UN PROGETTO DI VOLONTARIATO DELL’UE IN TURCHIA PER PRESERVARE LA SPIAGGIA DELLE TARTARUGHE

La nostra concittadina Eleonora Vendetta, una ragazza di 20 anni, a Kazanli per due mesi: “Esperienza formativa e che mi ha reso molto più responsabile”

È proprio vero: la differenza la fanno i giovani, e quelli di Artena non hanno nulla da invidiare agli altri. Infatti crediamo che agli esempi negativi di questi ultimi tempi, è necessario porre in risalto e in contrapposizione tutti quei ragazzi che, pur soffrendo le dimenticanze, le assenze, le amnesie di questo stralunato Paese, diventano protagonisti positivi della storia di questa Città. Abbiamo parlato con Eleonora Vendetta, una ragazza artenese di 26 anni, con una laurea in scienze ambientali alle spalle. Fotografa, Ragioniera e, soprattutto, viaggiatrice. A 26 anni ha già visto oltre quaranta Paesi diversi. E’ stata protagonista di un progetto davvero interessante e che merita di essere raccontato “Ero alla ricerca di qualche esperienza formativa da fare per arricchire la mia conoscenza– ci ha detto Eleonora ed ho trovato un progetto di volontariato ambientale in Turchia. Ho inviato la mia application form e sono stata scelta”. Spiegaci di cosa si tratta. “Quello che ho svolto è uno dei programmi di volontariato dell’Unione Europea: lo SVE (Servizio volontario europeo) o ESC, dove varie associazioni collaborano per realizzare progetti, e tra questi anche quelli di volontariato. Sono arrivata a Kazanlı un piccolo paesino vicino Mersin, nella parte sud-orientale della Turchia, non lontano dalla Siria. Il mio era un programma di due mesi durante il quale ho vissuto lì e svolto il volontariato con l’associazione Third Eye Association of Mediterranean che mi ha dato vitto e alloggio”. Di cosa vi occupavate? “Il nostro compito principale era quello di pulire le spiagge dai rifiuti per tutelare la zona. Il sito era davvero molto importante per essere luogo di nidificazione di due specie di tartarughe marine, la Caretta Caretta e la Chelonia mydas (tartaruga verde), che sono a rischio di estinzione. Essendo inverno non è periodo di riproduzione e perciò non abbiamo visto le tartarughe ma abbiamo dato un bel contributo per fargli trovare l’habitat pulito”. Deve essere stata un’esperienza notevole. “Certamente, anche perché durante il volontariato abbiamo svolto anche altre attività: io e un’altra ragazza, ad esempio, abbiamo dipinto sui muri della sede dell’associazione due murales; con altri ragazzi abbiamo creato dei video; abbiamo organizzato eventi con i bambini della comunità locale per coinvolgerli nella cura dell’ambiente e del loro vicinato, creando giochi a premi e un mercatino dell’usato con oggetti riciclati. Siamo anche stati

nelle serre locali e in una fattoria per vedere come funzionano in quella zona della Turchia queste attività alla base dell’economia locale. Kazanlı è un paese con le sue bellezze, ma viene trascurato, spesso anche da chi ci abita e dovrebbe invece difenderlo e valorizzarlo. Nei palazzi dove vivevamo noi volontari c’era un bel cortile comune ma è pieno di rifiuti nonostante ci vivono molte famiglie e bambini che sembrano indifferenti”. Questa cosa ci ricorda anche l’Italia. Un senso di incuria per l’ambiente perpetrato anche da chi dovrebbe essere il primo custode della natura. “Infatti, un altro grave problema sono gli agricoltori che buttano le reti usate nelle serre nei canali e finiscono sulla spiaggia diventando uno dei maggiori ostacoli nella corsa delle tartarughine a mare. Inoltre ci sono sempre molte navi mercantili davanti le spiagge di Kazanlı in attesa di entrare nel porto di Mersin che contribuiscono all’inquinamento. Poi la posizione non aiuta perché in quella zona convergono varie correnti ed essendo un angolo del Mediterraneo si riversano sulle spiagge anche i rifiuti provenienti da lontano. É stata dura in alcuni momenti, sembrava una lotta infinita, ma poi la differenza con il passare delle settimane si notava”. Cosa hai ricavato da questa esperienza? “In quella zona non ci sono tutti i comfort che abbiamo qui, noi siamo nella parte fortunata del mondo e dovremmo essere ancora più responsabili e coscienti, ogni piccolo gesto fa la differenza e insieme danno grandi risultati. Questa esperienza mi ha dato molto e la consiglio a tutti i giovani perché è un’opportunità formativa e rende cittadini più responsabili”. Ci è venuto quasi naturale chiedere a Eleonora di collaborare con noi di Altra Artena, e lei si è detta molto entusiasta di condividere con noi e voi le sue esperienze da viaggiatrice, fin da questo numero del giornale