LA GITA DI PASQUETTA GIUNGE AD ARTENA MA NON TROVA UN PAESE PRONTO ALL’ACCOGLIENZA

ANCORA UNA VOLTA ABBIAMO MANCATO L’OPPORTUNITA’. CI SI RIEMPE LA BOCCA CON LA PAROLA TURISMO, MA DA NOI E’ COSA IMPROPONIBILE

Il giorno di Pasquetta, si sa, è un giorno di gite fuoriporta, e quest’anno, dopo uno stop forzato causa pandemia , il turista ha ripreso la sua routine per visitare gli antichi borghi.
Artena non è stata da meno, ed è stata metà di un bel pellegrinaggio: abbiamo contato nel solo pomeriggio di pasquetta la presenza di circa trecento visitatori che hanno camminato nel nostro centro storico, sulle pietre bianche e antiche.
Vi racconto come il turista viene ad Artena, cosa vede, cosa trova, e come va via.
La posizione del nostro paese è davvero superba, si staglia su una propaggine dei monti Lepini ed è visibile su tutte le strade sottostanti: via Velletri, via Latina e l’Ariana, per cui, chi vi transita o il turista incuriosito e che magari è conscio che il nostro centro storico è il più grande d’Europa non carrozzabile e che si va a dorso di mulo, decide di avventurarsi sulìi nostri acciottolati.
Molti lasciano la macchina a valle, cercano qualche punto d’informazione, purtroppo, però, si debbono affidare a qualche cittadino perché di centri di informazione non vi èmai stata traccia, nè ieri e nè oggi.
Si girano attorno e vedono il Granaio dove c’è il museo archeologico, e quello dello strumento antico. Saranno stati aperto quel giorno?
Camminando Si arriva alla Piazza della Fontana, ora uno spazio disadorno. Si gira attorno alla decadente fontana e si vede la chiesa del Rosario, naturalemente e rigorosamente chiusa! Ci s’incammina per la via del borgo e dopo la svolta a gomito, appare in tutta la sua magnificenza l’Arco Borghese. Il tursitsa resta senza fiato: “Mamma mia quanto è bello”. Transita stto l’Arco e arriva in piazza della Vittoria da dove si gode un panorama mozzafiato, è un vero balcone che si affaccia sulla vallata del Sacco.
Il turista curioso ma anche un poco stanco, incomincia a domandare: “C’è un bagno?” E quando scopre che è sotto la piazza e prova ad andarci, capisce che è meglio tenersela. Lo sguardo si volge verso il palazzo Borghese e ancora chiede: “Si può visitare?” “Guardi suoni la campanella del portone e buona fortuna”. La campanella suona invano il portone è e resta chiuso e le finestre sono sbarrate. Gli spieghiamo che il Palazzo è abitazione privata e da qualche anno gli eredi si sono suddivisi il maniero, e sembra, sottolineamo sembra, che abbiano portato via le poche opere d’arte che lì erano custodite. Sconsolato il turista riprende il suo cammino e si avvia verso la chiesa di Santo Stefano. Arrivato davanti la chiesa chiede a che ora apre? “Signore non apre oggi forse aprirà nel mese di maggio!”
Il nostro turista continua il suo percorso verso via di Crognaleto incontra molti gatti e chiede perché davanti alle porte delle case ci sono le bottiglie piene d’acqua? “Perché così i gatti non fanno la pipì”.
Arriva davanti la chiesa di Santa Croce, anche qui rimane estasiato per la sua imponenza, per puro caso la chiesa è aperta sapete perché? Perchè chi scrive si era recato per sistemare alcune cose e per circa un ora il turista ne ha potuto godere.
Il turista chiede: “Più avanti c’è qualcosa?” “Si, c’è un bel vedere la piazza della Resistenza”, ancora:”Scusi dove posso degustare qualcosa?” “Ehhhhhhhh caro turista…”, e ancora: “Dove posso comperare qualche ricordino?” “Ehhhhhhhh caro turista…”. Qui devi capire che oltre i pochissimi monumenti, l’aria buona, i vicoli caratteristici e il panorama mozzafiato non c’è altro. Ci sono le fontanelle, un bar a piazza della Vittoria e un circolo Arci a Piazza della Resisenza.
Il turista riscende il centro storico per via Vittorio Emanuele la strada più lunga del paese ma anche la più disabitata, infestata da erbacce, escrementi di cani, materiali di risulta, selciato disconnesso.
Ritorna giù alla piazza, riscende il borgo forse si ferma a mangiare un gelato da Paino, ma riprende la sua macchina, si volge indietro e commenta: “Paese bello, caratteristico, da mozzafiato, ma torno con le mani vuote, torno con un velo di tristezza perché non mi hai offerto qualcosa per cui ti possa ricordare”.

Alberto TALONE