CORONAVIRUS – TRA VITA ED ECONOMIA, TRA SCIENZA E PREGIUDIZI

Parlamento in letargo per settimane. Opposizione incapace di confrontarsi e Governo che non ha teso la mano agli oppositori.

Tutto comincia con le immagini dei TG nazionali, di Wuhan (Cina), depopolata e irreale, con esercito e polizia che, controllavano strade, piazze, e incroci. Whuan, una città di oltre dieci milioni di abitanti, capitale di una regione di sessanta milioni di persone. Tutto veniva bloccato, una realtà sospesa ci si mostrava, come un film fantascientifico e catastrofico. Ecco, in quel momento, noi italiani ed europei abbiamo cominciato ad entrare in un tunnel, non c’è ne siamo resi conto subito, come è ovvio che sia, ma certamente siamo stati tutti, poco previdenti.

Basta fare una carrellata di comportamenti e dichiarazioni, chi abbracciava i cinesi confondendo le cose, chi invitava a prendere l’aperitivo, chi la città non si ferma; che i politici facciano errori cosi marchiani ci può stare, visto la loro spesso, mancanza di acume e intuito, inteso come esercizio di saggezza; i greci questa qualità la chiamavano ‘Phronesis’. Ma che, l’OMS (organizzazione mondiale della sanità) ancora alla fine di febbraio inizio di marzo, ci diceva che le mascherine non erano necessarie, quando era evidente che, un filtro davanti alla bocca e al naso era meglio di niente.

Eppure, epidemiologi, virologi, statistici, ed altri scienziati di tale organizzazione, dicevano una cosa non sostenibile, perché?

Che la scienza possa sbagliare non solo è ovvio, ma è addirittura una sua peculiarità. Ma qui non si tratta di errore scientifico, qui si è data l’impressione di aver aiutato gli Stati che, non erano stati previdenti nel fare scorte di mascherine, e quindi, li si è aiutati nel dire che non erano necessarie. 

Hanno dato l’impressione di essere degli scienziati-politici e ciò non va a loro merito. Aver dato come indicazione quella di fare i Tamponi solo ai sintomatici, ha generato errori e ritardi, invece di andare alla ricerca del virus, lo si è aspettato attraverso i sintomi plateali, con conseguente invasione di ospedali non attrezzati per tempo, con insufficienti posti di terapie intensive.

Lo slogan ‘Andrà tutto bene!’ forse era per darsi coraggio, ma certamente non è andata bene; e nemmeno è utile e dignitoso per nessuno fare confronti con altre Nazioni europee in primis. Si poteva fare meglio? sicuramente.

L’immagine di Wuhan, evocata all’inizio, ai primi di marzo si è materializzata anche da noi, senza gli eccessi di un potere dittatoriale, ma le città si sono svuotate, le scuole chiuse, le fabbriche chiuse, e i bar i ristoranti i teatri i parchi, insomma la vita civile e sociale bloccata, la casa è diventato il nostro luogo di vita per due mesi abbondanti. Siamo stati un popolo molto civile e responsabile, dappertutto senza distinzioni di Nord Centro e Sud; abbiamo accettato che ci controllassero, attraverso l’autocertificazione, durante le uscite per fare spese alimentari; siamo stati tappati in casa angosciati, perché il virus non ha generato paura, ma angoscia.

Quando non sai da dove arriva il pericolo e come si presenta, è l’angoscia che ci prende e ci blocca; la paura invece è un impulso di difesa, si individua un pericolo se ne vede la forma e ci si mette in difesa. Il virus ci ha angosciato, ci ha attanagliato, e ci ha fatto accettare senza batter ciglio, cose che, forse un po’ si potevano discutere. Non entro nel merito dei DPCM, discutibili, molto discutibili. Il Parlamento in letargo per settimane, un’opposizione incapace di confrontarsi con il governo, e un governo che non è stato capace di tendere una mano agli oppositori. Non è un bello spettacolo e, nessuna delle due parti in causa fa bella figura di ciò! Purtroppo, il nostro sistema politico si è incagliato nel meccanismo della dialettica amico-nemico, e in questo meccanismo distruttivo, rischia di restare sotto le macerie il nostro Paese.

Nessuno era preparato a questa pandemia, a questo ‘nemico invisibile’, ovvio, condivisibile. Questa frase l’ho sentita molte volte durante questi mesi, ma per questo possiamo lasciar passare tutte le scelte, senza una riflessione? Sia quelle Etiche, sia quelle Liberali.

La Scelta Etica, di non permettere un ultimo saluto, una carezza, uno sguardo amorevole a un proprio caro, Padre o Madre, Fratello o Sorella, Marito o Moglie, questa scelta è passata cosi, in sordina, senza nemmeno rifletterci un po’.

Eppure, su questo ne va della nostra condizione di Umanità! È quell’angoscia di cui ho detto sopra, che ci ha bloccato e fatto accettare tutto, anche il non accettabile; un protocollo che non permette un ultimo saluto, in qualsiasi forma, è inaccettabile per un Essere Umano. Oggi, e il Covid-19 lo ha mostrato alla massima potenza, la Politica si intreccia con la Vita delle persone, questi temi sono ineludibili.

La Scelta Liberale, quando mai avremmo immaginato di non poter uscire di casa, che per andare a comprare il cibo avremmo dovuto autocertificarci, pena una multa salata! Ogni libertà di movimento è stata cancellata, imposta col DPCM. Scelte seppur necessarie, ma sempre discutibili nelle forme e nei modi, tant’è che, da nessuna parte dei paesi europei sono state imposte con questi modi coercitivi, seppur amministrativi.

Renato Centofanti