ARTENA. BOLLETTE E COMMERCIANTI

La vita costa cara, aumentano i beni primari le bollette e la benzina, gli stipendi no. Quelli sono rimasti tali. Girando per il nostro paese e prendendo d’esempio diverse attività commerciali ci siamo accorti che tutti purtroppo sono sconfortati perché temono per il loro futuro e per quello delle loro famiglie

Alla fine del 2021 ovunque si parlava dell’imminente arrivo del rincaro della vita ma, come si sa, l’essere umano è incline ad affrontare tempestivamente gli imprevisti che sa già gli capiteranno e preferisce piuttosto il “quando succede ci penso”, ragionamento forse sbagliato ma forse neanche troppo, visto che poi non possiamo più di tanto cambiare ciò che la vita ci riserva e cosi, eccoci arrivati al secondo bimestre del 2022 dove il costo della vita è raddoppiato. E non per dire, raddoppiato nel vero senso della parola.
Rimango sconvolta da un post di un ristoratore che pubblica le due differenti bollette bimestrali di gennaio e febbraio 2021 e poi gennaio e febbraio 2022, dove la prima riporta “Enel €627,35” “Enel €1.319,70”. Rimango a bocca aperta, ferma, allibita e penso: queste povere attività commerciali di paese, come faranno ad andare avanti? Perché prendo come esempio la vendita di generi alimentari, visto che il nostro paese ne ha diversi, e immagino che purtroppo saranno costretti ad alzare il prezzo di vendita, anche di un singolo pacco di pasta, per pagare la corrente. E allora un semplice cittadino come me, che deve vivere, mangiare e lavorare, si troverà costretto ad abbandonare le piccole attività di paese e andare a spendere nelle grandi catene che si sa, costano di meno. Perché la vita costa cara, tutto è salito, dai beni primari alle bollette, per fino la benzina, ma gli stipendi no. Quelli sono rimasti tali. Decidiamo così di girare per il nostro paese e prendere d’esempio diverse attività commerciali e tutti purtroppo sono sconfortati perché temono per il loro futuro e per quello delle loro famiglie. Ad esempio, parlando con Paolo Candidi, proprietario del Bar Oasi, apriamo un discorso ampio ed importante sul come negli anni, il bar, sia sempre di più diventato un lusso. Naturalmente Paolo è uno dei commercianti sopracitati preoccupati, in quanto la sua attività ha visto raddoppiare nel giro di 2 mesi la bolletta dell’energia elettrica, e raddoppiare non per dire. E non solo. Sono aumentati i prezzi anche delle consumazioni come ad esempio delle bevande sia alcoliche che analcoliche o il prezzo del caffè. Paolo è preoccupato per sé, perché il bar è la fonte di guadagno della sua famiglia, ma anche di due stipendi di bariste che non vorrebbe mai lasciare a piedi. E allora ci fermiamo a pensare e mi dice che il bar, come dicevo prima, è sempre stato un lusso ma il lusso anche del “povero” perché chiunque si è sempre potuto permettere almeno un caffè. Ora invece la vita è troppo cara, un operaio ad esempio va a lavorare e la stragrande parte dello stipendio va alle spese per andare a lavorare quindi anche l’euro del caffè decide poi di eliminarlo e il caffè aspettare e prenderlo a casa. Essendo il suo bar di passaggio per andare in autostrada e con di fronte un ampio parcheggio, prima molti camionisti ed operai si fermavano per il pranzo. Adesso cercano di risparmiare sul caffè, figuriamoci sul pranzo. Paolo però nel suo bar, pur avendo avuto un rincaro dei prezzi, non li ha alzati a sua volta in quanto rischia poi di perdere clientela. Questo aumento indecente del costo della vita sta portando tutti allo sfinimento, uno sfinimento che ne viene da due anni di pandemia e che ora che ognuno di noi, commerciante e non, vedeva uno spiraglio di luce con il rallentamento dell’andamento epidemiologico e con la conseguenza del rallentamento delle misure anti-covid , persiste di nuovo.
Tutti avremmo voluto tornare ad una normalità pre-covid, tutti saremmo voluti tornare ad uscire e fare delle esperienze diverse da quella di stare a casa a sperare che la pandemia finisse, anche perché non avrebbe avuto senso altrimenti vaccinarsi. Tutti, ma i commercianti nello specifico, speravano in una ripresa economica ora più che mai, venuti da due anni di pandemia e di promesse di sussidi che non arrivavano e che se arrivavano non erano abbastanza. Invece no, neanche questa volta noi cittadini italiani abbiamo avuto un governo tutelatore dei nostri diritti, un governo che si oppone al rincaro della vita. Una vita appena ripresa in mano tra mozzichi e bocconi di positivi al coronavirus.
Dove questo rincaro della vita ci porterà non si sa, certamente l’essere umano in un modo o nell’altro ce la dovrà fare. Facendo a meno di qualche cosa in più di quello di cui già faceva a meno, spendendo purtroppo non più nelle piccole botteghe di paese ma nelle grandi catene, facendo caso a fermarsi quando il prezzo della benzina è più basso in quel distributore piuttosto che in quello vicino casa, ma ce la faremo. Mi chiedo però: chi li aiuterà i commercianti di paese quando saranno costretti ad alzare i prezzi e noi semplici cittadini saremmo costretti ad andare nelle grandi catene?

Elena MELE