ARTENA E’ UN MICROCOSMO IN CUI SI RIFLETTONO TUTTI I FENOMENI STORICI DEL MACROCOSMO

A DIRLO E’ LA STORICA DELL’ARTE E SCRITTRICE FEDERICA DI FOLCO

La vicenda di Artena mi colpisce profondamente. Credo che un tale impatto possa essere facilmente giustificato alla luce della mia formazione storico- artistica, che mi porta ad appassionarmi di tutto ciò che è dotato di profonda bellezza e interesse storico.
Artena è tutto questo e molto di più: la sua scenografica natura rocciosa, il suo profilo pittoresco catturano l’occhio e sono testimoni silenti di un racconto millenario che però rimane spesso fuori dalle pagine dei grandi manuali di storia. Sembrerebbe quasi che centri così piccoli non abbiano lasciato tracce significative nelle vicende europee ma mai come in questo caso la verità si discosta sensibilmente da questa prima impressione: la Storia (volutamente scritta con la S maiuscola) ha travolto questa città con una lunga serie di eventi che la scossero come il vento che gonfia le vele di una nave, sconquassandole ma senza squarciarle.
Dapprima viene alla luce un abitato antico descritto da viaggiatori ottocenteschi, indagato durante numerosi campagne di scavo ma ad oggi ancora privo di un nome e di un identità. Questo oscuro agglomerato di abitazioni, tirate su con largo impiego di roccia calcarea locale, sembra una zattera in preda ai flutti della storia: appare in età arcaica, si inabissa intorno al II secolo d.C. per poi riaffiorare di nuovo in superficie e scomparire quasi del tutto all’inizio del Medioevo. L’abbandono di questa misteriosa “Civita” non comportò una totale cessazione della frequentazione della zona: la vita si spostò soltanto poco più in basso, lì dove nacque quella Montefortino citata per la prima volta dalle fonti nel XII secolo e che tra XV e XVI secolo fu terra di scontro tra il potere imperiale e quello papale.
Rasa al suolo completamente nel 1557, si rimise in piedi grazie alla committenza della famiglia Colonna, erede di quel Marcantonio II che fu trionfatore a Lepanto nel 1571, per poi passare in mano ai Borghese.
Il palazzo di Montefortino ospiterà papa Paolo V e suo nipote Scipione, che ricostruiranno la città in forme nuove e ben più monumentali; al loro servizio lavoreranno artisti quali Jan Van Santen, Giovan Battista Soria e, probabilmente, persino Gian Lorenzo Bernini. La città accoglierà Camillo Borghese e la sua capricciosa consorte, Paolina Bonaparte; Garibaldi andrà ad accamparsi nei pressi della chiesa di Santa Maria del Rosario; la seconda guerra mondiale travolgerà la comunità artenese con il bombardamento di Santa Maria delle Letizie.
E poi la ricostruzione post bellica ed il boom economico, l’industrializzazione, la lenta trasformazione di un centro antico in una città moderna: Artena è un microcosmo in cui si riflettono tutti i fenomeni storici del macrocosmo, in cui si muovono gli stessi personaggi e si rivivono gli stessi eventi; è una “capsula del tempo” che racchiude in sé secoli di lotte e trasformazioni che hanno forgiato una comunità resiliente e con uno spiccato senso identitario; è la dimostrazione evidente del fatto che tutti facciamo parte di una storia infinita e che essa è parte integrante di ciò che siamo e del territorio in cui ci troviamo ad agire.

FEDERICA DI FOLCO