STATUA DELLA MADONNA. “LO SPOSTAMENTO E’ UNA SCIOCCHEZZA”

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PARLA ANCORA DON ANTONIO E RIBADISCE IL CONCETTO: NESSUNO HA MAI PENSATO DI SPOSTARE LA SACRA IMMAGINE CHE ARTENA ONORA!

Don Antonio Galati, parroco di Santa Croce, Santa Maria e Santo Stefano, ha voluto mettere le cose in chiaro, dopo l’articolo che alludeva a un’eventuale spostamento della Statua della Madonna delle Grazie di Artena nel museo diocesano di Velletri.

“È una cosa fuori dal mondo – ha esordito il parroco – è un’illazione mai nemmeno ventilata. Insomma, una vera sciocchezza”

Il sacerdote ha tenuto a precisare il suo ruolo all’intero della vicenda della Madonna delle Grazie di Artena.

“L’unico responsabile di ogni decisione sulla Madonna delle Grazie, quindi sulla Statua, sulla festa e sugli avvenimenti ad essa legata, sono io. Nessun altro può arrogarsi il diritto di decidere. Spero che questo sia chiaro una volta per tutte”.

In effetti, spesso e volentieri, si è creata abbastanza confusione, con persone che reclamavano diritti non di loro competenza, e, così facendo, ponevano in subordine la figura del prete. La storia del fantomatico trasferimento della Statua è stata, però, la goccia che ha fatto traboccare il vaso della pazienza di Don Antonio.

“Ripeto, ogni decisione che riguarda la Parrocchia è mia e di nessun altro”.

Avendo scritto l’articolo sullo spostamento della Statua, non ho voluto fare sensazionalismo o scalpore. Era intenzione solamente di far notare che la nostra comunità vive da qualche anno una situazione deficitaria in ambito religioso, e questo non lo sostengo io, ma è confermato dai fatti: francescani che se ne vanno dopo quattro secoli; suore che abbandonano l’asilo che, quindi, scompare dopo 137 anni, due soli parroci per due parrocchie ma con un territorio sconfinato e ben dieci Chiese da seguire: Santa Croce, Santa Maria, Santo Stefano, Rosario, Santa Maria di Gesù, San Francesco e Santa Teresa a Macere, San Giovanni al Colubro, Santa Maria di Lourdes a Maiotini, S. Egidio, Santa Maria del Buon Consiglio al Selvatico.

“Anche qui – prosegue don Antonio – non c’è alcun mistero né alcun disegno particolare, è solamente una questione di vocazioni che non ci sono più, e quindi sacerdoti e suore sono costretti ad occuparsi di più parrocchie contemporaneamente anche in comunità diverse”.

Quindi non c’è alcuna discussione né dibattito, né polemiche, le cose appaiono chiare!