COVID. LA CURVA SCENDE ANCHE AD ARTENA?

Artena ha raggiunto il picco con, forse, quasi 500 casi (o di più?). Lo diciamo con poche certezze perchè la comunicazione ai cittadini è stata frammentaria. L’epidemia si vince solo con i comportamenti corretti di ogni persona e, soprattutto, con il rispetto per il prossimo. Nella nostra Città ora è in atto una diminuzione dei casi dopo un paio di mesi in cui la paura di infettarsi era davvero tanta

E’ sempre alta la percentuale di nuovi casi di Covid-19 in Italia.
Cinque sono le regioni in arancione: Valle d’Aosta, Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte e Sicilia.
Basilicata, Molise e Umbria rimangono zona bianca, mentre Puglia e Sardegna si aggiungono al resto d’Italia in zona gialla.
Nel Lazio la settimena scorsa ci trovavamo intorno a una media 15000 nuovi casi giornalieri, di cui circa 8000 erano a Roma.
Il quadro tracciato mostra, a livello generale, che l’andamento dell’epidemia in Italia nell’ultimo periodo è stato caratterizzato da una forte crescita nel numero dei casi segnalati e delle ospedalizzazioni. Il tasso dei posti occupati in terapia intensiva da persone non vaccinate è, quindi, ancora in crescita ed è quasi quaranta volte più alto rispetto a chi è vaccinato con la dose Booster.
In aumento, nelle ultime quattro settimane, è anche la percentuale di casi asintomatici per tutte le fasce di età. Le curve, però, secondo il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, mostrano comunque una crescita epidemica in stallo e, anzi, in rallentamento.
Secondo il direttore dell’Oms, la variante potrebbe contagiare il 60% degli europei entro marzo, ma ci stiamo comunque avviando verso una nuova fase della pandemia di Covid-19, totalmente diversa dalle precedenti.
Non dobbiamo certamente abbassare la guardia, con la vigilanza e il monitoraggio potremmo evitare lockdown totali, nonostante siano quasi scontate delle nuove varianti, soprattutto considerando che all’incirca 6 milioni di italiani devono ancora ricevere la prima somministrazione del vaccino contro il coronavirus, e nonostante sia già entrato in vigore, dall’8 gennaio, l’obbligo vaccinale per tutti gli over 50 residenti in Italia, italiani e stranieri, ad eccezione di coloro che sono esentati per motivi di salute.
C’è dunque una stretta generale sui non vaccinati: il Super Green Pass è obbligatorio per salire su treni, bus, metro e tutti gli altri mezzi di trasporto, mangiare nei locali all’aperto (oltre che in quelli al chiuso, come già previsto), per alberghi, fiere, impianti sci e molti altri luoghi di socialità e svago.
Il certificato verde è necessario, dal 20 gennaio, anche per accedere ai servizi della persona, quali barbieri, parrucchieri ed estetisti.
Dal primo febbraio bisognerà avere il pass base anche per accedere ad un qualunque ufficio pubblico o a servizi postali, bancari, finanziari e alle attività commerciali.
Dal 15 febbraio, i lavoratori pubblici e privati che hanno compiuto i 50 anni, dovranno esibire al lavoro il Super Green pass, che si ottiene con il vaccino o con la guarigione dal Covid. Chi non lo farà non riceverà lo stipendio ma conserverà il posto di lavoro. L’accesso ai luoghi di lavoro senza certificato che attesti vaccino o guarigione è vietato e, chi non rispetta il divieto, subirà una sanzione amministrativa tra 600 e 1500 euro.
Di tutta questa situazione non può non risentirne anche il nostro paese, con dati oscillanti riguardo la curva dei contagi che, al momento, secondo le comunicazioni della Direzione Sanitaria Asl Roma 5, si aggira intorno ai quattrocento positivi, i quali devono comunicare il proprio stato di salute (sia in caso di positività che in caso di guarigione) contattando i servizi sociali del Comune.
I cittadini devono sospendere la raccolta differenziata e fare un unico sacco di rifiuti indifferenziati, che dovrà essere chiuso con almeno due o più sacchi.
Come sappiamo, con l’ultimo decreto anti-Covid gli insegnanti hanno già l’obbligo di indossare a scuola le mascherine Ffp2; alla materna, in presenza di un positivo in classe, vengono sospese le attività per 10 giorni, mentre alle elementari con un solo caso si applica la sorveglianza, che prevede un tampone al primo e al quinto giorno dalla scoperta, e con due si va in DAD per 10 giorni.
Il Comune di Artena ha organizzato, a tal proposito, lo screening gratuito per tutti gli alunni presso la palestra dell’istituto Scolastico De Gasperi, dividendo i giorni per fascia d’età e scuola e invitando tutti i genitori a recarvisi, nella speranza di poter tornare a scuola quanto più possibile in sicurezza, dopo le feste, in previsione della riapertura delle scuole.
Su quasi 1400 bambini che frequentano le nostre scuole (dall’asilo nido alle medie), ne hanno esaminati circa 980, verificandosi così, di volta in volta, un aumento dei contagi dopo l’effettiva riapertura delle strutture scolastiche.
Agli stessi cittadini che spesso non rispettano o ignorano le norme anti-Covid viene richiesta responsabilità, una responsabilità per la quale il 30 dicembre 2021, con un totale di 88 casi positivi nel nostro Comune, ma anche perchè erano stati riscontrati un paio di casi di contagio tra i dipendenti comunali, è stata disposta la sanificazione degli luoghi e la sospensione del servizio per il ricevimento al pubblico di tutti gli uffici comunali (garantendo i servizi indispensabili solo tramite appuntamento ed entrando massimo uno per volta) fino al 16 gennaio 2022, momento in cui la nostra situazione epidemiologica ha contato 477 casi positivi in più. Con tutto questo aumento di contagi, non è stata rinnovata alcuna ordinanza né sospensione, riaprendo così gli uffici comunali al pubblico, ignorando che nella nostra regione (al momento in cui scriviamo in zona gialla), ci sono più di 250 mila casi positivi ed essendo consapevoli che nel nostro paese la curva del contagio era ed è in aumento.
Forse fronteggiare la pandemia non rientra tra le priorità di tutto il nostro Comune, alle prese con diverse situazioni disagevoli ma, dato il permanere della nostra regione in una determinata fascia di positività (e ancora più specificatamente ad Artena), sarebbe forse stato il caso di aspettare e pensare ad un prolungamento della sospensione del servizio al pubblico negli uffici comunali; così da poter richiedere ai cittadini, dotati certo di senso civico, la stessa responsabilità, diligenza e limpidezza con cui, in genere, si tenta di affrontare e superare una situazione di difficoltà.

Sara FABIANI