I PIATTI DI GENUCILIA ALL’INTERNO DEL MUSEO “LAMBRECKTS”

I Piatti, di cui una ricca serie è esposta all’interno del locale museo sono caratterizzati da basso piede a tromba, vasca poco profonda e orlo pendente

Nel corso degli anni gli scavi archeologici eseguiti sul Piano della Civita hanno restituito una vasta gamma di reperti essenziali per comprendere la vita degli abitanti che a cavallo tra il IV ed il III sec. a.C. erano insediati in quella zona, tra questi oggi parleremo dei piattelli del tipo Genucilia, chiamati così a causa di un’iscrizione trovata sotto il piede di uno di questi recante la dicitura P. Genucilia.
Questi reperti, di cui una ricca serie è esposta all’interno del museo Roger Lambrechts, sono caratterizzati da un basso piede a tromba, vasca poco profonda e orlo pendente. Sono decorati all’interno con il disegno di un volto femminile di profilo, agghindato da un diadema, con i capelli raccolti in una retina/sakkos e le orecchie adornate da orecchini e pendenti; l’orlo invece è decorato con motivi ad onde correnti. Altri esemplari recano decorazioni ricreanti motivi vegetali stilizzati. Nella località di Piano della Civita un gran numero di piattelli è stato rinvenuto all’interno di una cisterna, da qui si ipotizzò che l’edificio che si trovava a fianco di quest’ultima fosse la bottega di un artigiano che produceva tali manufatti. In realtà è più logico concludere che i reperti rinvenuti provengano da varie officine artigianali, ciò si evince dal fatto che gli impasti per realizzare i piattelli sono diversi tra loro, inoltre anche le decorazioni sugli stessi attestano la presenza di vari stili di esecuzione, alcuni di questi già presenti nella letteratura archeologica, altri sono registrati come varianti o imitazioni di stili già affermati altrove. I reperti di cui stiamo discutendo sono attestati in diversi contesti da quello domestico a quello funerario, dunque la loro funzione primaria rimane alquanto sfuggente da inquadrare con precisione, inoltre le loro caratteristiche morfologiche ci inducono ad escludere a prescindere che erano usati come recipienti per liquidi, è più facile vederli invece come supporti per delle offerte votive, in questo modo si giustifica il loro ritrovamento in gran numero in luoghi di culto e contesti funerari. Alcuni piatti appartenenti al Gruppo Genucilia recano un’epigrafe dipinta o anche eseguita a rilievo tramite l’incisione delle lettere sul manufatto. Oltre al motivo decorativo, all’aspetto morfologico nonché il luogo del rinvenimento del manufatto, anche le iscrizioni forniscono dati altrettanto importanti che permettono di risalire alle finalità d’uso dei piattelli. Un esempio è rappresentato da alcuni esemplari, provenienti dall’area urbana di Caere che recano le lettere greche HPA. Alcuni archeologi conclusero che la scritta epigrafica potesse riferirsi ad Eracle (Heracles) in quanto a Caere era attestato un culto di Eracle, quindi i manufatti erano dei doni votivi destinati al dio. Come accennato esistevano vari centri di produzione che fabbricavano i piattelli di Genucilia, i centri più antichi sono da collocare nell’area compresa tra Caere e l’agro Falisco, essi si distinguono soprattutto per lo stile decorativo che troviamo sui manufatti. Il primo, facente capo a Caere è più ricco di particolari ed accurato, l’altro di produzione falisca è più stilizzato e sommario. Lo stile ceretano è attestato all’interno del IV sec. a.C., quello falisco si sviluppa qualche anno dopo rispetto al primo e sopravvive fino ai primi decenni del III sec a.C. con una produzione che andava via via esaurendosi. La diffusione dei due stili fu indipendente l’una dall’altra, mentre la produzione falisca rimase locale con gli esemplari più remoti trovati ad Ardea e a Locri Epizefiri, quella di Caere abbracciò tutto il latium vetus e la fascia costiera da Ostia a Populonia, con esportazioni a Carsoli, Alba Fucente, Todi, Genova, Cuma, Malta e Cartagine.
Per concludere: I piattelli provenienti da Piano della Civita presentano entrambi gli stili, ciò dimostra come l’insediamento fortificato di IV sec. A.C. sfruttasse con estrema efficacia la sua posizione strategica, sita su un colle a 630 metri sul livello del mare non solo per svolgere la funzione di centro militare e di controllo del territorio ma anche per commerciare con le altre popolazioni del Lazio antico.

LEONARDO CERRONIS