IN ODORE DI GUERRA DA OLTRE UN SECOLO

Una guerra non si vince mai! Nessuna guerra, nemmeno quelle per le indipendenze degli Stati, riportano vincitori. Morti si! Terribili i bombardamenti, ma terribile è stato pure il discorso di Putin: “Chi pensa di intervenire in favore dell’Ucraina, sappia che si sottoporrà alla nostra reazione con mezzi che non avete mai sperimentato”. Lo spettro atomico sull’Europa

LIBERTA’, CONSENSO, BONTA’. Questo è il motto istituzionale dello stato ucraino, ma negli ultimi mesi fu messo da parte per un altro motto molto patriottico che recita le seguenti parole “Gloria all’Ucraina e Gloria agli ucraini”. Il motto fu coniato per la crisi geopolitica nell’est del paese, dopo che la Crimea e il Donbass furono attaccati da gruppi paramilitari legati a Mosca.
Per capire con precisione questa crisi tra Ucraina e Russia, dobbiamo ritornare indietro di circa 100 anni. Tutto ebbe inizio quando la Russia era un impero, l’Impero zarista, che durante la prima guerra mondiale uscì dal conflitto per motivi interni all’impero, dando vita poi alla Rivoluzione d’Ottobre, che porterà al potere i Bolscevichi guidati da Lenin. Quando in Russia tra il 1918 e il 1920 scoppiò la guerra civile tra l’Armata Rossa e l’Armata Bianca, nell’Ucraina, insieme a Finlandia, Estonia, Lettonia e Lituania, nacquero governi d’impronta nazionalista opposti a quello sovietico. Nel 1920 l’Armata Rossa riuscì a sconfiggere gli eserciti dell’Armata Bianca conquistando la Crimea. Quando nel 1922 nacque l’Unione Sovietica, la Repubblica Socialista Sovietica Ucraina fu tra le 15 repubbliche che fondarono il primo stato socialista. Dopo la morte di Lenin e la disputa tra Trotsky e Stalin, quest’ultimo vincitore, iniziò un periodo di crisi per le repubbliche socialiste. Inizieranno carestie e, soprattutto, quando Stalin diete vita alle purghe, morirono migliaia e migliaia di ucraini. Allo scoppio della seconda guerra mondiale e con l’occupazione tedesca dell’Ucraina, gli eserciti tedeschi in ogni città ucraina vennero visti come liberatori e salvatori, dopo gli anni bui passati sotto il controllo di Stalin. C’è un dato che fa riflettere molto di quegli anni, ed è che circa 30.000 ucraini si arruolarono nei ranghi tedeschi per combattere contro l’Armata Rossa. Dopo la seconda guerra mondiale, l’Ucraina passò di nuovo sotto il controllo dell’URSS fino al 1990, quando con la dissoluzione dell’Unione societica, il nuovo parlamento russo adottò la Dichiarazione di sovranità dell’Ucraina. Nel 1991 anche il nuovo Parlamento Ucraino adottò d’indipendenza dell’Ucraina, in cui si dichiarava che l’Ucraina era uno Stato indipendente e democratico. Nei vent’anni seguenti al comando ucraino si susseguirono diversi governi, sia filorussi e sia filoeuropei. Nel 2010 ci furono l’elezioni presidenziali: verrà eletto il Presidente Viktor Janukovyc un politico ucraino ma naturalizzato russo. Nel 2013 iniziarono le prime proteste nei suoi confronti proprio per la politica filorussa, proteste che sfociarono nell’occupazione di Piazza Indipendenza a Kiev. Le proteste nacquero perché l’Ucraina aveva una situazione delicata con le finanze pubbliche e il premier Janukovyc rifiutò di firmare degli accordi di associazione con l’Europa, in favore di un prestito concesso dal Presidente Putin, così da far legare ancora di più l’Ucraina alla Russia. Queste proteste sfociarono in vere e proprie scontri e si registrarono diversi feriti e anche morti. Dopo mesi e mesi di scontri, il 22 febbraio 2014 Janulovyc fuggì da Kiev e qualche mese dopo alle nuove elezioni vinse Petro Porosenko. Il primo atto che firmò Porosenko fu il 27 giugno 2014 quando a Bruxelles stipulò l’accordo di associazione tra l’Ucraina e l’Unione Europea. Nel frattempo, però, nelle regioni ad est dell’Ucraina confinanti con la Russia, Crimea e Donbass, scoppiarono nuove rivolte contro il nuovo governo democratico. Gli abitanti di queste regioni scesero in piazza con slogan in favore della Russia, affermando di voler essere indipendenti dall’Ucraina ed essere annesse alla Russia. Questa situazione causerà una profonda crisi che sfocierà in una guerra, si formarono gruppi paramilitari che occuparono i palazzi istituzionali dando vita a nuovi governi filorussi, che istituirono dei referendum per avere maggiore autonomia da Kiev. L’11 marzo 2014 la Crimea fu dichiarata indipendente, così come anche il Donbass, ma il governo ucraino e le Nazioni Uniti non riconosceranno mai questi governi, dicendo che i referendum fatti non erano validi. In tutti questi anni dal 2014, Putin aveva apertamente inviato truppe russe nelle regioni separatiste, aiutando cosi i filorussi nel loro intento di annettere quelle regioni alla Russia. Ma come si è arrivati all’invasione del 24 febbraio? Negli ultimi anni, l’Ucraina ha ottenuto circa 2,7 miliardi di dollari dal 2014 da parte del fronte occidentale, riaccendendo le preoccupazioni russe. L’evento, però, che ha portato la crisi, è stato un possibile ingresso futuro dell’Ucraina nella Nato, una notizia che ha Putin non è piaciuta e di conseguenza ha deciso da diverse settimane di ammassare truppe sul confine ucraino. Settimane intere di diplomazia, incontri tra i vari capi di stato mondiali, non hanno bloccato l’idea di Putin di invadere l’Ucraina. All’alba del 24 febbraio 2022, Putin in onda su una Tv Russa dichiara “Ho deciso di lanciare un’operazione speciale militare. Lo scopo è proteggere la popolazione che da otto anni affronta l’umiliazione e il genocidio perpetrato dal regime di Kiev. Cercheremo di smilitarizzare e denazificare l’Ucraina e di portare davanti alla giustizia i responsabili di crimini contro i civili.” Pochi minuti dopo l’esercito russo sfonda i confini, le batterie russe fanno fuoco su tutte le città e basi militari ucraine. L’inizio di una guerra che potrebbe essere il più grande conflitto in Europa dopo la seconda guerra mondiale.

Jacopo G. FELICI