SETTANTASETTE ANNI FA BOMBE SU SANTA MARIA

IL 31 GENNAIO 1944 E’ IL GIORNO DELLA PIU’ GRANDE TRAGEDIA DEL XX SECOLO DI ARTENA. MORIRONO 23 PERSONE SOTTO LE BOMBE ALLEATE. UNA POESIA DI AMBRA CIPRIANI A CORREDO DEL RICORDO

Il 31 gennaio 1944 la guerra si portò via un pezzo della storia della nostra Città e con essa portò via anche donne, uomini e ragazzi. Alle due di un caldo pomeriggio di fine gennaio, sul pianoro di Santa Maria vi era una grande quantità di gente. A quell’ora era d’uso radunarsi in quella zona e trascorrere qualche minuto di fronte al primo sole che arrivava ad Artena dopo quasi tre mesi. Quel giorno c’erano anche i frati francescani e alcuni fratini che frequentavano il collegio serafico e che erano in attesa di tornarsene nelle loro case d’origine. Il convento era stato requisito dai tedeschi e la comunità francescana era stata costretta ad andarsene. Alle due precise la sirena della fabbrica di Colleferro cominciò a gracchiare con insistenza. Era l’avvertimento che stavano arrivando gli aerei che avrebbero bombardato. Ci fu un fuggi fuggi generale da Santa Maria. I civili corsero verso il Paese raggiungendo case e famiglie. I frati con i fratini scelsero di ripararsi all’interno di Santa Maria, certi che quelle bombe non sarebbero mai state dirette verso la chiesa. Una pattuglia di ventiquattro Liberator alleati, le fortezze volanti, si era alzata in cielo dal fronte di Cassino e stava raggiungendo la piana del Sacco. All’altezza di Colleferro, la metà degli aerei virò e si diresse verso Palestrina. L’altra metà prosegui diritta verso Artena. Arrivati sul nostro territorio i Liberator cominciarono a sganciare le prime bombe. I fraticelli in chiesa nel frattempo pregavano nascosti dietro una nicchia. Non erano arrivati alla seconda Ave Maria, che una bomba colpì in pieno la chiesa ed esplose. L’edificio crollò e seppellì tutti quelli che vi avevano trovato riparo. Morirono tre sacerdoti e nove fratini, oltre a molti civili, considerato che le bombe colpirono anche molte case del Paese di Artena. Quella tragedia ancora oggi è rimasta nella memoria del popolo, e anche quest’anno come accade ogni dodici mesi, l’amministrazione pubblica e la parrocchia ricorderanno quel giorno definito il più tragico della storia moderna di Artena.

31 GENNAIO A SANTA MARIA

Non c’è cosa più atroce della guerra:

l’agnello te lo fà diventar lupo…

cancella anche il sole dalla Terra

lasciandoci un cielo grigio e cupo.

 Spiana i declivi, le colline atterra,

vallate, monti, tutto è un dirupo.

Possiamo ritenerci fortunati

noi che non eravamo ancora nati!

Ma molti ad Artena ci son stati

che sulla loro pelle hanno vissuto

ore angosciose, giorni disperati.

Morti e feriti è ciò che hanno veduto

tanti innocenti occhi sfortunati

e chi anche la vita ha perduto,

come successe a un gruppo di bambini

e quasi tutti erano fratini,

che qui al Convento i Padri Cappuccini

guidavano nel loro Seminario

 educando le vite ed i destini

di chi voleva esser missionario:

li preparavan già da piccolini

a un compito davvero straordinario.

Vedere realizzati i loro intenti:

tanto bastava a renderli contenti!

Ma l’odio umano quei sorrisi ha spenti

ed ha cancellato in pochi istanti

 speranze, ricordi, e in quei momenti

la morte tutti i loro sogni ha infranti.

Sui loro cuori ancora dolenti,

su sguardi innocenti, occhi sognanti

di anime candide, anime pure,

 furon solo le tenebre più oscure.

Ambra Cipriani