L’AREA DEGRADATA DEI “PESCETTI”

Una riqualificazione urbana cambierebbe anche le abitudini delle persone. Una città verde è esteticamente apprezzabile e risponde ai fabbisogni di crescita sociale e culturale degli abitanti

Perché l’area sottostante il retro del palazzo ex granaio Borghese, dai “pescetti” alla torre dell’acqua, da un po’ di tempo si trova in uno stato di abbandono?  Forse sarà perché a ridosso della strada carrabile, senza una protezione adeguata e quindi non sicura per i bambini. Forse perché l’illuminazione è obsoleta, o perché l’acqua della fontana non scorre più dentro le vasche ma fuori di fianco, creando un ruscelletto che non si sa dove va a sfociare. Oppure perché i cani sconfinano dalla propria area riservata. O forse ancora come a Busto Arsizio nella favola di G. Rodari: gli adolescenti rompevano tutto. Ma lì a Busto Arsizio avevano il ragionier Gamberoni che fece costruire un palazzo da rompere. E giù martellate. Arrivati al quarto piano del palazzo, stanchi morti e coperti di polvere come i soldati di Napoleone nel deserto, piantarono baracca e burattini, tornarono a casa barcollando e andarono a letto senza cena. L’iniziativa fu utile anche per alcuni adulti, che armati di martello, picchiavano con gusto sui muri e ad ogni colpo si sentivano ringiovanire. Ormai si erano davvero sfogati e non provavano più gusto a rompere nulla. Al ragionier Gamberoni, in segno di gratitudine, la città di Busto Arsizio decretò una medaglia con un buco d’argento. Mah! Se consideriamo gli aspetti socio-economici, è innegabile che una città “verde”, oltre ad apparire esteticamente più apprezzabile e desiderabile a livello turistico, è in grado di incontrare i fabbisogni di ricreazione, relazione sociale, crescita culturale e di salute dei propri abitanti. Le funzioni sociali, culturali ed estetiche delle aree verdi sono riconosciute come elementi cruciali degli spazi aperti per le possibilità che offrono di ricreazione, socializzazione e svago all’aria aperta, nonché per i valori storici e culturali che conservano e trasmettono. E ciò vale tanto più se si considera che per alcune fasce di popolazione essi rappresentano la più immediata se non unica possibilità di contatto con la natura. Le aree verdi offrono ai cittadini la possibilità di sperimentare il contatto diretto con i cicli naturali e gli elementi della flora e della fauna locale, contribuendo così all’educazione ambientale di giovani e adulti, alla ricerca scientifica nonché alla formazione di una cultura di conoscenza e rispetto del verde e della natura in generale. Hanno altresì una funzione aggregativa, di integrazione sociale, di ispirazione artistica, di crescita personale e di crescita affettiva e identitaria nei riguardi del proprio territorio di residenza. Le relazioni tra i cittadini sono più serene in un’area in cui si vive bene, si tende a rispettare l’ambiente: se è pulito e ordinato lo lascio pulito e ordinato. Viceversa, quando un luogo è mal tenuto e sporco, non ci si fa molti problemi a buttare una cartaccia, “tanto una in più o una in meno”. È forse cinico ammetterlo ma molte persone ragionano così, la riqualificazione urbana può cambiare le cose e anche le abitudini.