UNA CATTEDRALE NEL DESERTO DEL NOSTRO TERRITORIO. IL PALAZZETTO

Probabilmente l’edificio oggi avrebbe necessità di una riqualificazione forse anche approfondita. Ma non sembra possa essere qualcosa di così difficile. E’ chiaro che sono necessari soldi che in questo momento storico nelle casse comunali latitano. Però le amministrazioni che si sono succeduta da venti anni ad oggi come è possibile non abbiano trovato la soluzione?

La costruzione del palazzetto dello sport ad Artena avrebbe potuto creare molte opportunità per i giovani del territorio (o per meglio dire il suo uso, dato che è un edificio presente ma mai usato).
E’ di fatto una struttura che avrebbe creato diversi benefici a nome di diverse generazioni di giovani artenesi e non solo, ma anche di persone provenienti dai paesi limitrofi, che potevano in egual modo usufruire di uno spazio comune in una città come Artena, che oltre a contare un alto numero di scuole primarie e dell’infanzia non ha poi altri spazi ricreativi, comuni e di aggregazione.

Ad ogni modo non è propriamente vero che non è possibile fare sport ad Artena, molto spesso gli spazi ci sono, si pensi ad esempio alle palestre delle scuole primarie che a loro volta vengono utilizzate durante i turni pomeridiani per diverse attività fisiche, come ad esempio, twirling, karate, fitness, arti marziali ecc.
Inoltre, sono presenti diverse palestre private. Ma uno spazio ad hoc sarebbe stata una grande ricchezza per tutta la comunità e su questo proposito siamo tutti ben consapevoli dei benefici che lo sport porta alla cittadinanza.
Sicuramente, avrebbe creato legami tra diverse generazioni di concittadini, quindi amplificando un senso di appartenenza e di unione, anche con ragazzi provenienti dai paesi vicini come Colleferro, Valmontone, Velletri ecc.
Inoltre, la realizzazione e il funzionamento di un palazzetto dello sport avrebbe potuto far sì che le famiglie locali potessero lasciare i loro figli a socializzare con altri, a conoscere nuovi sport, nuovi modi di integrazione, nuove sane abitudini, che sicuramente la scuola trasmette, ma non è abbastanza.
In questo senso il palazzetto dello sport comunale poteva essere usato da tutti, dai più ai meno abbienti. Infatti, il comune, essendo il gestore di questa struttura avrebbe avuto l’occasione di potere amministrare autonomamente le entrate, ottenendone sicuramente un grande guadagno e permettendo ai cittadini un beneficio di tipo economico ma anche sociale. Per di più, si sarebbero create nuove opportunità lavorative ad esperti del settore (preparatori atletici, istruttori di fitness, allenatori sportivi ecc.)

Attualmente ad Artena ci sono poche strutture che permettono ai giovani di avvicinarsi allo sport. Molto spesso, come ho già detto, vengono utilizzate le scuole primarie oppure gli oratori delle chiese che sono fortunatamente dotate di diversi campi da calcio e basket.
Il funzionamento di un palazzetto, quindi, poteva essere una soluzione al problema di avere delle strutture che non sono così ottimali per praticare diverse discipline sportive.
Non si pensi che la creazione di una struttura del genere possa servire solamente allo sport. Anzi, il suo utilizzo avrebbe permesso la realizzazione di diversi eventi, partendo da quelli culturali come ad esempio concerti, spettacoli teatrali, rappresentazioni di vario tipo, dibattiti e in caso di necessità poteva servire come luogo utile per le situazioni di emergenza.
Al momento, mi viene in mente che per potere organizzare degli eventi bisogna molto spesso chiedere la disponibilità del granaio borghese, ad oggi adibito a museo, oppure domandare ad altre strutture private come il “palazzaccio”.

Insomma, il palazzetto dello sport avrebbe fatto comodo a tutti, ai cittadini locali e non, ai giovani, alla comunità intera.
Sarebbe diventato un modo per migliorare l’immagine del nostro paese, che avrebbe dimostrato di essere in grado di fornire diversi tipi di servizi.
In realtà, come ho già detto all’inizio, la struttura c’è, esiste e fu costruita nei primi anni duemila, e ad oggi potremmo utilizzarla invece di lasciarla abbandonata a sé stessa. Quindi, di fatto, non c’è mai stata una vera e propria apertura del palazzetto, ma solo una inaugurazione fatta in fretta e furia.
Probabilmente, adesso, necessita di qualche tipo di ristrutturazione, bisognerebbe sicuramente riqualificare il progetto. Ma non è nulla di impossibile. Non si capisce quindi il perché da vent’anni a questa parte il palazzetto dello sport non abbia fatto parte dei vari programmi politici dei candidati a sindaco e come mai le varie amministrazioni, che si sono succedute, non abbiano trovato una soluzione al problema o non si siano interessate come avrebbero dovuto. Eppure, il suo uso è fondamentale per tutti noi. Ad ogni modo non si è mai in ritardo per poter fare qualcosa adesso.

GESSAR ABIDI