DIPENDENTI COMUNALI. PROTESTA SENZA FINE MANCA L’ACCORDO

E’ dal 2020 che le somme spettanti di diritto ai lavoratori non sono erogate. “E’ un ostracismo inspiegabile e misterioso. Come se ci fosse qualcosa che impedisca di fare quello che sembra logico e di buon senso”

Ancora una fumata nera nell’ambito della querelle fra dipendenti comunali e amministrazione. Dopo la mancata firma sul Fondo efficienza servizi, proposto lo scorso 28 dicembre, a tre giorni dalla fine dell’anno da parte dell’organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL, c’è stato un ulteriore tentativo di conciliazione (il quarto) di fronte al Prefetto di Roma, anch’esso conclusosi negativamente.
I dipendenti comunali, quindi, hanno deciso di scendere nuovamente in piazza il prossimo martedì 7 marzo dalle ore 9:00. Si ritroveranno tutti in piazza Galileo Galilei di fronte all’ufficio postale.
Ricostruiamo in breve la vicenda.
I lavoratori del Municipio di Artena non percepiscono il salario accessorio che gli è negato da quattro anni ormai, oltre ad altre spettanze.
Nel 2020, 2021 e 2022 non è stato mai approvato il FES (fondo efficienza servizi) negando così l’applicazione del contratto, per situazioni non imputabili alla volontà dei dipendenti stessi.
Dopo tre tentativi di conciliazione esperiti di fronte al Prefetto nel 2021 e nel 2022, tutti e tre conclusisi con esito negativo per le assenze – tutte e tre le volte – della parte datoriale, i lavoratori sono scesi in piazza già una prima volta lo scorso 1° febbraio.
“Non ne possiamo più – ci hanno riferito in quella occasione i lavoratori presenti – perché oltre a non pagare il salario accessorio che ci spetta di diritto, ci vengono negati anche i soldi per i lavoratori che hanno svolto censimento ISTAT, eppure questi soldi non sono del Comune ma erogati dal Ministero. Non ne possiamo più perché il Comune lo stiamo sostenendo noi, lo portiamo avanti noi e solo noi, senza il minimo aiuto da parte della politica, ormai inesistente e senza alcun indirizzo amministrativo. A questo si deve aggiungere una spaccatura interna tra alcuni dipendenti causata da diatribe e polemiche insorte da anni grazie a taluni comportamenti messi in atto per minare l’armonia tra colleghi. La divisione è da anni il denominatore comune presente negli uffici municipali, che oltre ad essere deleterio per i dipendenti lo è di più per i cittadini utenti dei servizi comunali”.
Anche il Commissario Prefettizio, insediatosi ormai da un anno si è trovato una situazione incancrenita e insostenibile, è anche vero, però, che ha fatto davvero poco per risolvere la situazione: “Ha dato indirizzo di redigere il FES (fondo efficienza servizi) con somme anche importanti, quindi la sua volontà si è vista, ma alla nostra richiesta di aggiungere nel FES, con gli stessi soldi impegnati, anche le progressioni orizzontali assenti nel comune da cinque anni, prima ha accettato la richiesta, ma dieci minuti più tardi ci è stato detto che la nostra istanza non era più perseguibile. Tra l’altro esiste un esercizio che si chiama unilateralità e cioè, quando non si raggiunge un compromesso, la parte datoriale può autonomamente firmare il documento del Fondo efficienza servizi senza sentire le parti. Nemmeno questo è stato fatto. Nessuno si è assunto la responsabilità di firmare il FES”.
I sindacati avrebbero firmato quel FES, con riserva, perché secondo loro i calcoli andavano ripetuti, però la buona volontà c’era ed era stata dimostrata, come si evince dai verbali sottoscritti.
“E’ evidente che c’è una totale mancanza di rispetto nei confronti dei lavoratori del Comune di Artena, un ostracismo inspiegabile e misterioso. E’ come se ci fosse un qualcosa che impedisca quello che pare più logico fare. Per questo è stato chiesto un ulteriore incontro con la Prefettura”.
Al quarto tentativo di conciliazione del 9 febbraio scorso, in Prefettura i lavoratori erano rappresentati dalle tre sigle sindacali CGIL, CISL e UIL, e per la parte datoriale, invece che il Commissario Prefettizio o il Segretario Comunale che è il responsabile del servizio che si occupa del personale, erano presenti il dottor Giovini, capo dell’ufficio tecnico e la d.ssa Tomaro, responsabile del servizio finanziario. I due responsabili hanno parlato a nome del datore di lavoro e non hanno dato alcun spiraglio alla risoluzione della vertenza che, secondo quanto affermato in sede di conciliazione, si sarebbe potuta risolvere solo firmando il FES portato in trattativa il 28 dicembre scorso. Senza quella firma non ci sarebbe stata alcuna apertura. Il vice Prefetto, presente alla trattativa, vista l’irremovibilità della parte datoriale, ha concluso quindi autorizzando i lavoratori del Comune di Artena ad effettuare ogni forma di protesta lecita, sancendo così la bontà della protesta stessa dei dipendenti.
Dopo questo ulteriore tentativo i sindacati hanno inviato un esposto al Ministero dell’Interno, al Prefetto di Roma, alla Procura della Repubblica, alla Corte dei Conti del Lazio, all’albo nazionale dei Segretari Comunali e Provinciali, all’Ispettorato della Funzione Pubblica, alla Commissione di Garanzia, all’ANAC, in cui lamentano la ripetuta mancata sottoscrizione degli accordi per la ripartizione del fondo del salario accessorio dei dipendenti del Comune. Inoltre, notizia dell’ultima ora, i sindacati si sono rivolti ai legali al fine di verificare la possibilità di una condotta antisindacale da parte dell’amministrazione comunale, con l’attivazione di tutte le pratiche dell’eventuale risarcimento del danno causato ai dipendenti.
“Lo stato di agitazione è necessario – hanno detto ancora i sindacati – a seguito dell’atteggiamento, a nostro giudizio, irrispettoso dell’amministrazione comunale che da anni nega l’applicazione del contratto ai propri dipendenti, unico caso nella regione Lazio”.
Per questo i dipendenti comunali torneranno in piazza il prossimo 7 marzo alle ore 9:00 di fronte ai cittadini e alla stampa, per sollecitare l’opinione pubblica su questa situazione di disagio che si protrae da oltre tre anni e che crea imbarazzo ai lavoratori e agli utenti.