UNA CITTA’ CHE AFFONDA

Ci sono momenti storici, e per Artena questo è un momento storico, siamo sul limite di un precipizio e ogni giorno che passa rischiamo di precipitare in modo rovinoso

Pochi giorni fa, il Tribunale del riesame di Roma, ha di nuovo detto no alla richiesta del Sindaco-Fantasma Felicetto Angelini, di riavere l’agibilità di movimento e quindi anche l’agibilità politica. Sono passati due anni esatti da quando l’operazione Feudo ha messo in ginocchio l’amministrazione di Artena. In questi due anni ne abbiamo viste di cose inaccettabili per la collettività: un Vicesindaco intestardito a guidare una maggioranza sfilacciata, con consiglieri che si sono ritirati dal consiglio comunale, per poi essere costretto, il Vicesindaco, ad abbandonare quel ruolo per intervenuta condanna dovuta a una vicenda giudiziaria personale. A quel punto è arrivato il Commissario Prefettizio a tempo! Per quanto tempo non sappiamo, intanto il paese affoga nelle sabbie mobili di un immobilismo magmatico che inghiotte tutto.
È stato appurato dal consiglio comunale che il debito ammonta a cinque milioni di euro, e chissà quanti altri milioni sono sparsi nelle pieghe di un bilancio sballato degli anni passati. Insomma, siamo ad un passo dal fallimento totale del Comune! I vari responsabili del bilancio che arrivano ad Artena, dopo un po’ che hanno considerato la situazione pre-fallimentare e l’assenza di una guida amministrativa, decidono di scappare a gambe levate per non rischiare complicazioni. In questa situazione destrutturata e lacerata, la gran parte dei cittadini si domanda: perché i consiglieri della ex maggioranza non si dimettono per permettere alla cittadinanza di tornare alle elezioni e avviare una possibile rigenerazione civile e amministrativa di Artena? Chi siede in consiglio comunale sia di maggioranza che di opposizione, dovrebbe avere a cuore che ci sia un’amministrazione nel pieno delle sue funzioni, non essendoci una guida regolare della cittadina, tutti dovrebbero capire una cosa banale: in una situazione di crisi amministrativa si deve tornare alle urne, e non restare attaccati a quella sedia, ormai inutile, non si capisce perché; ovviamente non c’è un perché logico, razionale, utile alla causa della comunità. Possiamo pensare che un vincolo personale, quasi tribale, leghi i consiglieri della ex maggioranza a Felicetto Angelini, ma se così fosse, se cioè un vincolo di fedeltà al capo non permettesse Loro di dare le dimissioni, ciò sarebbe ancora più grave, perché darebbe forza semantica e simbolica al titolo ‘Feudo’ con il quale la magistratura ha dato il via all’inchiesta sull’amministrazione di Artena. Invitiamo i consiglieri comunali a riflettere su questi aspetti che inevitabilmente si rifletteranno sul destino della nostra comunità. Se per un vincolo al capo si manda in malora il proprio paese, vuol dire che questi consiglieri non sono degni di rappresentare i cittadini di Artena.
Ci sono momenti storici, e per Artena questo è un momento storico, siamo sul limite di un precipizio e ogni giorno che passa rischiamo di precipitare in modo rovinoso. Per la vita civile e politica di Artena non c’è uno spread che stia lì a significare il fallimento possibile e l’insostenibilità della situazione, ma c’è uno spread che sono le casse del Comune maledettamente vuote, e sempre di più lo saranno! E tutti lo sanno, consiglieri e cittadini. Mi diceva un volontario del gruppo archeologico del Museo ‘Lambrechts’, che il Comune non ha mille euro che per convenzione dovrebbe versare ogni anno per gestire il museo.
E allora la domanda torna a farsi sentire: come potete restare lì, a fronte di una situazione drammatica per Artena? Non vedete che il paese sta in agonia? Non percepite il malessere e la sfiducia dei cittadini?
Penso che in questa situazione anche la minoranza abbia delle responsabilità nel come ha portato avanti questa vicenda, ma al di là dei vari aspetti del confronto-scontro con la ex maggioranza, un aspetto è da rimproverare alle minoranze, e cioè non aver avuto la coscienza che questo periodo storico per Artena, non è un momento come altri, è appunto un periodo unico nella storia civile del paese.
A partire dall’omicidio di Willy, per passare all’operazione Feudo, che ha inquisito Sindaco, assessori e dipendenti comunali con varie accuse; poi la vicenda di un Vicesindaco esterno al consiglio comunale che ha votato nel consiglio stesso (il fatto che poi il Tar gli abbia riconosciuto tale diritto non conta molto, politicamente); poi la sospensione del Vicesindaco per intervenuti effetti della legge Severino, per una condanna relativa ad una questione giudiziaria personale; per ultimo ma non ultimo, la situazione pre-fallimentare del Comune di Artena. Ecco, in tutte queste ‘cose’ sta l’eccezionalità del momento storico di Artena: ora domando a Voi rappresentanti delle opposizioni, non pensate che la vostra azione sia stata debole, di poco coraggio e di poca consapevolezza della storicità del momento?
Penso che in situazioni di emergenza si risponda con azioni forti, con coraggio; oltre la dialettica consiliare, avreste dovuto fare di più, molto di più. Avreste dovuto creare problemi al Prefetto con azioni dirompenti, tipo le dimissioni di tutti i rappresentanti delle minoranze. Ma voi avete agito come se la situazione fosse normale e in ciò avete sbagliato, non avete colto l’eccezionalità di ciò che stava e sta vivendo questo povero paese. In ciò sta la Vostra responsabilità politica.
Ma la domanda iniziale, all’ex maggioranza, insorge: ‘Perché non vi dimettete?’
Una voce che, come il vento, si incunea dappertutto, dice: dimettetevi!