LA FANTASIA AL POTERE

La fantasia non si insegna, ma la si può educare, permettendoci di annoiarci di tanto in tanto, la noia ci porterà ad inventarci qualcosa che sarà nuovo ed unico.

La fantasia fa parte di noi come la ragione, ed esplorarla è un modo per guardare dentro noi stessi. Gianni Rodari, spiegava così, a che cosa serve la fantasia. Imparare a usarla, significa andare ad usare uno strumento coraggioso e potente, che offre soluzioni originali a ogni problema. La fantasia dei bambini, è ancora più capace di quella degli adulti di scavalcare la banalità e di creare nuovi mondi e nuove avventure. La sua idea, era quella di proporre una nuova materia: la Fantastica. Così come esiste una Logica, esiste anche una Fantastica. La Fantastica è uno strumento cognitivo con cui costruire storie, e lo si può esercitare e utilizzare liberamente ogni giorno.  A Reggio Emilia esiste una scuola in cui i bambini vengono invitati a esprimersi attraverso i cento linguaggi. Cento, sono gli accessi alla realtà che nascono dall’insieme delle sue modalità espressive: quelle fisiche, emotive e logiche. I bambini hanno un sacco di mezzi e modi per esprimersi, con il corpo, la musica, il disegno, la danza, la voce, lo sguardo, la capacità di modellare, costruire, dipingere, assemblare… I bambini costruiscono da soli, con le proprie mani le proprie emozioni, insieme al proprio cervello e la propria intelligenza. Maria Montessori, parlava di intelligenza nelle mani dei bambini. Perché, a differenza degli adulti, nei bambini mano e mente sono una cosa sola. E gli adulti cosa possono fare per incoraggiare la fantasia dei bambini? Gli adulti sono invitati a rendere tutto questo possibile, costruendo ambienti adatti e stimolanti, facendosi invisibili mentre i bambini esplorano e creano in autonomia. Educare alla fantasia significa non imporre un pensiero o una conoscenza, né tanto meno pilotare l’espressione del bambino. La fantasia aiuta a sviluppare i linguaggi, i ragionamenti, il carattere. Non dobbiamo aver paura di perdere l’aderenza alla realtà, anzi, la realtà si affronta meglio con la fantasia. I nostri sensi, a partire dalla vista, non vedono una realtà asettica e ferma, ma la interpretano, la adattano: l’immaginazione è un potente atto creativo che si sovrappone ai sensi e usa i simboli per inventare e dare spessore. Fantasia deriva dal greco phaino, mostrare, una sorta di cinema interiore. I sogni a occhi aperti, sono la continuazione di un modo di pensare magico tipico dell’infanzia. Il “fare finta di” non è la realtà ma, fin che il gioco dura, è come se lo fosse. Anche l’adulto che fantastica sperimenta quel senso di onnipotenza: abbatte le barriere fra passato, presente e futuro e vive l’illusione di manipolare la realtà a suo piacimento. Con la fantasia non può azzeccare la schedina del totocalcio, ma può immaginare ciò che farebbe se diventasse milionario. I sogni a occhi aperti ci consolano per ciò che non siamo o non abbiamo, mitigano le nostre ansie, ci consentono di annullare, nella mente gli errori del passato. Ma l’attività immaginativa non è solo un sollievo… Ci serve concretamente per anticipare il futuro, quando pensiamo a come arredare il salone di casa, alla reazione che avrà il nostro partner quando vedrà un regalo, mettiamo a frutto le nostre capacità di immaginazione. Le fantasie sono poi un teatro privato, non è ammesso altro pubblico, si è disposti a raccontare i propri sogni notturni e no quelli a occhi aperti. Ogni persona ha le sue fantasie. Ma molte sono piuttosto comuni, quelle erotiche, che spesso servono ad appagare desideri che resterebbero insoddisfatti nella realtà. Ma non sono le sole. Molto frequenti sono le fantasie di successo, di ricchezza, di potere, ma anche quella di vivere esperienze straordinarie. Le persone che tentano la fortuna con giochi e lotterie sono una dimostrazione del tentativo di dare corpo a queste fantasie. La fantasia è un gioco di prestigio, funziona così anche nei sogni notturni, sono manifestazioni di desideri inconsci mascherati, come a volte le fantasie. Ma c’è una differenza fondamentale; nei sogni c’è un totale sconvolgimento dei nessi logici (sequenze sfasate, incoerenze); i sogni a occhi aperti, sono prodotti a mente consapevole, più aderenti alla realtà. Con la fantasia possiamo immaginarci fra le dune del Sahara e poi tornare al presente per pensare a cosa fare per cena, ci rendiamo conto di vagare in diverse dimensioni del tempo e dello spazio. Nel sogno, invece, possiamo trovarci contemporaneamente nel deserto e in cucina. La strega capricciosa di Giovanni Allevi, musica che sente in testa e non lo abbandona mai. Pittori e registi hanno una grande abilità nel crearsi immagini visive. A volte, è prevalente la componente verbale, le fantasie possono prendere la forma di dialoghi interiori, queste differenze dipendono dalle doti e dalle sensibilità sviluppate durante la propria crescita. Queste doti diventano un filtro importante per comprendere e memorizzare la realtà. Un viaggio nella fantasia, come auspica Peter Pan è un toccasana per l’umore. Ma se usato come fuga sistematica dalla realtà può diventare una droga mentale che dà dipendenza, rendendo incapaci di affrontare i problemi. Fino a sfociare nell’incapacità di distinguere fra ciò che è reale e ciò che non lo è.  La differenza fra la normale attività immaginativa e il disturbo mentale è quella che passa fra impersonare un cavaliere medioevale in un gioco di ruolo e credere di essere Lancillotto. Chi usa la propria fantasia riuscendo a controllarla, è il creativo. Non è sopraffatto dalla fantasia le concede spazio, ma allo stesso tempo la mette al servizio della realtà per concepire soluzioni originali e innovative. La fantasia al potere sarà sempre un’illusione: i potenti non si concedono fantasie, ma desideri di crescita.