I SINDACATI E LE RSU CHIAMANO, DAL COMUNE NESSUNO RISPONDE

Prosegue la diatriba fra Amministrazione e Sindacato. Dopo tre anni ancora una fumata nera . Si parla di articolo 28 e ingiunzioni di pagamento

Abbiamo assistito giovedì l’altro, all’assemblea sindacale – la terza negli ultimi mesi – dei dipendenti comunali del Municipio di Artena. Un’assemblea infuocata, non tanto nei toni, quanto nei temi che ormai sono risaputi da tutti e che non trovano soluzione. Al comune dicono che tutta la responsabilità della questione è da ascriversi ai sindacati, questi ultimi rovesciano la responsabilità all’amministrazione.
Siamo all’impasse, insomma, di una questione che si trascina da tre anni. E’ un triennio che i lavoratori del Comune di Artena non ricevono i compensi accessori che di diritto spettano al lavoratore.
Il salario accessorio rientra nel Fondo Efficienza Servizi (FES) che al Comune di Artena non è ripartito e approvato dal 2020 compreso.
Per farlo si ha necessità che si riunisca la delegazione trattante composta dalla parte pubblica (l’amministrazione) e da quella sindacale.
Sono trattative che solitamente si risolvono con l’accordo fra le parti in un battito di ciglia, ed era così anche ad Artena, almeno fino al 2019. Nel 2020 la delegazione non ripartì né approvò il FES, poi a ottobre l’operazione feudo bloccò ogni vicenda comunale, perché in quell’operazione giudiziaria, oltre alla sospensione del sindaco ci fu anche quella del segretario comunale, che rivestiva l’incarico di presidente della suddetta delegazione trattante. Il segretario fu sostituito, ma chi lo fece non convocò mai la delegazione, né fu aiutato a farlo dal facenti funzioni di sindaco Talone.
Al rientro del segretario di ruolo, questi ritenne poco opportuno di occuparsi della contrattazione decentrata perche, pare, che qualcuno – o più – dei dipendenti comunali avesse invocato aspetti di incompatibilità tra il segretario stesso e la struttura, e, preso atto di questo, il segretario invitatava a far presiedere la delegazione trattante dal responsabile affari generali e personale. A questo punto, però, la situazione cominciò a bloccarsi e i sindacati, temendo il peggio, chiesero una trattativa di conciliazione di fronte al Prefetto per venire a capo della questione. In fretta e furia l’amministrazione nominò il responsabile di servizio affari generali quale nuovo presidente della delegazione trattante che fu inviato a colloquio con i sindacati e la prefettura. Questo dirigente, da poco nominato, di fronte al vice Prefetto disse chiaramente di non conoscere la materia perché era stato da poco nominato e quindi la conciliazione non riuscì a risolvere la questione, ma concesse l’autorizzazione ai dipendenti di compiere tutte le rimostranze possibili affinché fossero risolti i loro problemi. Si attese del tempo, e poiché non accadeva nulla, i sindacati chiesero alla Prefettura un secondo tentativo di conciliazione. Questa volta l’amministrazione non si presentò ne mandò alcuno a rappresentarla in spregio a ogni rispetto per i propri lavoratori.
La seconda sospensione del segretario comunale, questa volta per opera della Prefettura, complicò ulteriormente la questione, anche perché arrivò quasi contemporaneamente la sospensione del facente funzioni di sindaco Talone, condannato in primo grado per vicende personali.
Arrivarono un nuovo segretario comunale e dopo qualche giorno il Commissario Prefettizio, che promisero di risolvere la situazione – siamo a marzo 2022 – in brevissimo tempo. Non fu così! E i sindacati chiesero il terzo tentativo di conciliazione al Prefetto di Roma. Questa terza convocazione si tenne alla presenza del responsabile del servizio personale la D.ssa Buttinelli che si dimostrò molto vicina alla questione, disse che era appena arrivata al Comune ma che avrebbe avuto come priorità la soluzione del problema. Rinfrancati dalle parole del dirigente, i sindacati attendevano con ansia la convocazione della delegazione trattante. In precedenza era già stato reintegrato il segretario comunale di ruolo che, però, non si occupava più della vicenda.
Come un fulmine a ciel sereno, una mattina arrivarono le dimissioni della d.ssa Buttinelli, responsabile del servizio personale, che facevano seguito a quelle di qualche mese prima dell’altra responsabile del personale D.ssa Cervoni e a quelle del capo ufficio tecnico e di un paio di dirigenti della ragioneria.
La vicenda dei lavoratori s’interruppe nuovamente. A questo punto della storia il Commissario Prefettizio nominò responsabile del servizio, che si occupava della questione della delegazione trattante, nuovamente il segretario comunale che, quindi, tornò a occuparsi nuovamente della vicenda.
Per la convocazione di una riunione della delegazione, però, fu necessario attendere fino al 28 dicembre 2022, quando i sindacati e le RSU del Comune furono convocati per discutere un FES redatto in sostanza in maniera unilaterale, perché nessuno dei sindacati era stato chiamato a partecipare alla redazione del documento, anche se in quella data era richiesta la firma ai sindacati presenti.
Secondo questi ultimi il FES indicato era manchevole di una parte economica ma, nonostante questo, si sarebbe andati comunque alla firma (con riserva) se all’interno del FES fossero state inserite, con le stesse somme indicate dall’amministrazione, le progressioni economiche orizzontali che da un lustro non sono più concesse ai dipendenti comunali.
All’inizio la richiesta fu accettata dal Commissario Prefettizio, raggiunto telefonicamente, ma dieci minuti dopo il segretario comunale presente alla riunione disse che il commissario ci aveva ripensato e non poteva concedere le richieste sindacali.
Il mancato accordo e nemmeno l’approvazione di un atto unilaterale, che la legge prevede, portarono nuovamente alla rottura dei rapporti tra amministrazione e sindacati.
I dipendenti comunali sono scesi in piazza una prima volta, da quel 28 dicembre, a gennaio 2023 e due volte a marzo. In mezzo a questa protesta c’è stato un quarto tentativo di conciliazione in Prefettura cui la parte datoriale partecipò inviando due responsabili di servizio e non il presidente della Delegazione.
I due dirigenti dichiararono, per conto del comune, di fronte al vice Prefetto, che la trattativa era chiusa e non poteva essere riaperta.
Nemmeno una possibilità di apertura, un vero e proprio muro, ed infatti a oggi che andiamo in stampa non è stata più convocata la delegazione.
La novità dell’ultima assemblea sindacale, fatta nella piazza sotto le finestre del Palazzo Comunale, è rappresentata dal fatto che i sindacati hanno chiesto a gran voce di essere ricevuti dal Commissario Prefettizio e dal Segretario Comunale per arrivare bonariamente a una risoluzione del problema: “Non è possibile – hanno detto – che una situazione di polemica che si è ingenerata fra sindacato e amministrazione, possa essere causa di problemi ai lavoratori che nella diatriba ci entrano nulla. Facciamo tutti un passo indietro e mettiamoci a tavolino per risolvere il problema che va a danno principalmente della comunità e dei lavoratori del Comune”.
All’appello nessuno ha risposto (forse non hanno sentito), né, fino a oggi che scriviamo, qualcuno ha aperto la porta per una qualsiasi trattativa che possa risolvere la questione.
Sappiamo che a inizio mese i sindacati e le RSU hanno presentato la proposta di rinnovo del Contratto Collettivo Decentrato Integrativo richiedendo la convocazione nei tempi contrattualmente stabiliti. Staremo a vedere se questa volta qualcuno risponderà.

SERGIO GILLAO