CONFLITTO IN EUROPA.RICOMINCIAMO DAL CUORE

Come sempre in questi casi, il cuore del la solidarietà ha preso il volo e anche la nostra comunità si è riscoperta unita, solidale, ospitale, perché la migliore medicina a tanta sofferenza è la generosità, in una parola l’umanità. Semplici e significativi gesti di vita quotidiana: vicinanza, accoglienza, riparo, sorrisi, abbracci

Se mi chiedessero come mi sento, risponderei: disorientata e attonita. Dopo due anni di pandemia, la guerra è qualcosa di impensabile. Eppure è così, e siamo in tanti a sentirci “sbalestrati”. Noi di una certa età abbiamo conosciuto la guerra attraverso i racconti dei nonni, prima, e dei genitori poi, e ci siamo illusi che tale pazzia fosse stata rimossa per sempre dai nostri orizzonti. In realtà chi governa non ha recepito abbastanza le tragedie del XX° secolo e quotidianamente, i media ci riportano immagini di conflitti in varie parti del mondo: Asia, Africa, Medio Oriente, ed ora l’Ucraina, nel cuore dell’Europa. Una sorta di terza guerra mondiale “a pezzi”, come dice sua Santità. Gli esiti sono sempre gli stessi: morti, macerie e miseria. E come sempre soccombono i più deboli; folle di disperati che chiedono asilo alle nostre porte: donne, anziani, bambini. Si. I bambini! Proprio loro. Soprattutto loro. Come spiegare tanta ingiustificabile sofferenza? Come rispondere ai loro perché? I traumi della violenza, della paura, dell’abbandono, della fame, lasciano tracce indelebili nella psiche infantile, nonostante i solenni proclami sottoscritti a livello internazionale sui ”Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza” ( convenzione ONU, 20 nov. 1985). Proprio all’infanzia e all’adolescenza stiamo negando il diritto al gioco, all’educazione, alla sicurezza, stiamo negando loro perfino il diritto ai sogni. Negare ciò è negare la speranza del futuro e non possiamo permettercelo. Glielo dobbiamo! “Noi possiamo sacrificare le nostre persone, se ci fa piacere, ma non certo i nostri figli”, dice Tolstoi alla fine del romanzo “Guerra e pace”. Perfino la cultura è stata trascinata nella guerra. “sanzioni”? no. Piccinerie e meschine ritorsioni. Atteggiamenti che sviliscono il valore culturale del popolo russo, diventato ingiustamente il paragone tra bene e male. Eppure la cultura, come l’educazione, possono salvare il mondo. Entrambi sono veicoli di Pace! Serviranno anni per sanare queste ferite. Dove e come ricominciare? Ricominciamo dal cuore, dal nostro cuore. Come sempre in questi casi, il cuore della solidarietà ha preso il volo e anche la nostra comunità si è riscoperta unita, solidale, ospitale, perché la migliore medicina a tanta sofferenza è la generosità, in una parola l’umanità. Semplici e significativi gesti di vita quotidiana: vicinanza, accoglienza, riparo, sorrisi, abbracci… a partire dai bambini, facendo nostro il monito di Maria Montessori: “se vi è per l’umanità una speranza di salvezza e di aiuto, questa non potrà venire che dal bambino, perché in lui si costruisce l’uomo”.

Maria Luisa PECORARI