AZZERIAMO GLI ULTIMI TRENT’ANNI

AMMINISTRAZIONE: E SE RIPARTISSIMO DALLE SFIDE DEL 1993? LA POLITICA E’ L’ARTE DI COSTRUIRE CITTA E DI RIEMPIRE DI FELICITA’ IL CUORE DELLA GENTE. OBIETTIVO CHE NON PUO’ ESSERE PORTATO AVANTI SE NON DA CHI HA UNA VISIONE

Nell’ormai lontano 1993 chi scrive pensò, da cittadino di Artena, che fosse giunto il momento di rimboccarsi le maniche e di provare a dare una svolta. Fui infatti tra i promotori di un progetto di lista civica – l’operazione Per cambiare – che rispondeva a una precisa urgenza: in quel momento in tutta Italia si stavano mandando in archivio le logiche partitocratiche della Prima Repubblica e si poteva individuare un varco per introdurre una nuova modalità di declinare la politica e l’amministrazione pubblica. Cosa che cercammo di fare anche ad Artena, mettendo in sintesi persone provenienti da varie esperienze politiche e culturali con l’obiettivo esplicito, a noi chiaro, di far conquistare l’amministrazione pubblica a una nuova e reale classe dirigente. La quale poteva arrivare a guidare il Comune in virtù di un disegno che guardasse al futuro, lasciando spazio a competenze acquisite in professioni e esperienze concrete di amministrazione e non per via della forza di ricatto correlata alla capacità di raccogliere voti tra dipendenti e familiari. Il progetto, che pure ottenne consensi considerevoli, non fu purtroppo allora in grado di affermarsi. Vinse come prima lista in tutte le sezioni elettorali all’infuori delle sezioni del centro storico e Macere, quest’ultima determinante per far vincere Erminio Latini sulle altre liste concorrenti. E da allora, per quasi trent’anni, hanno prevalso amministrazioni determinate dalla solita logica di liste composte da raccoglitori di voti, arrivati, solo per questo fatto, a ruoli di responsabilità. Ragion per cui, un inevitabile trentennio di ordinaria amministrazione, all’insegna delle più o meno normali cose da fare ma senza un solo momento di lungimiranza e di progettualità. È mancata da allora qualsiasi visione di futuro.
Restano infatti sul tappeto i nodi che allora noi di Per cambiare individuammo come strategici per la crescita di Artena: un progetto di lungo periodo sul centro storico (in grado di riqualificarlo e proporlo come il nostro vero giacimento economico e culturale; la recente non accettazione del nostro paese tra i Più belli Borghi d’Italia, è un sintomo di questo…); la necessità di istituire ad Artena delle scuole medie superiori (allora era ancora possibile un liceo classico) come volano culturale e generazionale e come contaminazione di energie giovanili e di insegnanti anche da altri paesi; l’ipotesi (anche questa era in quel momento possibile) di individuare con l’intervento di privati la possibilità di un Multisala cinematografico che potesse fungere anche da teatro e spazio culturale; una pressione e una collaborazione con Regione e Stato per la definizione della bretella Valmontone-Cisterna, sola soluzione (pensata ovviamente nel rispetto dell’equilibrio ecologico) per decongestionare il traffico che strozza la viabilità cittadina e ridefinire un assetto più sostenibile e vivibile del nuovo centro cittadino. Pensate quanto tutto questo sia del resto compatibile con i nuovi studi sulle cittadine di media grandezza alla luce delle reti a fibra e degli studi dell’architetto Massimiliano Fuksas sullo smart working? Insomma, in assenza di tutto questo Artena oggi si trova in un ritardo apparentemente senza capacità di recupero…
Ma per arrivare alla possibilità di una strategia tale cercammo di spiegare che era preliminare e necessario uno Statuto comunale che consentisse di svincolare l’amministrazione dal Consiglio comunale. Come a dire: chiedevamo uno Statuto che imponesse assessori tutti esterni, tecnici, consentendo di sceglierli tra personalità artenesi con un curriculum amministrativo o tecnico di primo livello, al di là degli orientamenti culturali o anche partitici dei singoli. Sarebbe stata una vera rivoluzione. Non a caso presentammo all’elettorato una lista di personalità che in caso di vittoria sarebbero andate a rivestire quei ruoli. Del resto, a guardare bene, tra i cittadini di Artena c’erano – e ci sono oggi anche di più – tante personalità di questo tipo, che non solo rivestono o hanno rivestito ruoli apicali in varie esperienze nell’organizzazione della Pubblica Amministrazione e di organizzazioni complesse ma che semplicemente si tengono lontane dalle logiche elettorali.
Nelle amministrazioni succedutesi dal ’93 a oggi si è invece preferito proseguire con la vecchia logica partitocratica, in una sorta di partitocrazia senza partiti. Più voti un candidato riportava e, al di là del suo livello culturale o della sua esperienza reale, maggiormente poteva reclamare assessorati di peso. Tanto che in una logica modellata sulle dinamiche da competizione sportiva, chi vinceva le elezioni si asserragliava in una sorta di controllo della macchina comunale a mo’ di amministrazione da condominio. Da sempre, però, le città non le cambiano gli amministratori di condominio… Una frase che ho spesso citato recita che la politica “è l’arte di costruire città e di riempire di felicità il cuore della gente”. Obiettivo che non può essere portato avanti se non da chi ha una visione. Direi, anzi, di più: la capacità di evocare una visione. E di saper coniugare ciò con una forte e collaudata esperienza sul campo…
Ecco perché, leggendo della situazione attuale in cui – tralasciando, da garantista quale io sono le inchieste, le responsabilità e il decorso stesso dei processi – ci si ritrova di fatto senza sindaco da sei mesi e con una amministrazione azzoppata, mi viene spontaneo suggerire di prendere al balzo l’occasione per azzerare di colpo l’ultimo trentennio. È il caso di invitare tutti i responsabili della politica locale a farsi da parte e ad avviare coraggiosamente un percorso di ripartenza in vista delle prossime elezioni. Non si tratta, sia ben chiaro, di scaricare tutte le responsabilità sugli ultimi amministratori ma di procedere tutti insieme a una moratoria nei confronti di tutta la vicenda politico-amministrativa degli ultimi trent’anni. C’è bisogno di aria nuova e di logiche nuove. Più che pensare a una rivincita degli oppositori in consiglio comunale che, è un dato, si sono comunque mossi nelle stesse logiche degli altri e spesso hanno condiviso tratti comuni, si potrebbe procedere a un ultimo atto rivoluzionario di questa consiliatura rassegnare le dimissioni, tutti, e dando spazio a personalità nuove per le stesse liste per il consiglio comunale, impegnandosi soprattutto a fare in modo che gli assessori possano essere nella quasi totalità esterni. In questo modo, si potrebbe così consentire ai prossimi vincitori di nominare una giunta “tecnica” di altissimo profilo, ciò che Artena oggi richiede.
A ben vedere non mancano le figure in grado di avere visione, background, autorevolezza e connessione con i processi del cambiamento e dell’innovazione. I consiglieri comunali tornerebbero così al loro ruolo istituzionale di controllo e di approvazione in Consiglio. Con un semplice atto si potrebbe ripartire dai nodi irrisolti del ’93 e tagliare, finalmente, le unghie a quella possibile commistione tra ambizioni di piccolo potere, competizioni paesane e rischi di conflitti di interessi che stanno alla base di uno stallo lungo quasi trent’anni.
Riusciranno i nostri consiglieri a capirlo, cooperando alla costruzione di un progetto in grado di aggregare la vera classe dirigente potenziale che ad Artena esiste, mettendo definitivamente da parte le proprie velleità personali (e voglie di rivincita) di fronte al bene comune e al futuro possibile del nostro paese?

Luciano LANNA