RIPRENDERE IN MANO LA PROPRIA VITA

CASA ISMAELE. PARLA ARMANDO GENTILI: “SE PENSO A QUESTI ANNI DI IMPEGNO MI RENDO CONTO CHE TUTTO E’ VENUTO NELLA NORMALITA’, ANCHE SE A VOLTE SI SENTE IL PESO DELLE STORIE PIENE DI DOLORE CON CUI ENTRIAMO IN CONTATTO”

In quest’uscita della mia rubrica vi parlo di Armando e del progetto che dal 2001 porta avanti con Casa Ismaele. Spero, come sempre, che sia un piacere per voi leggere quanto lo è ogni volta per me poter sentire e potervi raccontare queste storie.
Ciao Armando, grazie prima di tutto per aver accolto la mia iniziativa. Comincio con il chiederti: come nasce l’idea di casa Ismaele, qual è lo scopo e da quando va avanti, un po’ la storia in generale di questa Onlus.
Ciao Elena, anzitutto grazie per aver pensato a noi per il tuo articolo. La storia di casa Ismaele parte da una serie di progetti che l’associazione gruppo Ismaele ONLUS, dal 2001 porta avanti in Congo Brazzaville. Erano progetti di sostegno a bambini orfani o che vivevano una situazione di povertà molto grave. Si cercava di garantire con adozioni a distanza la formazione scolastica, la cura sanitaria e almeno un pasto regolare al giorno. Nel 2008, alcuni di questi ragazzi, oramai cresciuti, hanno avuto la possibilità di venire in Italia per frequentare l’università. Questo fatto ha portato l’esigenza di avere un luogo dove accoglierli. È stato grazie alla donazione generosa di due benefattrici, che abbiamo avuto la possibilità di acquistare la casa dove attualmente vivono i nostri ragazzi. Ad ottobre saranno 14 anni che casa Ismaele opera in Artena. Lo scopo è quello di dare, a chi viene da storie di guerra, povertà, abbandono del proprio paese, la possibilità di riprendere in mano la propria vita. Ad oggi casa Ismaele è sotto la parrocchia di Santo Stefano, come opera della Caritas parrocchiale”.
Quante persone sono passate per casa Ismaele, e attualmente quante persone ci sono?
In questi anni sono molte le persone che sono passate da casa Ismaele. Più che il numero, rimangono i volti di ognuno, la loro storia, le speranze. La gioia di chi è riuscito a realizzarsi ma anche chi purtroppo ha fallito. Mi vengono in mente Faustino e suo fratello Jovin, i primi ad arrivare da noi e che oggi, in Congo, sono rispettivamente un docente universitario e un impiegato presso l’ambasciata italiana. Derrek, capace di creare tanti bei legami di amicizia ad Artena, oggi vive in Germania, dove lavora come operaio specializzato. Di tante altre storie non abbiamo più notizie, ma conserviamo comunque nel cuore il tempo trascorso insieme”.
Come ti è cambiata la vita privata e lavorativa da quando ti occupi di casa Ismaele?
Se penso a questi anni di impegno, credo di poter dire che tutto questo è entrato a far parte della mia vita e della mia famiglia in maniera del tutto naturale. Anche se a volte si sente il peso per l’impegno, il fatto di entrare in contatto con storie fatte di dolore, questo alla fine non ci ha impedito di andare avanti. Anzi penso di poter dire di aver ricevuto tanto”.
C’è qualche persona in particolare che è passata di li che ti ha lasciato più di altri e se si perchè?
Tra i tanti ragazzi che sono passati da casa Ismaele, sicuramente alcuni hanno lascito un ricordo più forte rispetto ad altri. Sicuramente chi ha trascorso più tempo con noi ha avuto la possibilità di costruire un rapporto più forte. Tra i molti, voglio fare 2 nomi, Derrek, arrivato da noi che aveva appena 18 anni, abbiamo potuto apprezzare la sua capacità di relazione con gli altri, la determinazione nel perseguire i suoi obiettivi e lo spirito di sacrificio per raggiungerli. Oggi vive in Germania e quando torna in Italia, passa sempre a trovarci, dimostrando gratitudine per quanto ha ricevuto.
L’altro nome è quello di Mhadi, lui ancora vive a casa Ismaele, di lui, anche se molto giovane, mi ha sempre colpito la saggezza con cui guarda alla vita. Il rispetto per gli altri, la laboriosità. Rimango sempre felicemente sorpreso, quando siamo insieme ad Artena, che molta gente per strada lo saluta molto amichevolmente, segno che è possibile creare rapporti sani, nella reciproca accoglienza
”.
Ad oggi quali sono le condizione generali di Casa Ismaele, cosa sta portando avanti e ci sono progetti futuri diversi?
Attualmente a casa Ismaele abitano 5 ragazzi. Sono impegnati in ambito lavorativo e con lo studio universitario. Li stiamo accompagnando nei loro progetti. Sicuramente staranno con noi ancora del tempo, in modo da poter pianificare con calma gli step successivi. Al momento non abbiamo progetti per il futuro, preferiamo affrontare bene il presente che abbiamo”.
Rinnovo il mio grazie ad Armando per averci dedicato tempo e aver condiviso con noi questa testimonianza che è di grande ispirazione per me e auspico che lo sia per tutte le generazioni future, per tutti coloro che leggeranno, perché di persone come Armando il mondo ne dovrebbe essere pieno.

Elena MELE