“DESIDERO CHE LA MUSICA MI DIA EMOZIONI, AFFINCHÉ POSSA TRASMETTERLE A CHI MI ASCOLTA”

Fabrizio Valeri, in arte Lopus, è un rapper che con il suo ultimo lavoro ha raccontato il mondo dei giovani, delle loro incertezze, delle loro ansie, dei loro incubi

Abbiamo sempre detto che Artena è un luogo dove si tende a mettere in risalto ciò che non va, a scapito delle belle iniziative o delle belle storie. Sarebbe ora di cambiare tendenza, mettendo in risalto maggiormente le potenzialità della Città. Dopo Lorenzo Simone Prosperi, che ci ha concesso un’intervista lo scorso numero, oggi mettiamo in risalto altri due giovani artenesi che si stanno distinguendo per un presente ricco di soddisfazioni. Cominciamo con Fabrizio Valeri, in arte Lopus, un rapper di cui abbiamo sentito l’ultimo lavoro.  Come è nato il prodotto e per quale esigenza? “Il mio ultimo brano Lupo Solitario / Pura Magia, nasce da un momento di necessità. È stato letteralmente uno sfogo: La prima parte nasce in una notte in cui non stavo benissimo, con problemi miei personali, anche se ho messo riferimenti a cose successe <<sono tutti amici, ma in sti momenti resto solo>>. Parlo dei miei incubi/ansie <<ho visto i miei incubi, la cosa mi incupisce, ho visto me felice, in un mondo cupo e triste>>, Parlo di un mio problema: di trovarmi quasi più a mio agio con le mie ansie che in modo normale. Il brano è talmente pieno di significato che ogni frase è veramente messa lì per un motivo, che a spiegarlo passeremmo ore. In Pura Magia invece, parlo di più argomenti, la prima strofa, è quasi una mia biografia, di ciò che mi è successo, di quanto il Rap mi ha salvato davanti a certi drammi. Se faccio musica, è perché a me per primo trasmette emozioni, quelle emozioni che a mia volta, vorrei trasmetterle a chi mi ascolta. Se volessi fare qualcosa per i numeri, farei la webstar o l’influencer. Nella seconda strofa di Pura Magia parlo di quello che è il mio sogno, realizzarmi con la musica, appunto, <<frega un ca**o della fama e qualche numero virtuale, voglio solo realizzarmi e continuare a sognare>>. Fama e numeri virtuali, per quanto facciano piacere, non sono nulla, preferisco più uscire e venire fermato da qualcuno che ha sentito il brano e mi dice che ho spaccato, preferisco fare un concerto e vedere la gente che canta le mie canzoni, piuttosto che fare 100k di visite sotto al brano, e poi dal vivo, nessuno sa chi sono. Questo oggi lo noto in tanti ragazzi, che preferiscono commenti e like, più che cercare di realizzarsi veramente in ciò che vogliono fare. Poi la frase <<ho visto più ragazzi, persi e senza un buon futuro, che ragazzi realizzarsi, con un sogno vero giuro>>, parlo di ragazzi che perdono il loro tempo per cose futili. Non voglio dire che se io inseguo un sogno, che è quello di fare il rapper, effettivamente sono meglio di altri, voglio dire, che preferisco un ragazzo che si fa il mazzo per realizzarsi, piuttosto che vedere ragazzi che non credono a nulla, e che ti criticano anche se tu hai obiettivi, perché loro non li hanno, alcuni si accontentano perché probabilmente sanno di non poterci riuscire, quindi automaticamente, neanche tu puoi farlo, neanche tu puoi riuscirci”. Penso che ci scrive canzoni abbia una sensibilità particolare, e si vede tutta questa sensibilità nel tuo pezzo che ho ascoltato. Dici che “la musica è benedetta perché ha curato ogni mia ferita” “Fare una canzone è un viaggio, sai quando inizi, ma non sai quando finisci, è anche questo il bello. Se faccio musica, è perché a me per primo trasmette emozioni, quelle emozioni che a mia volta, vorrei ritornarle a chi mi ascolta. Per quanto riguarda che la musica è benedetta, perché ha curato ogni ferita mia, è vero, se non ci fosse stata la musica, tante cose in me, non sarebbero cambiate in meglio. Mi ha forgiato caratterialmente, mi ha fatto letteralmente conoscere me stesso, i miei limiti, ciò che potevo dire e potevo fare. Io non so parlare, o meglio, parlo tanto e parlo male, ma dammi una base musicale e ti scrivo in 3 minuti, ciò che voglio dirti con un discorso. Anche per le ferite nell’animo è così, questa musica mi ha letteralmente curato ogni ferita” Come un ragazzo sensibile come te, ha vissuto questo 2020 nella nostra Città tra Pandemia, Willy, questioni amministrative. Come oggi un ragazzo di questo Paese vede Artena. “La pandemia come tutti, però per alcuni tratti mi reputo fortunato, so di persone che hanno avuto di fronte il virus, invece nella mia famiglia no, ma di paura ovviamente ne abbiamo tantissima.

So di gente che ha perso il lavoro, di gente che ha fatto fatica a portare il piatto a tavola, fortunatamente in casa mia non è mai successo, certo, è stato tutto molto difficile, ma, se posso permettermi un grazie va ai miei genitori perché hanno saputo mandare avanti comunque casa, senza eccessive difficoltà Poi calcolando che ho una nonna a Roma, di 87 anni, c’era il pensiero anche a lei, ma fortunatamente lei è tosta e non si è lasciata abbattere. Però, rispetto a tante altre persone e famiglie, mi reputo fortunato ad essere arrivato a gennaio, sano e salvo. Se posso citare il mio idolo, Emis Killa, “tutto ciò mi fa scrivere bene, ma vivere male”, perché effettivamente poi, in quei momenti a me è venuto da scrivere, non sulla pandemia, ma in generale, vivevo male, ma mi faceva scrivere tanto, perché (come sempre) trovavo rifugio nella musica. La storia di Willy, non lascia spazio a parole, ricordo che quella domenica stavo andando a casa di mia nonna, e non riuscivo per niente a parlare.. Inizialmente si parlava di “bulli” e di altre cose, e già faceva male saperlo, quando poi sono usciti i dettagli, penso che ogni parola sia superflua, più leggevo e più mi sentivo impotente, vuoto, nullo.. L’unica cosa che mi ha dato fastidio, che subito sono stato fatti degli stereotipi su chi ha tatuaggi, su chi fa arti marziali e chi ascolta / fa Trap, sì, si è anche dato colpa alla musica, o ai film che si vedono in tv, io rispondo come ha fatto Speranza (un rapper) a Le Iene, “in 20 anni di Don Matteo, nessuno si è mai fatto Prete”, quindi evitiamo di fare questi luoghi comuni. I domiciliari di certi amministratori non li commento neanche, non per indifferenza, ma quando vai in giro e senti le critiche sull’operato amministrativo, poi tu gli dici “qualcuno l’ha votato per stare lì però”, e nessuno ti risponde. Certo, non è stato un 2020 semplice per la comunità Artenese, speriamo di riportare un po’ di gioie e belle notizie nel 2021, magari proprio con la musica. Io vedo Artena come un paese che potrebbe offrire tanto, ma che è diventato un paese di passaggio, anche per chi ci abita, ad Artena manca quel qualcosa. Prendiamo esempio dal Palio: Un evento che non ha rivali nella zona, è l’evento principe di tutta la provincia, ho una mia amica che abita in provincia di Milano, e vuole venire a vedere il Palio. Ecco, il Palio è la dimostrazione, che se Artena vuole fare qualcosa di bello e senza competizione, può farlo” Quali sono i progetti per il 2021? “A livello musicale, confermare le basi che sto iniziando a mettere come si deve, e confermarmi come artista, cioè, non devo essere più quello che “ah, ha fatto una canzone”, ma “oh, ma quando fai un’altra canzone?” Diciamo che già è uscita una strofa sul mio profilo Instagram (sonolopus), e su quello voglio puntarci tantissimo, su Instagram, su queste strofe da 1 minuto, sul curare l’immagine tantissimo. A livello di brani… sto lavorando, sicuramente lavorerò il triplo e curerò ogni dettaglio, il triplo di prima, non dico “sarà il mio anno”, perché no, ma penso che dal 2021 potrei avere una bella rampa di lancio. Vedremo cosa riserverà il futuro”.