 2019 ha dato le dimissioni da consigliere comunale – al quale ha conferito la delega di ViceSindaco.
Quel che è successo nei sedici mesi di guida dell’amministrazione Talone, è: l’abbandono della maggioranza da parte di quattro consiglieri, due usciti dalla maggioranza e passati all’opposizione creando un loro gruppo, e due dando le dimissioni da consiglieri, quindi uscendo dal Consiglio Comunale. Il risultato è che da molti mesi il Consiglio Comunale è composto da 7 consiglieri di maggioranza e 7 consiglieri di opposizione, praticamente una situazione di ‘stallo’ che avrebbe dovuto portare allo scioglimento del Consiglio stesso. Ma cosi non è stato, perché il ViceSindaco Loris Talone ha deciso di votare in Assemblea, dove lui non è parte eletta per via dei motivi sopracitati, facendo quindi pendere la bilancia a 8 contro 7. Tutto questo, prima che succedesse, nessuno pensava che potesse avvenire, perché le persone con senso etico sanno che se non si è parte di una assemblea, non si ha diritto di voto in quell’assemblea, e quindi la mossa piratesca di Talone ha sorpreso e ‘fregato’ l’opposizione. Poi la sequela di fatti conseguenti, protesta delle opposizioni dal Prefetto, intervento del Prefetto che ha sciolto la giunta, conseguente ripensamento del Prefetto per errori procedurali, arrivo del Commissario ad Acta per aiutare l’amministrazione a redigere il Bilancio previsionale, Consiglio Comunale per approvare il Bilancio, di nuovo voto determinate di Talone per avere la maggioranza, di nuovo atteggiamento e comportamento arrogante e prevaricatore. Ma questa volta il Prefetto è rimasto silenzioso, di fatto permettendo a Talone e al suo gruppo, di tenere in scacco una intera cittadina. Usando semplicemente una logica elementare ci si domanda: perché dopo il primo ‘voto corsaro’ di Talone, il Prefetto interviene e scioglie l’amministrazione, mentre invece dopo il secondo ‘voto corsaro’ sceglie di lasciar fare? Questa domanda – chiara e distinta – le opposizioni l’hanno fatta per iscritto e formalmente al Prefetto? E, se sì, che risposta hanno avuto, se l’hanno avuta? Poi le opposizioni hanno deciso di ricorrere al Tar e la pronuncia arriverà verso la metà di febbraio, se tutto va bene. Questo riepilogo della vita politica artenese, ci mostra quanto sia sbagliato ed eticamente squallido il comportamento di chi dovrebbe guidare una comunità. Di fronte al comportamento di avallo silenzioso e anche vergognoso politicamente del Sindaco Angelini, al fare ‘come gli pare’ di Talone Loris, c’è la necessità che la politica artenese – e non mi riferisco solo alle opposizioni – tutta compresa di sinistra, di centro e di destra, capisca l’importanza della posta in palio che è: la questione politica e morale, economica e sociale, di un paese a ‘pezzi’ che va ricostruito nella sua coesione sociale e nella sua qualità di vita collettiva. Ci vuole il coraggio di andare oltre gli steccati per dare futuro a questo paese, coinvolgendo realmente e non a parole le tante persone, associazioni e forze produttive che nel paese ci sono, e aspettano solo di essere coinvolte in un percorso di rinascimento di questa cittadina, che ha storia e deve avere anche la fiducia in un futuro di cui potremmo essere orgogliosi. Questo è un progetto che va messo in moto senza indugi e timori da subito, Artena ne ha necessità.