E’ PARTIGIANO COLUI CHE RINNOVA TUTTE LE MATTINE L’IMPEGNO CONTRO OGNI FASCISMO

ALTRA ARTENA. ESCLUSIVA INTERVISTA AL PRESIDENTE DELL’ANPI AVVOCATO FABRIZIO DE SANCTIS DELLA SEDE PROVINCIALE DI ROMA

L’ANPI è l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia che mantiene sempre vivi i valori della
Resistenza, della guerra di Liberazione e dell’antifascismo storico

Parto da un presupposto: non sono un uomo virtuoso e quindi non credo di avere molti pregi. Però, ho un imprinting che è chiaro nella mia mente, nel mio cuore e nella mia anima, e per me è un pregio di altissimo valore: sono Antifascista. E’ un marchio, un timbro che mi porto appresso dalle esperienze familiari, forgiato in due famiglie fortemente antifasciste: una democristiana e popolare che seguiva alla lettera i dettami di Luigi Sturzo; l’altra social comunista con un padre in divisa ma con l’animo socialista demartiniano e pertiniano. Antifascisti assolutamente! E contro ogni ideologia autoritaria, prepotente e intollerante. Antifascisti perché accoglienti, perché i deboli e i fragili vengono prima, perchè l’odio e la violenza sono detestabili.
Oggi chi è Antifascista, così come lo sono io, si può ritrovare sotto la bandiera dell’ANPI, di cui sono fiero e orgoglioso di essere iscritto. L’ANPI è l’associazione Nazionale Partigiani d’Italia, ed è custode della democrazia e della memoria di quella stagione che ci permise di conquistare la libertà: la Resistenza.
Attualmente questi valori appaiono affievolirsi, ed è per questo che la forza propulsiva dell’antifascismo deve essere ancora valida.
Su questo tema e su altri, ho voluto ascoltare l’avvocato Fabrizio De Sanctis, presidente dell’ANPI provinciale Roma fin dal 2016, che in questi anni ha confermato l’impegno di mantenere sempre vivi i valori della Resistenza e della guerra di Liberazione.
Presidente buongiorno, perché i nostri lettori potrebbero e dovrebbero iscriversi all’ANPI?
“Buongiorno. L’adesione all’ANPI – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia – presuppone l’adesione ai suoi principi e l’impegno per il perseguimento dei suoi scopi. Questi sono fissati nello Statuto che dal 1944 è rimasto sostanzialmente invariato, con l’unica novità costituita dall’entrata in vigore della Costituzione.
Lo scopo ultimo dell’Associazione è impedire il ritorno di qualsiasi forma di tirannia e di assolutismo, valorizzando in campo nazionale ed internazionale il contributo effettivo portato alla causa della libertà dall’azione dei partigiani e degli antifascisti, glorificando i Caduti e perpetuandone la memoria; tutelando l’onore e il nome partigiano contro ogni forma di vilipendio o di speculazione; mantenendo vincoli di fratellanza tra partigiani italiani e partigiani di altri paesi; adottando forme di assistenza atte a recare aiuti materiali e morali ai soci, alle famiglie dei Caduti e di coloro che hanno sofferto nella lotta contro il fascismo; promuovendo studi intesi a mettere in rilievo l’importanza della guerra partigiana ai fini del riscatto del Paese dalla servitù tedesca e delle riconquiste della libertà; promuovendo eventuali iniziative di lavoro, educazione e qualificazione professionale, che si propongano fini di progresso democratico della società; battendosi affinché i princìpi informatori della Guerra di Liberazione divengano elementi essenziali nella formazione delle giovani generazioni; concorrendo alla piena attuazione, nelle leggi e nel costume, della Costituzione Italiana, frutto della Guerra di Liberazione, in assoluta fedeltà allo spirito che ne ha dettato gli articoli; dando aiuto e appoggio a tutti coloro che si battono, singolarmente o in associazioni, per quei valori di libertà e di democrazia che sono stati fondamento della guerra partigiana e in essa hanno trovato la loro più alta espressione.
Dal congresso nazionale del 2006 l’Associazione si è formalmente aperta, qualora ne facciano domanda scritta, a coloro che, condividendo il patrimonio ideale, i valori e le finalità dell’A.N.P.I., intendono contribuire, in qualità di antifascisti, con il proprio impegno concreto alla realizzazione e alla continuità nel tempo degli scopi associativi, con il fine di conservare, tutelare e diffondere la conoscenza delle vicende e dei valori che la Resistenza, con la lotta e con l’impegno civile e democratico, ha consegnato alle nuove generazioni, come elemento fondante della Repubblica, della Costituzione e della Unione Europea e come patrimonio essenziale della memoria del Paese.
La decisione assunta nel 2006 dai partigiani fu dettata dalla necessità di continuare la lotta partigiana per la memoria, per la ricerca storica e per l’attuazione dei principi fondamentali conquistati dalla Resistenza e sanciti nella Costituzione repubblicana, che reca appunto principi di libertà, di uguaglianza, di democrazia parlamentare, di pace e di giustizia sociale che non possono considerarsi pienamente acquisiti, né acquisiti per sempre. Viviamo anzi un periodo storico in cui, in tutti i continenti, risorgono forme autoritarie di governo e si palesano nostalgie mai sopite delle passate dittature fasciste. Il nostro paese è purtroppo in Europa nuovamente in posizione di “avanguardia” in questi processi degenerativi e l’iscrizione comporta la scelta di non girarsi dall’altra parte, di non essere indifferenti, ma di continuare quella lotta che durante tutta la vita della Repubblica i partigiani hanno alimentato, dichiarando nel 2006 la necessità della sua prosecuzione anche oltre i limiti loro posti dalla natura”.

Quali sono le cifre dell’ANPI oggi?
“Oggi l’ANPI conta oltre 140mila iscritti, di cui circa un migliaio di partigiani, con circa un migliaio di sezioni in tutte le province del paese e in diversi paesi europei”.
Ci parli delle attività dell’ANPI provinciale ma anche nazionale
L’attività si svolge lungo tre direttrici fondamentali. Anzitutto la memoria dell’antifascismo storico e della Resistenza come elementi fondamentali della coscienza nazionale; in secondo luogo la ricerca storica, poiché ancora molte cose sono da scoprire, da approfondire e da comprendere, ad esempio sulle condizioni storiche, economiche e sociali che permisero l’avvento della dittatura; in terzo luogo l’impegno quotidiano per l’attualizzazione dei valori dell’antifascismo e della Resistenza.
Dal punto di vista della memoria l’Associazione organizza innumerevoli celebrazioni dei fatti storici, sempre tentando di coinvolgere le Istituzioni della Repubblica perché riconoscano le radici della loro esistenza e i motivi della loro conformazione democratica; la crescita degli ultimi anni ha permesso tra l’altro di portare le celebrazioni del 25 aprile in tantissimi luoghi e città che ne erano rimasti privi per lungo tempo con la scomparsa della gran parte dei combattenti. Inoltre sono decine di migliaia gli studenti che ogni anno l’Associazione incontra organizzando momenti di approfondimento con storici, costituzionalisti e testimoni dell’epoca.
Dal punto di vista della ricerca storica sono molte le ricerche e le pubblicazioni nazionali e provinciali che gettano nuova luce sui fatti di allora. Cito ad esempio la ricerca storica che ha portato nel 2018 al riconoscimento alla città di Roma, da parte del Presidente della Repubblica, della medaglia d’oro al Valor Militare per i fatti della Resistenza.
Dal punto di vista dell’attuazione dei valori resistenziali l’Associazione è impegnata su diversi fronti. Anzitutto, e nuovamente oggi, contro ogni stravolgimento autoritario della nostra Costituzione. A questa impresa l’ANPI ha dato – nel 2006 come nel 2016 – nazionalmente ed in molte province un contributo da protagonista, sia con le sue iniziative specifiche, sia anche come fattore di coagulo, di collegamento unitario tra forze molto diverse tra loro. Varrà informare che il prossimo sabato 7 ottobre saremo in piazza a Roma con oltre 100 organizzazioni diverse per manifestare per la pace e contro lo stravolgimento della Costituzione proposto dal governo Meloni con l’elezione diretta del Presidente del Consiglio e con l’autonomia regionale differenziata.
L’attività di attualizzazione dei detti valori è comunque molto ampia e va dalla vigilanza alla mobilitazione unitaria contro la violenza fascista, all’impegno politico e culturale contro ogni riproposizione dei vecchi stereotipi che vorrebbero allarmare creando nemici immaginari, che sono poi sempre il diverso, l’ebreo, il nero, il lavoratore “fannullone” quando non anche l’oppositore politico, con una azione di orientamento e di recupero politico per restringere le basi di manovra della destra reazionaria ed infine per la costruzione di una politica antifascista per rinnovare rinnovare le strutture dello Stato repubblicano ed i suoi c.d. corpi separati nel segno della completa attuazione del dettato costituzionale e del suo disegno di giustizia sociale”.

Cosa prova l’ANPI di fronte ai rigurgiti fascisti che provengono da certi organi governativi?
“Allarme e profonda preoccupazione”.
Per le nuove generazioni: come può definire i partigiani oggi?
“Coloro che non essendo indifferenti alle ingiustizie del mondo si indignano e prendono parte per il cambiamento”.
E chi può definirsi oggi un partigiano?
“Chi ogni mattina rinnova a sé stesso l’impegno antifascista”.
Un suo giudizio sulle recenti violenze (stupri, uccisioni, ecc): e’ pura criminalità senza alcuna ideologia?
“Penso che siano i sintomi di una società malata, che non ha saputo ancora realizzare i principi di uguaglianza e pari dignità sociale di tutte le persone umane, che non ha saputo educare tralasciando colpevolmente l’impegno e l’investimento nella scuola, fin da quella dell’infanzia che un tempo era un nostro fiore all’occhiello, che tarda nel porre i cittadini ed in particolare le donne e i più fragili al riparo dal bisogno, dall’ignoranza e dalla violenza”.

FABRIZIO DE SANCTIS Nato nel 1964 in Costa d’Avorio. Ho un nonno di L’Aquila, una nonna di Asmara e due nonni del paese basco francese. Cresciuto a Roma dall’età dei 4 anni. Ho tre figli, di cui il maggiore è emigrato in Francia. Svolgo la professione di avvocato a Roma. Componente della segreteria nazionale dell’ANPI, presidente del comitato provinciale romano e coordinatore regionale del Lazio.