Prova di straordinario effetto del nostro concitttadino Giorgio Colangeli
Il 15 giugno scorso è uscito nelle sale Mindemic, un psychological drama di Giovanni Basso, con il nostro concittadino Giorgio Colangeli.
Il film è un’opera prima in cui Giovanni Basso è regista, sceneggiatore e ha curato anche la fotografia e il montaggio. Si tratta di un vero e proprio esperimento, considerato che il film è stato girato tutto con un iPhone 8+ a cui il regista ha attaccato una lente anamorfica che comprimeva l’immagine impressa in larghezza, mantenendo inalterata l’altezza.
La pellicola porta in scena un personaggio estremo, “che racchiude in se tutte le preoccupazioni, i deliri, le paure, le angosce di un presente e un futuro incerti – dice Basso. Questa è stata principalmente la spinta che ha dato l’idea di Mindemic. “E’ una metafora sull’arte e sulla vita – continua il regista – nella volontà di tutti di poter creare, di sentirci liberi e vivi compresi in un mondo ostico e difficile”.
La trama del film descrive un regista di cinema, Colangeli, caduto in disgrazia e rinchiuso in un appartamento di periferia dove tenterà di scrivere il suo prossimo film.
Il regista nella finzione cinematografica, man mano che va avanti a scrivere il film, si immedesima, cominciando ad interpretare i vari ruoli concepiti per la storia, inscenando nelle stanze dell’appartamento tutti i personaggi immaginati, fino a perdersi in un delirio creativo che lo condurrà a non poter distinguere verità e finzione: un Mindemic, cioè qualcosa che turba la mente e vi rimane impresso per un tempo illimitato.
Giorgio Colangeli nel film è un gigante, una prova d’istrione che conferma la straordinaria forza interpretativa che ha dentro: anima e corpo, tecnica e istinto. Una grandissima prova polifonica e generosa. Il film è tra le dodici pellicole scelte che concorreranno alla designazione del titolo candidato a rappresentare l’Italia nella selezione miglior film straniero all’Oscar 2023.
MINDEMIC Italia 2022
di Giovanni Basso
con Giorgio Colangeli, Rossana Gentili e Paolo Gasparini