RISCHIO IDROGEOLOGICO AD ARTENA

Il rapporto “ecosistema rischio” di Lega Ambiente per la nostra Città è un campanello d’allarme

L’uomo nei millenni della sua esistenza ha dovuto subire e poi affrontare grandi sofferenze che gli hanno causato dolore e morte.
Una delle tragedie che da qualche tempo l’umanità subisce è il cambiamento climatico, che negli ultimi anni ha causato con le sue conseguenze più vittime di tutti gli altri mali che hanno afflitto e affliggono tuttora l’uomo.
Il problema del cambiamento climatico ha fatto scendere in campo scienziati di tutto il mondo che hanno esposto le loro teorie, molto spesso divergenti fra loro sulle motivazioni e sui rimedi per affrontare positivamente l’emergenza e le conseguenze che il clima – a volte folle, ma ciclico nella storia dell’umanità – affligge l’uomo e lo colpisce nei suoi affetti e nei suoi beni materiali. Fenomeni emergenziali si sono sempre verificati nei circa 5 miliardi di anni di vita della nostra Terra.
Gli effetti antropogenici – così li definiscono gli scienziati – provocati quindi dall’uomo e dalle sue attività in questi ultimi anni non incidono sui cambiamenti climatici già avvenuti in epoche in cui l’uomo neppure esisteva. Non voglio parteggiare qui per una o un’altra tesi, ma recenti studi, appunto, affermano – in contrasto con altri naturalmente – che l’uomo incide – con le sue attività quotidiane – per il solo 5-6% sui cambiamenti climatici che sono dovuti per il restante per cento alle attività magnetiche sempre più frequenti del nostro Sole che incidono fortemente sul nostro Pianeta. Così fosse però non siamo esenti dal ridurre al massimo quegli elementi che sono influenti negativamente sul clima terrestre per il bene del futuro dell’umanità. Negli ultimi tempi in ogni parte del mondo si sono verificati smottamenti, frane, valanghe, alluvioni e inondazioni che hanno causato vittime e danni materiali all’uomo e all’ecosistema che ci devono far riflettere sulla nostra vita quotidiana. Che i disastri naturali avvenuti in questi ultimi tempi siano in costante e continuo aumento è un dato di fatto e che colpiscano indifferentemente la nostra penisola da nord a sud è sotto gli occhi di tutti,
Ma il pericolo non è lontano dalla nostra Città. Il rapporto “Ecosistema Rischio” di Legambiente di qualche tempo fa sui rischi di dissesto idrogeologico in alcune zone della nostra Artena purtroppo è un campanello di allarme. La Città – secondo il rapporto – non ha raggiunto il livello “rosso” ancora, ma non ci siamo lontani, nonostante in questi ultimi tempi siano stati effettuati alcuni lavori di manutenzione per imbrigliare alcune zone e punti critici del nostro territorio. Per ottenere il punteggio il rapporto prende in esame molti e diversi indicatori, come presenza di industrie, abitazioni in aree a rischio idrogeologico, manutenzione e opere di difesa idraulica adottate nel territorio, monitoraggio per l’allerta dei cittadini, piani di emergenza in caso di pericolo, sensibilizzazione e indottrinamento della popolazione e altri indicatori ancora. Il rapporto ha dato un voto ad Artena: un punto “insufficiente” ed allarmante che grava come un macigno sulla popolazione delle zone a rischio.
Una nota lieta c’è, però, ed è l’efficienza della Protezione Civile presente nel territorio della Provincia e nello specifico nel nostro territorio. Artena, quindi, è fra i comuni più a rischio di movimenti franosi e fenomeni alluvionali della provincia. Tempo fa lo abbiamo potuto costatare, purtroppo. Il rapporto di Legambiente è quanto mai chiaro: ci sono abitazioni e strade situate in aree a rischio idrogeologico ma l’elemento positivo è che la manutenzione ordinaria del territorio è pressoché regolare. Di contro, però, non c’è un piano di emergenza che venga aggiornato periodicamente di cui poi informare i cittadini. C’è molto da fare, quindi, per migliorare questa situazione iniziando proprio dall’attivazione di sistemi di monitoraggio attivo del territorio e, appunto, di informazione della popolazione sui rischi presenti e sui pericoli che si possono sempre verificare.
Insomma, da noi piove sul bagnato: dopo l’inquinamento dell’aria e di alcuni territori della Valle del Sacco, i cambiamenti climatici – con le loro conseguenze negative – e i rischi si i rischi no di centrali “biometano” ecc., pure il dissesto idrogeologico. Per non farci mancare nulla. Dal Rapporto citato è trascorso un po’ di tempo ma, credo, il rischio idrogeologico da noi dovrebbe essere aumentato a causa del peggioramento della situazione climatica.